la pirateria digitale in Italia resta diffusa nonostante le nuove misure di contrasto nel 2024

la pirateria digitale in Italia resta diffusa nonostante le nuove misure di contrasto nel 2024

Nel 2024 in Italia la pirateria audiovisiva coinvolge il 38% degli adulti, causando perdite economiche di oltre 2,2 miliardi di euro; nuove leggi e Piracy Shield puntano a contrastare lo streaming illegale.
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Nel 2024 la pirateria audiovisiva in Italia coinvolge oltre un terzo degli adulti, causando perdite economiche di miliardi di euro. Nuove leggi e strumenti come Piracy Shield cercano di contrastare il fenomeno, ma la lotta rimane complessa e richiede interventi multidimensionali. - Gaeta.it

Nel 2024 la pirateria audiovisiva in Italia continua a essere un fenomeno rilevante, coinvolgendo oltre un terzo della popolazione adulta. Film, serie tv, programmi e eventi sportivi vengono fruìti illegalmente, con un impatto economico grave per l’intero sistema Paese. Nuove leggi e piattaforme per bloccare la distribuzione illegale hanno iniziato a operare, ma la lotta alla pirateria resta complessa e richiede interventi su più fronti.

La nuova legge antipirateria e piracy shield

Nel 2023 è stata introdotta una nuova legge antipirateria volta a rafforzare le tutele contro la distribuzione illegale di contenuti audiovisivi e sportivi. Nel febbraio 2024 è stata attivata Piracy Shield, una piattaforma pensata per bloccare entro 30 minuti la messa online illegale di eventi sportivi live. Questo strumento si è dimostrato efficace nel ridurre la disponibilità di streaming non autorizzati per lo sport dal vivo.

L’opinione di federico bagnoli rossi e le prospettive future

Il presidente di Fapav, Federico Bagnoli Rossi, ha evidenziato come il fenomeno continui a coinvolgere persone consapevoli dei danni economici ma che non rinunciano al consumo illecito. «Per questo motivo la deterrenza legale è considerata un elemento chiave per frenare la pirateria.» Oltre a Piracy Shield, in fase di consultazione pubblica c’è un regolamento Agcom che potrebbe estendere la tutela a film e serie di prima visione, intervenendo più rapidamente contro i siti pirata.

Anche il settore sportivo si aspetta benefici dall’inasprimento delle pene e maggiori controlli sul commercio di dispositivi illegali, come il cosiddetto “pezzotto”, che permettono di accedere gratuitamente ai contenuti a pagamento. Per la Lega Serie A, fermare la pirateria significa proteggere tutta la filiera del calcio, dalla base alle squadre di serie A.

La diffusione della pirateria audiovisiva in italia nel 2024

Secondo il rapporto Fapav/Ipsos presentato a Roma durante gli Stati generali della lotta alla pirateria, il 38% degli italiani adulti ha visto almeno una volta contenuti audiovisivi in modo illecito nel 2024. Ciò si traduce in una stima di circa 295 milioni di atti di pirateria effettuati nell’anno. La percentuale resta elevata anche se ha subito un leggero calo negli ultimi due anni, sia per quanto riguarda gli utenti coinvolti sia per gli episodi di consumo illecito.

Le categorie più interessate sono film, serie tv e sport live. Questo dato indica che la consapevolezza sull’illegalità di queste azioni non si è tradotta ancora in una sostanziale diminuzione dei comportamenti illeciti. L’utilizzo di piattaforme non autorizzate rimane quindi una pratica diffusa tra una parte significativa della popolazione, la quale accede spesso a contenuti senza rispettare diritti e regolamenti vigenti.

Impatto economico e occupazionale della pirateria

Il danno economico che deriva dalla pirateria è particolarmente pesante per il settore culturale e sportivo. La stima del fatturato perso a causa della diffusione illegale dei contenuti ammonta a circa 2,2 miliardi di euro nel 2024. Questo deficit si riflette sulla produzione del PIL con una perdita stimata attorno ai 904 milioni di euro e oltre 12mila posti di lavoro a rischio nel panorama nazionale.

Perdite nella produzione audiovisiva e sportiva

Analizzando i dati più nel dettaglio, i film e le serie tv perdono quasi 61 milioni di visualizzazioni che si traducono in un danno economico di oltre 530 milioni di euro. Se si considerano anche gli abbonamenti legali non sottoscritti a causa della pirateria, la cifra supera i 778 milioni. Nel settore dello sport live, le fruizioni perse sono circa 12 milioni, corrispondenti a un danno economico stimato in 350 milioni di euro.

Il valore culturale e sociale di queste industrie contribuisce al peso economico di questi fenomeni, sottolineando come la pirateria colpisca un ambito strategico per il Paese sia sotto il profilo occupazionale sia per le ricadute sociali che genera.

Strategie e sfide della lotta alla pirateria audiovisiva

Nell’ambito dei contenuti audiovisivi, la pirateria si manifesta anche attraverso pratiche come il camcording, ovvero la registrazione illegale di film durante le proiezioni in sala. Questo fenomeno rappresenta una delle principali fonti di distribuzione non autorizzata. Per rispondere a queste criticità, è in preparazione una norma legislativa specifica mirata a contrastare questo tipo di violazione.

Le dichiarazioni di alessandro usai e sky italia

Alessandro Usai, presidente di Anica, ha sottolineato come i numeri delle perdite economiche per cinema e serialità televisiva siano particolarmente rilevanti. Nel sistema italiano la successione di sfruttamento commerciale, dalle sale cinematografiche alle piattaforme digitali, si basa su una serie di finestre temporali che la pirateria rompe, danneggiando l’intero ciclo produttivo.

Sky Italia ha rimarcato l’importanza di agire contro il senso di impunità che permane tra chi fruisce contenuti in modo illegale. La diffusione di una maggiore consapevolezza e il consolidamento di strumenti efficaci a reprimere la pirateria sono considerati elementi fondamentali da parte di diversi attori della filiera.

La lotta alla pirateria digitale in Italia nel 2024 mostra segnali di progresso, ma resta una sfida aperta, che coinvolge aspetti culturali, tecnologici e normativi. Rafforzare i controlli e sensibilizzare la popolazione appaiono passi obbligati per frenare una pratica che continua a causare danni economici importanti e mette a rischio posti di lavoro nel campo audiovisivo e sportivo.

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