Il caso del video intimo di Stefano De Martino, finito online senza il suo consenso, ha preso una svolta decisiva. La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta per chiarire cosa è successo davvero. Il filmato, registrato dalle telecamere di sicurezza nell’appartamento della fidanzata del conduttore, è stato diffuso in rete, scatenando un’indagine che coinvolge anche chi ha condiviso il materiale. Questo passo è importante per difendere la privacy e la dignità personale nel mondo digitale.
Il video scoperto, la reazione di De Martino
Tutto è partito il 9 agosto 2025, quando Stefano De Martino ha ricevuto un messaggio da un follower che gli segnalava la presenza online di video intimi che lo ritraevano insieme alla sua fidanzata. È stato subito chiaro che qualcuno aveva violato la privacy della coppia: il filmato era stato preso dalle telecamere di sicurezza dell’abitazione della donna, trafugato attraverso un accesso abusivo ai sistemi informatici, e poi pubblicato. Il giorno dopo, mentre erano in vacanza in Costa Smeralda, De Martino e la fidanzata si sono presentati al commissariato di Porto Cervo per denunciare il furto e la diffusione del video, cercando di fermarne la circolazione.
L’inchiesta si allarga: dalle violazioni informatiche al revenge porn
L’indagine dei magistrati di piazzale Clodio è andata oltre il semplice accesso abusivo ai sistemi elettronici. Ora si indaga anche sul revenge porn, cioè la condivisione senza consenso di immagini sessualmente esplicite, reato previsto dalla legge n. 69 del 2019, il cosiddetto Codice Rosso. Nel procedimento, ancora contro ignoti, i pm vogliono risalire non solo a chi ha rubato o estratto il video, ma anche a chi lo ha diffuso su social e forum. Particolare attenzione è rivolta agli utenti che hanno commentato e rilanciato quei contenuti. La svolta è chiara: non si cerca solo il colpevole originale, ma anche chi ha alimentato il danno diffondendo il materiale.
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Autorità in campo contro la diffusione incontrollata
Dopo la diffusione del video, la Garante per la privacy è intervenuta per bloccare la visione pubblica del filmato. Il contenuto è stato rimosso dalle principali piattaforme, anche se alcuni utenti erano già riusciti a salvarlo e a condividerlo tramite chat e messaggistica. Questi tentativi però non hanno fermato del tutto la circolazione. Per questo, il 14 agosto 2025, De Martino e la fidanzata hanno presentato una seconda denuncia, con l’assistenza dei legali Lorenzo Contrada e Angelo e Sergio Pisani, per chiedere un’azione più decisa da parte delle autorità.
Due procure coinvolte e indagini coordinate
Oltre a quella di Roma, anche la Procura di Tempio Pausania segue il caso, concentrandosi sulla diffusione illecita di video e immagini sessuali. Proprio lì era stata presentata la prima denuncia, al commissariato di Porto Cervo. I due uffici giudiziari lavorano insieme per coprire ogni aspetto, seguendo le tracce digitali e cercando di individuare tutti i responsabili che hanno contribuito a far circolare il materiale sul web. La presenza di più procure sottolinea quanto sia complessa la vicenda e quanto sia importante un coordinamento per proteggere chi subisce violazioni della privacy.
L’indagine va avanti, con un’attenzione particolare a come si sono mossi online i diversi protagonisti. L’obiettivo è ricostruire tutta la catena di diffusione del video. Questa storia mostra le difficoltà di tutelare la privacy nel mondo digitale e la necessità che la giustizia reagisca con fermezza contro abusi e reati legati al web.