La nato chiede aumento spese militari europee: il dibattito in italia tra difesa e innovazione industriale

La nato chiede aumento spese militari europee: il dibattito in italia tra difesa e innovazione industriale

La Nato prepara il summit all’Aia per chiedere ai paesi membri, tra cui Italia, di aumentare gli investimenti in difesa e infrastrutture strategiche per fronteggiare le minacce di Russia e guerre ibride.
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L'articolo analizza la spinta europea a incrementare gli investimenti nella difesa, evidenziando il ruolo strategico e tecnologico dell’industria militare italiana, le sfide delle guerre moderne e la necessità di cooperazione e innovazione per affrontare minacce complesse e ibride. - Gaeta.it

La spinta per rafforzare i bilanci militari europei arriva in vista del summit nato in programma all’Aia il 24-25 giugno 2025. La richiesta principale sarà dedicare il 3,5% del Pil annuale alla difesa e un ulteriore 1,5% agli investimenti in infrastrutture e settori strategici della sicurezza. Tutti i paesi membri dovranno stabilire una nuova linea di intervento, con l’obiettivo di rispondere alla crescente pressione militare, soprattutto data la situazione di tensione con la Russia. A Roma, il 12 giugno, il segretario generale nato Mark Rutte ha incontrato la premier Giorgia Meloni per discutere dei dettagli di questa svolta.

L’industria della difesa come leva per la crescita tecnologica in italia

L’Italia si trova a dover considerare la difesa non solo sotto il profilo strategico ma anche come una leva per la crescita tecnologica e occupazionale. Il documento “Difesa. l’industria necessaria”, presentato il 9 giugno dalla Fondazione Luigi Einaudi, sostiene che investire nella difesa significa puntare sull’innovazione. I settori associati, come quello aerospaziale e quello tecnologico, spendono molto in ricerca scientifica e devono rispettare standard elevati di affidabilità. Investimenti di questo tipo contribuiscono al progresso tecnico-industriale anche della componente civile.

Ricerca e sviluppo in difesa: intelligenza artificiale e quantum computing

Il lavoro di ricerca e sviluppo in difesa si collega a tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale e il quantum computing, rendendo il campo altamente competitivo. Investire in difesa significa quindi rispondere a sfide complesse, ma anche migliorare le capacità produttive e consentire all’Italia di restare al passo con le trasformazioni industriali che influenzano settori molto diversi tra loro.

Complessità della guerra contemporanea secondo il ministro crosetto

Durante la presentazione del paper, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha evidenziato la complessità degli scenari in atto oggi. Ha sottolineato come la guerra moderna si presenti su tanti livelli diversi, da quelli più tecnologici come i droni e robot controllati da intelligenza artificiale, fino a quelle tradizionali in trincea, come accade in Ucraina. Secondo Crosetto, bisogna potenziare la produzione contrastando minacce che spesso si presentano a costi molto bassi.

Ha fatto notare, ad esempio, che “un attacco di droni a basso prezzo può richiedere una spesa estremamente elevata per respingerlo, come nel caso di una nave americana che ha usato missili che costano milioni per abbattere droni a poche migliaia di euro l’uno”. È un’ulteriore prova della necessità di bilanciare tecnologie sofisticate con sistemi economici per affrontare minacce nuove e diversificate. Questo mercato di difesa richiede flessibilità, grande capacità di produzione e controllo sui costi.

Lorenzo guerini e le priorità della nato per l’occidente

Intervenuto all’evento, Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, ha toccato un tema cruciale: la solidarietà tra i paesi occidentali. Ha rimarcato che questioni come gli aiuti militari e la cooperazione strategica “non si possono prendere alla leggera, soprattutto in una fase così delicata della politica mondiale”. Guerini ha definito fuori luogo l’obiettivo del 5% del Pil in difesa, una soglia che in passato è stata fissata ma che rischia di diventare simbolica se non sostenuta da azioni concrete.

Ha aggiunto che è necessaria una coniugazione tra capacità militari nazionali e comunitarie, chiedendo scelte pragmatiche e investimenti mirati. La difesa europea deve rafforzarsi, ha detto, proponendo un nuovo ruolo all’interno della Nato e investendo in tecnologie innovative e industria. “L’autonomia strategica europea dipende dalla capacità di inserirsi in un sistema credibile e attrezzato sotto il profilo militare, economicamente sostenibile e all’altezza delle minacce esterne”.

Geopolitica e minacce ibride: la visione di giuseppe benedetto

Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, ha descritto i rischi derivanti da una sottovalutazione della nuova realtà geopolitica. Ha ricordato che mentre in passato l’Europa si era adagiata su un benessere diffuso, altri attori hanno iniziato a cambiare il quadro internazionale introducendo guerre ibride, manipolazioni culturali e attacchi mirati a minare le democrazie occidentali. Questi fenomeni non si esauriscono sul campo militare, ma coinvolgono forme di conflitto più difficili da identificare e contrastare.

La risposta non può limitarsi a quel che si faceva in passato, ma necessita un confronto serio con le minacce di oggi. Perciò, anche in ambito europeo, si deve riconoscere l’urgenza di investire in difesa e sicurezza, senza nascondere debolezze o illudersi che la situazione si risolva da sola. C’è una lotta continua per i valori democratici e per la stabilità, che impone prudenza e determinazione nel costruire un sistema di difesa più solido e coerente con i rischi emergenti.

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