Per proteggere le persone più fragili dalle truffe online, la questura di Ancona ha lanciato una campagna che coinvolge tutte le farmacie della provincia, mettendo i farmacisti al centro della prevenzione. Con l’avvicinarsi dell’estate, periodo in cui i reati ai danni degli anziani diventano più frequenti, l’iniziativa punta a diffondere informazioni chiare e consigli utili attraverso la distribuzione di 20mila brochure. Questo sforzo si basa sulla fiducia che i cittadini ripongono nelle farmacie, considerate presidi vicini e attenti alle esigenze dei più vulnerabili.
Ruolo chiave delle farmacie nella prevenzione a ancona
La questura di Ancona, guidata dal questore Cesare Capocasa, ha deciso di mettere in campo un sistema di prevenzione che si appoggia alle 140 farmacie sparse nel territorio della provincia. Questi punti di riferimento sono stati scelti perché frequentati da molte persone anziane che si servono regolarmente di questo servizio per motivi sanitari. I farmacisti, figure riconosciute e autorevoli, diventano così dei veri e propri ambasciatori della campagna, distribuendo materiali informativi e spiegando come riconoscere e difendersi dai tentativi di truffa.
La campagna prevede la consegna di 20mila brochure con indicazioni precise sulle tecniche usate dai truffatori e suggerimenti pratici per evitarli. Il progetto punta a raggiungere un pubblico ampio, in particolare chi ha più difficoltà con gli strumenti digitali e che spesso non ha accesso a campagne di sensibilizzazione online. Distribuire materiale cartaceo si è dimostrato più efficace soprattutto verso gli anziani, spesso più restii a consultare contenuti web.
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Conferenza stampa con le autorità locali
Il questore Capocasa ha illustrato l’iniziativa durante una conferenza stampa alla questura, presente anche il commissario capo Daniela Iscaro, il presidente dell’ordine dei farmacisti di Ancona, Francesco Mannucci, e la presidente di Federfarma Ancona, Cecilia Possenti. Lo slogan scelto, “più sicuri insieme”, racchiude l’idea di una rete di protezione condivisa tra forze dell’ordine, farmacisti e comunità.
Truffe estive agli anziani: strategie dei malintenzionati
Con l’arrivo della stagione calda, si intensificano i casi di truffe rivolte soprattutto agli anziani. I criminali adottano vari stratagemmi, guadagnandosi la fiducia delle vittime o spaventandole con storie inventate. Spesso i truffatori si presentano con abiti da lavoro o addirittura uniformi delle forze dell’ordine.
Le storie più comuni riguardano parenti in difficoltà: figli o nipoti in arresto, vittime di incidenti stradali, o costretti a pagare spese improvvise legate a sanzioni. Talvolta simulano incidenti inesistenti o piccoli danni alle automobili per far abbassare la guardia alle vittime. Altre tecniche prevedono la distrazione nei pressi di sportelli bancomat, dove portafogli e denaro vengono sottratti senza che la vittima se ne accorga.
Consigli pratici dalle brochure
La brochure distribuita mette in guardia proprio contro questi comportamenti e consiglia alcune regole fondamentali: non aprire la porta a sconosciuti, evitare conversazioni telefoniche troppo lunghe con chi non si conosce e chiamare subito il 112 in caso di situazioni sospette. Queste istruzioni semplici ma efficaci puntano a evitare che la vittima si trovi in una situazione di pericolo o venga ingannata con facilità.
L’impatto psicologico sulle vittime e l’importanza della prevenzione
Quando si subisce una truffa, l’effetto va ben oltre la perdita di denaro. Sono molti gli anziani che, dopo essere stati ingannati, si sentono feriti nell’animo, traditi e in balia di una profonda solitudine. Spesso l’intrusione in casa o la sensazione di aver perso il controllo li porta a non denunciare, alimentando un senso di impotenza e di paura.
La questura sottolinea che l’azione penale può seguire la denuncia, con conseguenti arresti, ma ciò non cancella il trauma vissuto. Per questo la campagna si concentra sul lato preventivo, cercando di bloccare il problema prima che si manifesti. L’intervento delle farmacie intende offrire un punto di avvio alla protezione, con informazioni che chiunque può leggere e mettere in pratica.
Farmacisti come interlocutori di fiducia
In questo senso, i farmacisti si propongono non solo come distributori di materiale, ma come interlocutori con cui gli anziani possono confrontarsi. Questa vicinanza potrebbe abbassare soglie di diffidenza e paura, spingendo le persone a una maggiore attenzione e a non sottovalutare i segnali di pericolo.
Coinvolgimento di familiari e caregiver per rafforzare la sicurezza
La campagna non riguarda solo gli anziani, ma si estende a chi si prende cura di loro. A Ancona, città dove ci sono oltre 2.500 persone con più di 85 anni, la segnalazione di situazioni sospette diventa fondamentale. Familiari, vicini di casa, badanti e caregiver sono invitati a vigilare e a segnalare ogni comportamento insolito.
Si raccomanda di evitare la condivisione di informazioni personali e dati bancari con estranei, di non fornire dati sulle utenze domestiche e di non rimanere soli durante interventi di manutenzione in casa. Questi accorgimenti sono parte delle strategie indicate per tenere lontani i truffatori. Per le persone che assistono anziani fragili, conoscere queste misure aiuta a intervenire tempestivamente e a educare chi rischia di essere vittima.
Collaborazione con federfarma e ordine dei farmacisti
La collaborazione con Federfarma e l’Ordine dei farmacisti ha portato a un impegno diffuso sul territorio, riconoscendo il valore sociale della farmacia come presidio di comunità. Anche gli operatori sanitari che assistono gli anziani sono diventati parte del sistema di prevenzione, ampliando la rete di protezione.
Numeri in crescita e necessità di misure concrete sul territorio
Nonostante molte iniziative nel tempo, i dati indicano che le truffe agli anziani sono in aumento. Questo fenomeno interessa spesso delinquenti che si spostano tra regioni per colpire più facilmente. Il questore Capocasa ha ribadito che solo un sistema diffuso di attenzione e presenza può creare una barriera a questi reati.
Gli sportelli di polizia e le forze dell’ordine continuano le attività investigative, ma per arginare il fenomeno serve un lavoro quotidiano di educazione al rischio, fatto di piccoli segnali di allerta e interventi tempestivi. La scelta di coinvolgere le farmacie nasce proprio da questa esigenza: creare un contatto diretto, dal volto umano, con le persone che più rischiano.
Le farmacie quindi non saranno solo luoghi dove ritirare medicinali, ma centri di ascolto e informazione. Il pieghevole consegnato non resterà un semplice foglio, ma un invito a stare attenti e a reagire. Così, negli spazi familiari e vicini alla comunità, si prepara un presidio che prova a ridurre i danni causati da truffe che troppo spesso lasciano ferite profonde.