La pac deve restare indipendente, c’è contrarietà al riallocamento dei fondi ue in un fondo unico

La pac deve restare indipendente, c’è contrarietà al riallocamento dei fondi ue in un fondo unico

Le associazioni italiane, guidate da cia-agricoltori italiani e Cristiano Fini, si oppongono all’accorpamento dei fondi pac con altri finanziamenti europei per tutelare autonomia, sovranità alimentare e investimenti mirati.
La Pac Deve Restare Indipenden La Pac Deve Restare Indipenden
Il settore agricolo europeo, con particolare opposizione delle associazioni italiane, respinge l’ipotesi di un fondo unico per i finanziamenti UE, chiedendo invece il mantenimento dell’autonomia della Politica Agricola Comune e un adeguamento automatico del bilancio alla inflazione. - Gaeta.it

La politica agricola comune resta al centro di un acceso dibattito tra i principali rappresentanti del settore agricolo europeo. In particolare, le associazioni italiane si mostrano contrarie a qualsiasi ipotesi di accorpamento dei fondi agricoli con altri finanziamenti europei in un unico fondo, temendo conseguenze negative per la governabilità e l’autonomia della politica agricola. La questione è emersa chiaramente durante una recente conferenza a Bruxelles, dove tecnici, politici e stakeholder dell’Europa meridionale hanno analizzato le sfide attuali e proposto strategie concrete per il futuro dell’agricoltura nel contesto europeo.

Il no di cia-agricoltori italiani all’ipotesi di fondo unico per i finanziamenti ue

Cristiano Fini, presidente di cia-agricoltori italiani, ha espresso con fermezza la posizione contraria alla creazione di un fondo unico che accorpi la pac ad altre risorse europee. L’incontro dell’Europarlamento dello scorso febbraio ha rappresentato un’occasione per riaffermare le ragioni di questo no, in un momento storico in cui si discute più volte della riforma del quadro finanziario pluriennale . Fini ha sottolineato che questo tipo di accorpamento non solo cambierebbe radicalmente la governance attuale, ma soprattutto metterebbe a rischio l’autonomia della pac, sottraendo strumenti specifici necessari ad affrontare le esigenze del comparto agricolo.

Sfide globali e rischi per la pac

L’argomento è cruciale in un’epoca segnata da instabilità nei mercati e crescenti sfide globali, come le tensioni geopolitiche e le variabili climatiche in rapido mutamento. Secondo cia, un fondo unico appiattirebbe le politiche agricole, frammentando le azioni e portando ad una ridefinizione nazionale delle strategie senza un coordinamento europeo condiviso. Questo scenario potrebbe compromettere la coerenza degli interventi e l’attuazione di una visione comune per il sostegno agli agricoltori.

La difesa della sovranità alimentare europea come priorità della pac

Uno degli aspetti principali richiamati da cia riguarda la necessità di mantenere i finanziamenti specifici destinati all’agricoltura, elemento indispensabile per tutelare la sovranità alimentare dell’Unione Europea. Alla luce delle tensioni sulle catene di approvvigionamento e sulle importazioni, restare autonomi nella produzione agricola diventa determinante per garantire sicurezza e stabilità. Gli investimenti mirati attraverso la pac permettono di sostenere la competitività delle aziende agricole europee, preservare le risorse naturali e sostenere la gestione sostenibile del territorio.

Rischi di de-focalizzazione degli investimenti

In particolare, cia sottolinea che solo mantenendo separati questi fondi si può evitare il rischio di de-focalizzazione degli investimenti, preservando la capacità della pac di operare su una programmazione chiara e adeguata ai bisogni del settore. Un cambio strutturale verso una frammentazione delle politiche avrebbe invece l’effetto di diluire le risorse e complicare l’applicazione di interventi mirati contro le problematiche specifiche di ogni area europea.

La proposta di cia per una collaborazione mirata tra fondi agricoli e strutturali

Nonostante la contrarietà all’ipotesi di fondi unici, cia ha presentato una proposta alternativa rivolta a rafforzare l’efficacia della pac attraverso sinergie con i fondi strutturali e di coesione europea. L’obiettivo è colmare le lacune infrastrutturali e idriche che condizionano molte realtà agricole, specialmente nel Mezzogiorno e in alcune zone dell’Europa meridionale. L’idea è di progettare interventi congiunti capaci di migliorare le reti, l’accesso alle risorse idriche e la capacità produttiva, senza compromettere l’autonomia gestionale della politica agricola comune.

Interventi puntuali per lo sviluppo agricolo

Questa collaborazione mira a intervenire in modo più puntuale sulle criticità che frenano gli investimenti e lo sviluppo agricolo. Così facendo, si potrebbero mobilitare risorse più consistenti in grado di superare le difficoltà strutturali che tagliano fuori territori importanti, favorendo un’agricoltura più resiliente e competitiva. La debolezza infrastrutturale, infatti, rappresenta un ostacolo concreto a una crescita equilibrata e sostenibile delle aziende sul lungo termine.

La richiesta di un meccanismo automatico di adeguamento del bilancio pac all’inflazione

Per rendere la pac più reattiva alle condizioni economiche in continua variazione, cia ha invitato la Commissione europea a inserire nel prossimo Qfp un meccanismo automatico che permetta di adeguare le dotazioni finanziarie in base ai tassi di inflazione reali. L’attuale sistema prevede aggiustamenti lineari o basati su previsioni rigide, ma non contiene strumenti tempestivi e flessibili per rispondere ai cambiamenti economici effettivi.

Un bilancio più dinamico per il settore agricolo

Questa proposta nasce dalla constatazione degli effetti che l’inflazione ha già avuto sui costi di produzione agricoli, come energia, materie prime e lavoro. Senza questo adeguamento automatico, gli stanziamenti rischiano di perdere potere d’acquisto e di non supportare più adeguatamente gli agricoltori. Un bilancio dinamico aiuterebbe a fronteggiare le emergenze, rendendo la pac uno strumento più funzionale e meno vulnerabile.

L’attenzione sugli stanziamenti finanziari conferma l’urgenza di calcolare con precisione le risorse necessarie, evitando sprechi ma anche tagli che ridurrebbero la capacità di intervento a fronte di crisi impreviste. La richiesta di cia evidenzia un approccio pragmatico volto a garantire continuità e stabilità nel sostegno al settore, elementi fondamentali negli anni a venire.

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