La procura di torino chiede misure cautelari per 47 indagati legati a manifestazioni antagoniste nel 2023-2024

La procura di torino chiede misure cautelari per 47 indagati legati a manifestazioni antagoniste nel 2023-2024

La procura di Torino indaga su 47 persone coinvolte in manifestazioni antagoniste tra il 2023 e il 2024, con misure cautelari per 21 indagati e interrogatori preliminari in corso.
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La procura di Torino ha avviato un'inchiesta su manifestazioni antagoniste del 2023-2024, con 21 indagati sottoposti a misure cautelari e interrogatori in corso per accertare violazioni dell'ordine pubblico. - Gaeta.it

La procura di Torino ha avviato un’operazione giudiziaria riguardante una serie di manifestazioni antagoniste svoltesi tra il 2023 e il 2024. L’azione coinvolge decine di persone sospettate di reati connessi a queste proteste, con un pacchetto di misure cautelari proposte per diversi indagati. Gli interrogatori preliminari sono iniziati in queste ultime ore, a seguito della richiesta formale dei pubblici ministeri.

Alcuni dettagli sulle manifestazioni a torino

Nel periodo compreso tra il 2023 e il 2024 si sono tenute cinque manifestazioni di natura antagonista a Torino, due delle quali organizzate dai gruppi Pro Pal. Queste proteste hanno attirato l’attenzione delle forze dell’ordine e della magistratura in seguito a episodi che hanno sollevato dubbi sulle modalità con cui si sono svolte. La procura ha raccolto elementi tali da sospettare comportamenti illeciti durante questi eventi, portando a una inchiesta dettagliata e articolata.

Le manifestazioni hanno visto la partecipazione attiva di diversi soggetti, alcuni dei quali sono finiti nel mirino degli inquirenti per presunte violazioni di legge. Le contestazioni attengono a episodi avvenuti durante le proteste, con particolare riferimento a eventuali atti di violenza o forma di sommossa. L’interesse principale della procura è capire quanto i promotori e i partecipanti abbiano contribuito a alterare l’ordine pubblico.

Le richieste cautelari dopo le indagini

In seguito alle indagini, la procura ha avanzato una richiesta articolata per la chiusura del fascicolo. Per quattro indagati si è deciso di chiedere le ordinanze di custodia cautelare in carcere, mentre per altre tre persone sono stati proposti gli arresti domiciliari. Questi provvedimenti punterebbero a limitare i rischi di reiterazione di reati o di fuga.

Oltre a queste sette misure più severe, per dieci altri indagati sono stati proposti provvedimenti meno restrittivi, come il divieto di dimora in specifiche zone e l’obbligo di firma presso gli uffici di polizia, con l’obiettivo di controllare e monitorare i loro movimenti. I provvedimenti cautelari riguardano complessivamente 21 persone su 47 coinvolte nell’inchiesta.

Il resto degli indagati risulta al momento sottoposto ad altre forme di investigazione o a verifiche in corso, mentre le operazioni procedono con gli interrogatori disposti dalla procura.

La fase degli interrogatori cautelari

Dal giorno precedente al ricevimento dell’informativa da parte della procura, sono state avviate le audizioni preventive, in cui gli indagati sotto misure cautelari o sotto indagine vengono ascoltati per chiarire la loro posizione. Questi interrogatori preliminari rappresentano una fase cruciale per comprendere la dinamica di quanto è avvenuto durante le proteste e per valutare eventuali elementi di difesa.

Le autorità giudiziarie intendono utilizzare le dichiarazioni raccolte per definire la strategia processuale, con la possibilità di proporre ulteriori azioni nei confronti degli indagati se emergeranno altri elementi significativi. Nel contempo, le autorità di pubblica sicurezza mantengono alta l’attenzione su possibili successive manifestazioni antagoniste in città.

Raccolta prove e monitoraggio costante

Il lavoro della procura si concentra ancora su raccolta prove, verifiche di testimonianze, acquisizione di filmati e altre fonti utili a ricostruire con precisione i fatti contestati. La gestione dell’ordine pubblico resta un tema caldo nel capoluogo piemontese, che prosegue con attenzione nel monitorare movimenti di protesta.

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