la sanità pubblica della asl 1 avezzano sulmona l’aquila in attesa di una nuova governance

la sanità pubblica della asl 1 avezzano sulmona l’aquila in attesa di una nuova governance

La gestione della asl 1 Avezzano Sulmona L’Aquila è in crisi per la fine del mandato del prof. Ferdinando Romano senza nomina di un successore, con disavanzo economico, carenza di personale e servizi sanitari a rischio.
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La ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila affronta una crisi gestionale ed economica, con ritardi nella nomina del nuovo direttore generale, disavanzi di bilancio e carenze nei servizi sanitari, che richiedono una governance trasparente e orientata ai bisogni della comunità. - Gaeta.it

La gestione della asl 1 Avezzano Sulmona L’Aquila si trova oggi in una fase delicata. Il mandato del prof. Ferdinando Romano, direttore generale prorogato di un anno dalla giunta regionale, si conclude senza che siano stati predisposti atti per la nomina del nuovo vertice. Questo fatto ha acceso preoccupazioni sul futuro della sanità pubblica nella provincia aquilana, una delle più estese dell’Abruzzo, con rischi evidenti per servizi e assistenza.

Il bilancio e le critiche sulla gestione economica

Il 2025 segna la fine della direzione del prof. Ferdinando Romano alla guida della asl 1, la più grande azienda sanitaria della provincia dell’Aquila. Nonostante la proroga disposta un anno fa, non sono state avviate procedure per individuare un nuovo direttore generale. Questo ritardo ha sollevato critiche verso la politica regionale per la mancanza di programmazione nella sanità pubblica. A rendere il quadro più preoccupante c’è il disavanzo di bilancio che pesa sull’azienda sanitaria, con implicazioni sulla continuità dei servizi offerti.

Le liste d’attesa si allungano senza sosta e la carenza di farmaci e dispositivi medici risente delle difficoltà finanziarie. In molte aree del territorio si assiste a una vera e propria desertificazione sanitaria, fenomeno aggravato dall’assenza di personale medico. La disponibilità di medici e pediatri di libera scelta è sempre più limitata, mentre i nuclei di cure primarie sono in contrazione e faticano a rispondere ai bisogni della popolazione. La situazione pone seri interrogativi sulla capacità dell’attuale modello di rispondere a una comunità con un crescente numero di anziani e malati cronici.

Il ruolo del direttore nella gestione dei conti e dell’assistenza

Nel corso degli anni, la gestione del prof. Romano si è focalizzata sul rispetto dei conti, più che sulla qualità dell’assistenza sanitaria. Questo orientamento ha comportato un deterioramento delle condizioni finanziarie dell’azienda, tanto che la regione Abruzzo ha deciso di aumentare l’addizionale Irpef per coprire il disavanzo. Sul versante assistenziale, la contrazione dei servizi si è accompagnata a un peggioramento nelle condizioni di lavoro del personale sanitario.

Le decisioni del direttore generale sono state prese senza confronto con le parti sociali e con la rappresentanza delle comunità locali. Questo isolamento decisionale ha escluso ogni partecipazione a scelte di pubblico interesse. Un esempio emblematico è la definizione delle Case di Comunità dentro gli ospedali provinciali, scelta contestata perché si allontana dal modello di sanità di prossimità pensato per essere accessibile ai cittadini. Altre questioni, come il sistema degli appalti, sono state affrontate solo in termini di riduzione dei costi, senza considerare gli impatti occupazionali o l’importanza di scorrere le graduatorie esistenti per assumere nuovo personale.

I problemi di governance e il comitato ristretto dei sindaci

Il bilancio dell’ultimo esercizio della asl 1 ha ricevuto un giudizio negativo dal collegio sindacale, che ha espresso parere contrario al documento contabile. Questo fatto grave mette in discussione la gestione economica dell’azienda. Al momento, non è chiaro quale sia stato il parere del comitato ristretto dei sindaci, l’organo responsabile del controllo amministrativo e dell’approvazione del bilancio. La mancanza di trasparenza sulle posizioni espresse lascia dubbi sull’attenzione che le istituzioni locali riservano alla governance sanitaria.

Le difficoltà economiche rischiano di mettere a rischio non solo il bilancio, ma l’intera organizzazione dei servizi e la qualità dell’assistenza. Una gestione opaca può aggravare la situazione di una provincia già segnata da sfide legate alla conformazione geografica, alla dispersione abitativa e ai collegamenti infrastrutturali limitati.

La complessità sanitaria della provincia dell’aquila

La provincia dell’Aquila copre circa il 50% del territorio regionale Abruzzo, mantenendo una rete sanitaria complessa con 73 punti di erogazione. Il territorio ha una bassa densità abitativa, caratteristica che complica la distribuzione di cure efficaci e vicine ai cittadini. Sono presenti tre presidi ospedalieri di primo livello e un ospedale di area disagiata. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento di patologie croniche amplificano il bisogno di un sistema sanitario capillare e in grado di rispondere alle esigenze della comunità fragile.

La carenza di infrastrutture e trasporti penalizza ulteriormente queste zone, già sottoposte a livello insufficiente di assistenza. La riduzione del personale sanitario funge da ostacolo ulteriore, creando una situazione in cui la continuità assistenziale appare compromessa. La sanità locale necessita di una gestione che comprenda l’ascolto dei bisogni e la programmazione di interventi mirati, senza trascurare gli aspetti economici ma mantenendo al centro la tutela del diritto alla salute.

Aspettative e richieste per la governance futura della asl 1

Le sigle sindacali Fp Cgil L’Aquila e Cgil della provincia hanno espresso un appello chiaro: serve una discontinuità con il passato, nella scelta del nuovo direttore generale e nella definizione delle strategie aziendali. Più attenzione alle esigenze reali dei cittadini, indipendentemente da schieramenti politici. Le comunità vogliono un manager che garantisca il diritto alla salute e riesca a migliorare la qualità dell’assistenza.

La programmazione futura deve prevedere competenze concrete, ascolto dei territori e risposte precise ai bisogni insoddisfatti. Servono scelte che recuperino le risorse per estendere i servizi e tutelare il personale. Nel contesto della asl 1, la salute pubblica richiede ora una gestione trasparente e orientata a migliorare la condizione di una provincia vulnerabile ma con risorse importanti da valorizzare.

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