La Commissione europea sta definendo un piano dettagliato, denominato Circular economy act, che sarà pubblicato nel 2026. Questo documento promuove una serie di azioni concrete per la sostenibilità ambientale e la diffusione di un modello di economia circolare. Già nei prossimi mesi potrebbe partire una consultazione pubblica per coinvolgere cittadini e imprese sulle priorità da affrontare. In parallelo, la Commissione ha lanciato il Clean industrial deal, un documento che mette in fila le tappe per la transizione industriale in Europa. Questi programmi mirano soprattutto a rafforzare la competitività e a ridurre le dipendenze dall’estero.
Il circular economy act verso la pubblicazione nel 2026
Il Circular economy act è un progetto legislativo su cui la Commissione europea sta lavorando da tempo. L’obiettivo è definire una serie di misure per promuovere l’uso efficiente delle risorse e ridurre gli sprechi. La normativa dovrebbe entrare in vigore nel 2026 e rappresentare un punto di svolta nelle politiche ambientali europee. In vista del testo finale, è prevista una consultazione pubblica già a giugno 2025, per raccogliere suggerimenti e priorità dal mondo industriale, della ricerca e dalla società civile.
Consultazione pubblica partecipativa
La consultazione punta a rendere partecipativo il processo normativo, mettendo al centro le esigenze reali di imprese e cittadini. Saranno analizzate le filiere più impattanti per ottimizzare il ciclo di vita dei prodotti, dalla produzione al riciclo. L’attenzione si concentra anche su aspetti tecnici e regolatori per facilitare l’adozione di materiali riciclati e ridurre i rifiuti.
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La Commissione europea guarda al Circular economy act come a uno strumento chiave per migliorare la sostenibilità, senza però limitarsi a vincoli ambientali. La sfida consiste nel creare accordi concreti che favoriscano nuove opportunità di business e innovazione lungo tutta la catena produttiva europea.
Il clean industrial deal: una roadmap per la transizione del settore manifatturiero
All’inizio del 2025 la Commissione europea ha presentato il Clean industrial deal, una comunicazione strategica che non ha valore normativo, ma apre la strada agli interventi futuri. Si tratta della prima parte del piano più ampio di transizione industriale, che mette in evidenza quali settori dovranno giocare un ruolo cruciale affrontando la riduzione delle emissioni e un uso più responsabile delle risorse.
Industrie chiave e obiettivi ambientali
Tra le industrie chiave evidenziate ci sono i materiali da costruzione, la chimica verde, la produzione di energia sostenibile e la mobilità a basse emissioni. L’obiettivo è allineare la produzione europea alle esigenze ambientali, senza mettere in difficoltà la capacità produttiva delle aziende. La Commissione intende così ridurre la dipendenza da prodotti e materie prime importate da aree estere, che spesso presentano standard meno rigorosi sul piano ecologico.
Il Clean industrial deal prevede anche investimenti su tecnologie pulite e incentivi per le imprese che adottano processi più sostenibili. Si punta a creare un sistema in cui la decarbonizzazione non sia vista come un ostacolo, ma come un’opportunità per il rilancio economico.
Gli obiettivi industriali alla base delle nuove politiche comunitarie
Le nuove strategie della Commissione europea privilegiano tre obiettivi concreti e misurabili. Il primo riguarda il miglioramento della competitività delle aziende europee nei mercati globali, attraverso prodotti e servizi che rispettano nuovi standard ambientali, ma restano economicamente validi. Il secondo punta a ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime e componenti da paesi extra europei, un tema che ha ripercussioni geopolitiche e di sicurezza industriale, soprattutto dopo le crisi recenti.
Terzo, la Commissione si concentra sull’uso più razionale delle risorse naturali, cercando di ridurre l’inquinamento e promuovere il riciclo con un approccio che tenga conto anche dell’impatto economico. La parola chiave non è solo “sostenibilità“, ma un bilanciamento che consenta di mantenere livelli produttivi e occupazionali.
Direzione delle politiche industriali
In pratica, questi obiettivi indicano la direzione delle politiche industriali per i prossimi anni in Europa. Le aziende saranno spinte a innovare nelle tecnologie verdi e a ripensare i loro cicli produttivi, ma dovranno farlo rispettando il quadro competitivo mondiale. Le azioni legislative e le iniziative varate dalla Commissione mirano a sostenere questo percorso, attraverso strumenti normativi e supporti finanziari adeguati.
L’attenzione resta alta su settori strategici e filiere che contribuiscono in modo rilevante al Pil europeo, con un occhio alla resilienza e alla capacità di adattamento alle sfide ambientali e geopolitiche.