La guerra iniziata quasi quattro anni fa tra Russia e Ucraina si avvia verso una nuova fase decisiva. Fonti dell’intelligence ucraina riportano come Mosca stia pianificando un’importante offensiva estiva per “spezzare” il nemico e forzare una tregua in condizioni più vantaggiose. Quest’azione segnerà un salto di ritmo nel conflitto, aperto dal 2022 quando la Russia ha invaso il territorio ucraino. Le mosse che si intravedono nelle regioni di confine indicano come l’escalation coinvolgerà in particolare l’est del paese, una zona già segnata da scontri continui.
La nuova spinta delle forze russe nella regione di dnipropetrovsk
Segnali concreti di questa offensiva si notano nel nord-est, precisamente nell’oblast di Dnipropetrovsk. Qui, le truppe di Mosca hanno intensificato le operazioni al confine con Donetsk, uno dei centri nevralgici del conflitto. Il fatto che Dnipropetrovsk non rientri tra le aree formalmente annesse da Mosca rende questa manovra ancora più significativa. Questo territorio è fondamentale per l’economia ucraina, grazie a importanti miniere e impianti industriali, e dunque l’avanzata russa nel settore avrebbe impatti pesanti sull’apparato produttivo di Kiev. Le forze ucraine si trovano ad affrontare un nuovo fronte, portando tensione in una zona che finora aveva vissuto una relativa stabilità.
Attacco previsto attorno a konstantinovka e pokrovsk
Fonti di Kiev riferiscono che il piano russo prevede un attacco forte soprattutto attorno alle città di Konstantinovka e Pokrovsk, entrambe nel Donetsk. Pokrovsk, in particolare, ha un ruolo vitale dal punto di vista logistico, così Mosca potrebbe usarla come base per incursioni ulteriori verso ovest. Nel nord-est, la regione di Sumy mantiene una situazione delicata. Anche se le avanzate russe sono lente, le attività militari non si sono mai fermate, confermando la volontà di mantenere costante la pressione. Questa dinamica contribuisce a mantenere alto il livello di guardia nell’intera area orientale.
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La strategia russa nelle regioni di sumy, donbass e zaporizhzhia
La scelta delle aree di Sumy, Donbass e Zaporizhzhia come obiettivi strategici risponde a ragioni sia militari che geopolitiche. A Sumy il tentativo russo pare rivolto a creare una fascia cuscinetto lungo il confine, con lo scopo di ridurre la capacità ucraina di lanciare attacchi con droni dentro il territorio russo. La sostanza di questa operazione è quella di riprendere il controllo delle zone che permettono di scavalcare le difese russe tramite mezzi aerei senza pilota. Una volta completata questa operazione, Mosca sposterebbe risorse e truppe verso sud, nelle regioni di Donbass e Zaporizhzhia. Queste aree presentano un terreno favorevole per mosse offensive di ampio respiro e potrebbero diventare il teatro di scontri più intensi nei prossimi mesi.
Il ruolo degli aiuti militari esterni
Per la difesa ucraina l’ingresso in gioco degli aiuti militari esterni è una variabile cruciale. L’apporto degli Stati Uniti, in particolare, assume un valore determinante nel tenere testa all’offensiva. Secondo le parole del presidente Volodymyr Zelensky, però, non tutte le notizie sono positive. Un problema serio riguarda la mancanza di missili anti-drone che stavano per essere consegnati dall’amministrazione Biden. Questa carenza rischia di complicare il contrasto ai droni Shahed, che sono diventati un’arma insidiosa sul campo di battaglia.
L’allarme di zelensky sulle forniture di missili anti-drone mancanti
Il presidente Zelensky ha denunciato una crisi nella disponibilità dei missili anti-Shahed. Ha dichiarato che Mosca utilizza in modo massiccio questi droni e che per abbatterli occorrono armi specifiche, non particolarmente costose ma difficili da reperire in numero sufficiente. Prima la promessa di consegnare 20mila missili sembrava una speranza concreta, ma a un certo punto l’amministrazione americana ha dirottato quelle armi verso altri teatri, come il Medio Oriente. Questo ha lasciato l’esercito ucraino in una posizione di svantaggio.
Pressione russa a più fronti e conseguenze
Questo dato assume un rilievo ancora maggiore se si considera la pressione russa in più fronti. Zelensky ha spiegato che senza il sostegno adeguato gli scontri potrebbero evolvere a favore di Mosca, con conseguenze pesanti per i militari e per i civili ucraini. Non a caso ha ricordato che anche la precedente amministrazione americana, guidata da Donald Trump, ha cambiato l’orientamento sugli aiuti militari, mentre lo stesso Trump avrebbe espresso la convinzione che il presidente Putin stia vincendo la guerra. Zelensky ha contestato questa lettura, sottolineando l’alto costo umano che la Russia dovrebbe sostenere per ottenere successi territoriali, e lo ha definito un paradosso più che una vittoria.
La situazione rimane quindi molto tesa. La preparazione di questa offensiva russa estiva mette sotto pressione l’esercito ucraino e alimenta l’attesa per le prossime mosse sul campo. Le città del Donbass, di Zaporizhzhia e di Sumy sono nel mirino, insieme alle infrastrutture vitali della regione di Dnipropetrovsk. Il calendario degli eventi si fa serrato, mentre i partner occidentali valutano le risposte più adeguate per sostenere Kiev in questo momento critico della guerra.