La procura di ivrea archivia l’accusa di omicidio volontario per la strage di brandizzo con 5 operai morti

La procura di ivrea archivia l’accusa di omicidio volontario per la strage di brandizzo con 5 operai morti

La procura di Ivrea esclude l’omicidio volontario nell’incidente del 30 agosto 2023 a Brandizzo, accusando 24 indagati tra persone e società come Rfi, Sigifer e Clf di omicidio colposo per negligenze nella sicurezza.
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L'incidente del 30 agosto 2023 a Brandizzo, in cui cinque operai sono morti travolti da un treno, ha portato a un'accusa di omicidio colposo per 24 indagati tra persone e società, escludendo il dolo volontario. - Gaeta.it

L’incidente del 30 agosto 2023 alla stazione di brandizzo, dove cinque operai persero la vita travolti da un treno, ha subito un’importante svolta giudiziaria. La procura di ivrea ha completato le indagini escludendo l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale, inizialmente ipotizzata. I 24 indagati, tra persone fisiche e società, sono ora accusati di omicidio colposo. I dettagli dell’inchiesta, le responsabilità e le società coinvolte sono oggetto di approfondimento.

Chi sono gli indagati e le accuse nel caso brandizzo

L’indagine condotta dalla procura di ivrea coinvolge 21 persone fisiche e 3 società. Le società accusate sono Rfi, responsabile dell’infrastruttura ferroviaria, Sigifer di borgo vercelli e Clf di bologna. Per tutti gli indagati l’accusa si è ridimensionata a omicidio colposo, cioè senza un intento volontario di causare la morte, ma con possibili errori o negligenze nella gestione della sicurezza.

Le persone indagate comprendono tecnici, dirigenti e dipendenti coinvolti nelle attività sui binari o nella supervisione operativa quella sera. L’inchiesta mira a chiarire eventuali omissioni o mancanze nelle misure di prevenzione e coordinamento tra le aziende. Si valuta se le procedure di sicurezza sono state rispettate o se si siano verificati difetti che hanno reso possibile il disastro.

Ricostruzione dell’incidente e dinamica della tragedia

Il 30 agosto 2023, un treno diretto da milano a torino transitava sulla linea principale alla velocità di circa 160 chilometri orari quando ha travolto cinque operai impegnati in lavori di manutenzione presso la stazione di brandizzo. I lavoratori, dipendenti di sigifer, erano attivi sui binari nel tardo pomeriggio.

Secondo le ricostruzioni ufficiali, la presenza simultanea dei tecnici sui binari e il passaggio del treno in transito hanno causato la collisione. Una serie di fattori come tempistiche di chiusura delle tratte, segnalazioni e comunicazione tra operatori ferroviari e squadre di lavoro sono al centro delle verifiche.

I cinque operai deceduti sono stati subito identificati: giuseppe aversa, kevin laganà, saverio giuseppe lombardo, giuseppe sorvillo e michael zanera. Sarebbe invece escluso che qualcuno possa aver agito con la volontà di mettere a rischio la vita dei lavoratori, dato l’esito dell’indagine.

Sviluppi dell’indagine e implicazioni per le società coinvolte

Il passaggio dall’ipotesi di omicidio volontario a quella di omicidio colposo modifica la direzione dell’intervento giudiziario, spostando l’attenzione sulle responsabilità tecniche e organizzative anziché su volontà o dolo. La chiusura dell’indagine da parte della procura ha formalizzato questo cambio di rotta.

Le società coinvolte, tra cui rfi che gestisce la linea ferroviaria, sigifer e clf, dovranno rispondere delle eventuali negligenze o carenze nelle procedure di sicurezza. Il processo verterà sull’accertamento di responsabilità specifiche sulle modalità di coordinamento, prescrizioni e rispetto delle normative sul lavoro.

Questa vicenda porta a interrogarsi sulla gestione della sicurezza nelle infrastrutture critiche in italia, dove incidenti simili hanno effetti drammatici su vite umane. Il quadro processuale continuerà a chiarire le cause e a stabilire le responsabilità degli attori coinvolti.

Inchiesta tra i casi più gravi del contesto ferroviario italiano

L’inchiesta sul disastro di brandizzo si colloca tra i casi più gravi degli ultimi anni nel contesto ferroviario italiano e rappresenta un punto di riferimento per future valutazioni sulle condizioni operative nei cantieri in prossimità delle linee attive.

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