La NASA testa comunicazioni laser per inviare dati fino a 16 milioni di km

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La NASA sperimenta laser per trasmettere dati a 16 milioni di km. - Gaeta.it

Elisabetta Cina

26 Agosto 2025

La NASA ha fatto un passo avanti importante nelle comunicazioni spaziali, sperimentando una tecnologia laser in grado di trasmettere segnali su distanze molto più grandi rispetto alle tradizionali onde radio. Questo esperimento potrebbe aprire la strada a trasferimenti di dati più veloci e affidabili nelle missioni interplanetarie. In futuro, un sistema ottico basato su luce infrarossa potrebbe permettere di inviare video in alta definizione e altri dati pesanti a veicoli spaziali come quelli su Marte, riducendo di molto i tempi di attesa.

Nasa: il test del sistema Deep Space Optical Communications

Il progetto Deep Space Optical Communications della NASA ha messo alla prova una tecnologia capace di inviare segnali laser a quasi 16 milioni di chilometri, circa 40 volte la distanza tra Terra e Luna. È un salto notevole rispetto alle comunicazioni via onde radio, che hanno frequenze più basse e quindi una banda limitata per la trasmissione dati.

Durante l’esperimento, i dati digitali sono stati codificati in fasci di fotoni infrarossi trasmessi da una navicella verso la Terra. La luce, emessa come laser, viaggia nello spazio in un fascio molto stretto, mantenendo la potenza e limitando la dispersione. Questo rende la trasmissione più efficiente dal punto di vista energetico. La prova ha dimostrato come questa tecnologia possa superare i limiti che finora hanno rallentato la comunicazione con sonde e rover su altri pianeti.

Perché il laser cambia le regole del gioco

Usare la luce infrarossa invece delle onde radio significa poter trasmettere un flusso di dati molto più grande su distanze enormi. Codificare i dati nei singoli fotoni crea un canale più preciso e meno soggetto a interferenze. Inoltre, il fascio laser concentrato consuma meno energia rispetto ai segnali radio, che si disperdono nello spazio, aumentando così l’efficienza complessiva.

Da un punto di vista della sicurezza, un fascio di luce ben definito rende molto più difficile intercettare i messaggi. Le comunicazioni spaziali diventano così più riservate e meno vulnerabili ad attacchi. La sfida tecnologica è affinare strumenti capaci di inviare e ricevere questi fotoni con grande precisione, come i rilevatori superconduttori ad alta sensibilità che trasformano la luce in dati digitali da inviare a Terra.

Dal test con Psyche alle missioni di domani

Il test è stato fatto con la navicella Psyche, che sta viaggiando verso la fascia di asteroidi tra Marte e Giove. Il laser è partito dal modulo di comunicazione della sonda ed è stato captato dal telescopio Hale dell’Osservatorio Palomar in California, impiegando circa 50 secondi per coprire la distanza. Quel tempo corrisponde solo alla velocità della luce nello spazio, dimostrando che la tecnologia può già gestire orbite e movimenti precisi.

Il programma prevede altri test, soprattutto durante il sorvolo di Marte previsto per Psyche, per migliorare un sistema che potrebbe diventare centrale nelle comunicazioni spaziali. L’obiettivo è trasmettere video in alta definizione e dati in tempo reale senza ritardi significativi. Questo permetterebbe agli operatori a Terra di controllare veicoli su altri pianeti con maggiore efficacia, aprendo nuove strade nelle esplorazioni e nel rapporto uomo-macchina a grandi distanze.

Comunicazioni laser anche per militari e satelliti

Mentre la NASA lavora a questi esperimenti, anche le Forze Spaziali americane stanno sviluppando comunicazioni laser per integrare satelliti militari e commerciali in reti più rapide e sicure. Un esempio è il drone spaziale X-37B, che ha già testato trasmissioni ottiche per creare una rete capace di garantire la sicurezza nazionale con collegamenti meno vulnerabili.

I sistemi laser diventano così un elemento chiave per costruire una rete globale nello spazio, in grado di collegare mezzi civili, scientifici e militari con velocità e affidabilità impossibili da raggiungere solo con le onde radio. Questi progressi rendono più concreta la possibilità di gestire missioni di esplorazione profonda e difesa spaziale su larga scala.

L’esperimento DSOC segna un passo tecnologico che potrebbe rivoluzionare le comunicazioni nello spazio, rendendo possibili trasmissioni dirette e veloci verso corpi celesti lontani come Marte, migliorando la raccolta dati e il controllo remoto delle missioni. Gli sviluppi in corso puntano a fare di questa tecnologia uno standard per il futuro delle comunicazioni interplanetarie.