La sindrome post-Covid in Italia: sintomi persistenti a cinque anni dalla pandemia

La sindrome post-Covid in Italia: sintomi persistenti a cinque anni dalla pandemia

A cinque anni dalla pandemia di Covid-19, in Italia il 60% dei pazienti ricoverati presenta sintomi persistenti. Lo studio Pascnet analizza l’impatto della sindrome post-Covid sul sistema sanitario lombardo.
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La sindrome post-Covid in Italia: sintomi persistenti a cinque anni dalla pandemia - Gaeta.it

A cinque anni dall’esplosione della pandemia di Covid-19, in Italia continuano a registrarsi numerosi casi di pazienti che manifestano sintomi persistenti. Questi casi sono noti come Pasc, acronimo per Post-Acute Sequelae of Sars-CoV-2 Infection. La situazione è resa particolarmente critica dal fatto che circa sei pazienti su dieci che sono stati ricoverati durante le fasi più acute della pandemia presentano ancora manifestazioni di malattia. Questo articolo esplora i risultati di uno studio scientifico fondamentale che ha indagato l’impatto di questa sindrome sui pazienti e sul Servizio Sanitario Regionale della Lombardia.

Dettagli dello studio Pascnet

Il progetto Pascnet, coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e finanziato dalla Fondazione Cariplo, ha come obiettivo principale quello di colmare le lacune esistenti nella comprensione della sindrome post-Covid. Questo studio è stato condotto con il supporto di diverse entità del Servizio Sanitario Regionale della Lombardia, coinvolgendo Agenzie di Tutela della Salute, Aziende Socio-Sanitarie Territoriali e medici di medicina generale. Grazie a un approccio multidisciplinare, l’iniziativa ha consentito di ottenere una vasta gamma di dati clinici provenienti da oltre 1.200 pazienti. L’intenzione è di migliorare sia la diagnosi di Long Covid, sia la presa in carico da parte del sistema sanitario dei pazienti che continuano a soffrire di sintomi legati al Pasc.

Le analisi epidemiologiche hanno esaminato l’impatto della pandemia su una popolazione di circa 10 milioni di persone, considerando in particolare le fasce di età e la presenza di malattie preesistenti. Lo studio ha preso avvio con la creazione di un protocollo dettagliato per la raccolta di dati clinici a lungo termine, seguito da un’analisi approfondita della salute dei pazienti coinvolti. I soggetti sono stati reclutati tramite le Aziende Socio-Sanitarie e dai medici di base, garantendo un monitoraggio attento e completo della loro salute a un anno o più dall’infezione.

I numeri della sindrome post-Covid

I risultati emessi dallo studio rivelano una situazione allarmante: circa il 60% dei pazienti ricoverati per Covid-19 ha mostrato segni di sindrome post-Covid, mentre per coloro che non hanno necessitato di ricoveri, il tasso è di un caso su dieci. I sintomi osservati spaziano da cefalee e insonnia a problemi respiratori e alterazioni metaboliche. In aggiunta, i ricercatori hanno identificato alcuni fattori di rischio significativi, tra cui l’età avanzata e la presenza di malattie croniche.

La provincia di Bergamo ha rappresentato un caso emblematico, essendo stata una delle aree più colpite all’inizio della pandemia, segnando una rapida stabilizzazione dei tassi di contagio e una chiara diminuzione delle ospedalizzazioni. Questi dati forniscono informazioni cruciali per pianificare le strategie sanitarie future, illustrando l’importanza di un’analisi territoriale approfondita per la preparazione a potenziali futuri scenari pandemici.

Implicazioni per il Sistema Sanitario Regionale

I risultati ottenuti dallo studio Pascnet non solo offrono spunti preziosi per la diagnosi e il trattamento della sindrome post-Covid, ma evidenziano anche le interruzioni significative nei servizi sanitari causate dalla pandemia. Le restrizioni di mobilità e le politiche di distanziamento sociale hanno incrementato la domanda di assistenza sanitaria non soddisfatta. È emerso che c’è stata una diminuzione considerevole dell’assistenza ambulatoriale, con un calo stimato attorno al 25%. Le conseguenze di questa riduzione non si sono fatte attendere, causando un accumulo di ritardi nelle cure.

Questa situazione ha portato a un sovraccarico del sistema sanitario, con difficoltà nel gestire una domanda di assistenza che continua a crescere anche oltre il termine delle fasi acute della pandemia. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione sanitaria, come il decreto sulle liste di attesa, restano sfide importanti per garantire che i pazienti ricevano l’assistenza necessaria in tempi adeguati.

Si sottolinea così la necessità di modelli predittivi e dati sanitari dettagliati per comprendere le dinamiche delle epidemie e pianificare risposte efficaci, facendo tesoro delle lezioni apprese durante questo periodo critico della salute pubblica.

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