La cooperazione tra enti e categorie economiche del trentino apre la strada a una nuova organizzazione della scuola professionale. Il passaggio dal modello “3+1” al “2+2” riguarda quindici percorsi triennali e di quarto anno, con l’obiettivo di rafforzare la formazione e rispondere meglio alle richieste del mercato del lavoro locale. Questa modifica riguarda circa mille studenti del quarto anno e si applicherà gradualmente dal 2026 al 2029.
La riforma della scuola professionale in provincia di trento
La giunta provinciale di trento ha approvato un progetto che modifica profondamente l’impostazione della formazione professionale IeFp . La novità principale consiste nella sostituzione del vecchio sistema “3+1” con un nuovo modello “2+2” senza uscita intermedia, cioè due anni rivolti a una formazione più generalista seguiti da altri due anni con un percorso specialistico che consolida le competenze.
Il progetto interessa quindici percorsi tra i trentatré percorsi triennali e i trentuno di quarto anno. La riforma non si applicherà tutta in una volta: la prima tranche coinvolgerà sette percorsi dal 2026/2027, altri quattro percorsi nel 2027/2028 e gli ultimi quattro percorsi dal 2028/2029.
Un modello formativo più articolato
Il modello “2+2” punta a collegare meglio l’apprendimento pratico con le richieste reali del mercato del lavoro, offrendo maggiore continuità formativa. L’assessora all’istruzione della provincia, Francesca Gerosa, ha sottolineato la volontà di restituire dignità alla scuola professionale che spesso è stata considerata come la scelta “di serie b“. Con la riforma si vuole valorizzare il ruolo formativo di queste scuole e la scelta dei ragazzi, rafforzando il loro inserimento nelle realtà lavorative.
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Il ruolo delle categorie professionali nella definizione del nuovo modello
La riforma è il risultato del confronto aperto tra istituzioni e rappresentanze economiche. Un tavolo di lavoro ha visto la partecipazione di importanti organizzazioni, come Coldiretti, Confprofessioni, Asat, Confcommercio, Cooperazione, Confesercenti, Artigiani, Agricoltori Italiani Trentino, Confagricoltura, Confindustria e Ccia.
Questa partecipazione ha garantito che il nuovo modello rispondesse a bisogni concreti del lavoro e dell’economia locale. Il dialogo ha permesso di delineare percorsi che migliorino non solo la preparazione tecnica degli studenti, ma anche le competenze richieste dalle imprese. Tante figure professionali ormai chiedono abilità aggiuntive che prima non erano sufficientemente developate nelle scuole professionali.
Un sistema formativo integrato
Francesca Gerosa ha spiegato che l’intenzione è stata quella di mettere insieme le aspettative degli studenti e quelle degli imprenditori, pensando a un sistema formativo che possa preparare persone capaci di inserirsi nella realtà produttiva trentina. Questo approccio congiunto crea un legame diretto tra formazione, imprese e crescita personale degli studenti.
I primi corsi coinvolti nella sperimentazione autunnale
I primi a sperimentare il nuovo modello “2+2” saranno sei tecnici specifici, candidati a partire dall’anno formativo 2026/2027. Le figure professionali coinvolte nel progetto pilota sono:
– tecnico della lavorazione e produzione di prodotti a base di vegetali
– tecnico della lavorazione e produzione lattiero e caseario
– tecnico della lavorazione e produzione di prodotti a base di carne
– tecnico dell’automazione industriale
– tecnico grafico multimediale
– tecnico dell’abbigliamento
– tecnico dei prodotti tessili per la casa
Una selezione rappresentativa del territorio
Questi percorsi rappresentano la varietà delle produzioni locali e le esigenze di un territorio con forte legame con l’agroalimentare, la manifattura e il settore dei servizi. La selezione di queste figure punta a definire un modello che possa poi essere esteso agli altri indirizzi coinvolti nel triennio successivo.
I nuovi programmi prevedono un impegno più strutturato e continuativo, con due anni iniziali dove gli allievi acquisiscono basi più ampie, per poi specializzarsi nei due anni finali. Questo sistema evita uscite premature e crea un percorso che accompagna meglio la formazione verso la professionalità richiesta dal mercato.
L’attenzione all’impatto locale del nuovo modello è alta, dato che i circa mille studenti iscritti al quarto anno nelle scuole professionali trentine rappresentano una componente significativa della formazione tecnica sul territorio.
Questa transizione segna una svolta importante per il sistema di istruzione professionale in provincia di trento: un passo verso una struttura più coerente con i bisogni di studenti e imprese.