L’Europa punta a rafforzare la crescita di tutte le sue regioni, dal centro fino alle zone di confine, per affrontare i cambiamenti geopolitici ed economici attuali. In questo contesto, la politica di coesione diventa uno strumento fondamentale per sostenere territori con esigenze diverse. Marco Marsilio, presidente della regione Abruzzo e leader del gruppo ECR al Comitato europeo delle Regioni, ha recentemente commentato le proposte della Commissione europea sul futuro di questa politica. Le dichiarazioni sono arrivate durante l’assemblea plenaria che ha avuto luogo a Bruxelles, fornendo spunti importanti sul ruolo delle istituzioni regionali nei nuovi equilibri europei.
Il ruolo della politica di coesione per la crescita regionale in europa
Secondo Marsilio, la forza dell’Europa risiede nella capacità di supportare ogni territorio seguendo le sue peculiarità. La politica di coesione si propone proprio di rafforzare questa caratteristica, mettendo a disposizione modalità di intervento pensate per rispondere alle crisi in corso. Non si tratta solo di investimenti economici, ma di preparare le regioni a gestire problemi complessi come quelli geopolitici, sociali ed economici, ormai strettamente interconnessi. Il presidente della regione Abruzzo ha sottolineato che “garantire la prosperità a tutto il continente significa anche adattare le risposte alle specificità territoriali.” Questo approccio mira a non lasciare indietro nessuna area, valorizzando le diverse condizioni locali e le esigenze concrete.
La politica di coesione si dimostra, quindi, un elemento chiave per mantenere equilibrio e coesione all’interno dell’Unione europea. Marsilio ha ribadito l’importanza di un investimento continuo in questo ambito, precisando che le sfide stanziate da eventi recenti richiedono strumenti mirati e flessibili. Solo così si possono superare problemi sistemici come la crisi abitativa, i limiti nelle risorse idriche, e le trasformazioni legate alla transizione energetica. Il presidente ha evidenziato come la diversità delle regioni esiga metodi adeguati, capaci di sviluppare una crescita sostenuta e capace di resistere a shock esterni improvvisi.
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La revisione di medio termine: novità e priorità per le risorse europee
Nel corso dell’assemblea plenaria a Bruxelles, Marsilio ha apprezzato la proposta presentata dal vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, che ha elaborato una revisione di medio termine per la politica di coesione. Questa proposta permette di orientare in modo più mirato le risorse europee verso alcune priorità emergenti. Marsilio ha evidenziato che “l’allineamento su base volontaria della politica di coesione risponde alle nuove necessità strategiche dell’UE, senza andare a stravolgere gli assetti già esistenti.”
Tra i settori principali indicati dalla revisione ci sono la difesa, la competitività delle imprese, la crisi delle abitazioni, la gestione delle risorse idriche, e la spinta verso la transizione energetica. La proposta mira a destinare fondi in modo diretto e flessibile, con strumenti e piani calibrati rispetto ai bisogni delle realtà regionali. Questo approccio non consente solo un’azione più rapida, ma anche la possibilità di adattarsi ai cambiamenti imprevedibili che caratterizzano il contesto internazionale e delle politiche europee.
In effetti, la revisione di medio termine riconosce l’aumento della complessità geopolitica e le ricadute economiche. Per Marsilio, allineare la politica di coesione alle nuove sfide rappresenta un passo necessario per rendere le regioni europee più resilienti, con risorse capaci di sostenere infrastrutture, servizi e territorio. Ciò sposta la discussione da un ruolo esclusivamente finanziario a un impegno verso la sostenibilità e la stabilità a lungo termine.
Verso la programmazione 2028-2034: bisogni di semplificazione e collaborazione con lo stato
Un aspetto rilevante emerso nei lavori di Bruxelles riguarda anche la futura programmazione 2028-2034 della politica di coesione. Marsilio ha accolto con favore la posizione espressa la scorsa settimana dal commissario al bilancio, Serafin, che ha scartato l’idea di un unico piano nazionale unico per la gestione dei fondi. Serafin ha indicato che l’organizzazione dei piani deve mantenere un equilibrio tra lo stato centrale e le regioni. Questo approccio riconosce il ruolo chiave degli enti locali nel definire priorità e nel gestire le risorse.
Secondo Marsilio, mantenere piani condivisi ed evitare concentrazioni di potere sulle risorse deve portare a una pianificazione più semplice e flessibile. Le regioni europee chiedono da tempo questo cambiamento per accelerare i progetti e ridurre gli ostacoli burocratici che spesso rallentano gli interventi. La nuova programmazione deve quindi tener conto della necessità di strumenti agili, capaci di rispondere rapidamente ai bisogni che emergono sul territorio.
Cooperazione e governance multilivello per una crescita equilibrata
L’attenzione si concentra anche sugli strumenti di dialogo e coordinamento tra stati e regioni, fondamentali per combinare le visioni e rispettare i diversi interessi locali. Marsilio ha sottolineato come la politica di coesione debba essere guidata dalla collaborazione, evitando scontri istituzionali e favorendo una governance che valorizzi le competenze territoriali. “Questo modello può contribuire a una crescita più equilibrata in tutta Europa, garantendo risposte più efficaci alle sfide di domani.”