La scelta delle materie scientifiche tra i diplomati: le province italiane dove cresce l'interesse per le stem

La scelta delle materie scientifiche tra i diplomati: le province italiane dove cresce l’interesse per le stem

La propensione degli studenti italiani a scegliere corsi universitari Stem varia tra province come Parma, Lecco e Prato, influenzata da fattori locali, offerte formative e opportunità occupazionali nel settore scientifico.
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L'articolo analizza le differenze territoriali in Italia nella scelta di corsi universitari STEM, evidenziando province con alta e bassa adesione, il ruolo delle scuole e delle iniziative locali, e l'impatto positivo delle discipline scientifiche sul mercato del lavoro. - Gaeta.it

La propensione degli studenti italiani a iscriversi a corsi universitari in ambito scientifico varia molto sul territorio. Alcune province mostrano una partecipazione superiore alla media nazionale, mentre altre evidenziano un interesse più basso nelle discipline Stem . Questi dati riflettono dinamiche locali legate a fattori culturali, scolastici e alle offerte formative presenti nelle diverse aree. Nel 2023/2024, i territori più coinvolti mostrano tassi di iscrizione a corsi scientifici quasi il 5% superiori alla media italiana.

Aree con maggiore affinità verso le discipline scientifiche

Le province di Parma, Lecco, Prato, Alessandria e Fermo guidano la classifica italiana per la scelta di corsi Stem tra i diplomati che intraprendono gli studi universitari. Qui, circa il 28-29% dei diplomati impegnati in un percorso universitario sceglie una materia scientifica, rispetto a una media nazionale che si aggira intorno al 24%. La presenza di industrie e poli tecnologici nel territorio sembra favorire questa inclinazione. Questi numeri suggeriscono un collegamento tra la realtà locale e l’orientamento verso materie come matematica, ingegneria, informatica e scienze.

Un focus su parma

Nel dettaglio, Parma si distingue anche per la varietà di corsi scientifici disponibili. L’Università locale offre infatti 34 corsi Stem su un totale di 99 attivi, una presenza significativa che può influenzare positivamente le scelte degli studenti. Lei stessa è sede di figure accademiche di rilievo, come la scienziata Cristiana De Filippis, testimoniando un ambiente vivace e ricco di opportunità nella ricerca e nella didattica scientifica.

Province con minore adesione alle materie stem e fattori di svantaggio

La situazione cambia in altre province italiane, come Bolzano, Sassari, Nuoro, Enna e Aosta, dove la scelta di corsi universitari scientifici da parte dei diplomati si ferma sotto il 18%. Questi territori mostrano una scarsa adesione alle Stem, in linea con difficoltà locali di natura sia economica che culturale. In queste realtà, i percorsi tecnici, scientifici o tecnologici sembrano meno attrattivi rispetto ad altre aree nazionali.

Questa tendenza si spiega anche con la minore presenza di poli formativi e con offerte universitarie meno variegate nelle discipline scientifiche. L’assenza di iniziative di orientamento e laboratori pratici limita la conoscenza delle opportunità offerte da questi studi, riducendo la motivazione negli studenti. Gli enti locali, in assenza di programmi attivi, faticano ad attirare giovani verso quei percorsi che, secondo le statistiche nazionali, garantiscono maggiori tassi di occupazione dopo la laurea.

Ruolo delle scuole superiori e iniziative locali nella spinta verso le stem

Uno degli aspetti che emerge chiaramente dallo studio è l’influenza esercitata dalla scuola superiore sulla scelta universitaria. Ricerca svolta dall’università di Udine, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, sottolinea l’importanza del percorso formativo pre-universitario. I co-autori Alessio Fornasin e Laura Pagani evidenziano come la decisione di iscriversi a corsi Stem derivi da un “percorso di vita” che parte dall’esperienza scolastica, dall’ambiente familiare e dal contatto con i contenuti scientifici già durante gli anni del diploma.

Esempi concreti di orientamento

In alcuni casi specifici, come il liceo Steam International Adriano Olivetti a Parma, l’offerta didattica concentra l’attenzione su materie scientifiche e tecnologie, creando terreno fertile per indirizzare gli studenti verso questi indirizzi. A Lecco, il Polo territoriale del Politecnico di Milano ha promosso un progetto chiamato PoliStem che mira a coinvolgere gli studenti delle scuole secondarie con laboratori e attività pratiche focalizzate sulla scienza e tecnologia. Questi modelli rappresentano esempi concreti di come l’impegno degli enti formativi possa influenzare le scelte post-diploma.

Prospettive occupazionali e impatto sulle scelte universitarie

Le discipline Stem vantano i più alti tassi di occupazione tra i laureati italiani: secondo Almalaurea, il 90,1% delle donne e il 92,6% degli uomini trovano lavoro stabile entro cinque anni dalla laurea in questi campi. Questo dato contribuisce a definire le materie scientifiche come scelte strategiche dal punto di vista lavorativo.

L’alta affluenza in alcuni territori industriali e tecnologici si lega non solo alle opportunità formative, ma anche alle richieste del mercato del lavoro locale. L’industria, la ricerca e la tecnologia presenti in determinate aree offrono sbocchi concreti agli studenti, favorendo modalità di studio che rispondono a bisogni reali e immediati. Nel resto del Paese, la limitata offerta o la mancanza di incentivi rendono meno evidente questa correlazione tra studio Stem e posti di lavoro disponibili.

Una mappa regionale di luci e ombre

Continua a variare così il quadro nazionale sulle scelte universitarie scientifiche, configurando una mappa regionale fatta di luci e ombre. Gli investimenti nel settore educativo e la promozione di progetti territoriali restano leve fondamentali per migliorare l’accesso e l’attrattiva delle discipline scientifiche in tutta Italia.

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