La nuova esposizione “more than kids” di Valerio Berruti debutta a palazzo reale con un ciclo di opere dedicate all’infanzia intesa come specchio delle sfide attuali. Attraverso sculture, disegni, affreschi e installazioni animate, l’artista affronta temi urgenti quali cambiamenti climatici, guerre e migrazioni, invitando a riflettere sul ruolo dei più giovani nella società contemporanea.
L’arte di valerio berruti e il racconto dei bambini come adulti responsabili
Valerio Berruti apre la mostra con una dichiarazione d’intenti chiarissima: “i miei non sono bambini, ma adulti, siamo noi”. In questo modo vuole ribaltare la percezione tradizionale dell’infanzia, proponendo figure di bambini che incarnano la consapevolezza e la responsabilità di fronte alle crisi globali. Le sue opere non fermano lo sguardo sull’innocenza, bensì lo rivolgono alla forza critica e alla fragilità che convivono in chi è chiamato a ereditare un mondo mutato.
Un universo simbolico tra speranza e denuncia
L’artista utilizza diversi linguaggi espressivi, dalla scultura alla pittura, passando per installazioni multimediali, per costruire un universo in cui i bambini diventano simboli di speranza ma anche di denuncia. Il loro volto è martoriato dagli eventi storici odierni, ma torna a fissare chi osserva con intensità, sollecitando a non ignorare le emergenze del pianeta e della società.
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La scultura monumentale don’t let me be wrong e il cortile di palazzo reale
Tra le opere più significative in esposizione, “don’t let me be wrong” si erge con imponenza nel cortile di palazzo reale. Questa scultura, concepita come una testa di bambina rivolta verso il cielo, interpreta il dolore e la preoccupazione legati ai cambiamenti climatici. L’installazione si completa con una colonna sonora firmata da Daddy G dei massive attack, che aggiunge una dimensione sonora intensa e coinvolgente.
Un messaggio ambientale in uno spazio pubblico
La presenza dell’opera in uno spazio pubblico così centrale a milano sottolinea l’urgenza del messaggio ambientale, traducendo un’emergenza globale in un segnale visivo forte. Questa scelta contribuisce a creare un dialogo tra arte e cittadinanza, invitando a condividere una responsabilità collettiva sulle questioni legate al clima.
La chiusura con la giostra di nina e la musica di ludovico einaudi
La mostra si conclude con “la giostra di nina”, un’installazione poetica che trasforma la riflessione in un’esperienza sensoriale. La giostra permette ai visitatori di salire su ali di uccellini bianchi, ambientate in un’atmosfera suggestiva e accompagnata dalla musica originale di ludovico einaudi. Questo momento finale offre una pausa di dolcezza e speranza, contrapponendo alla durezza dei temi trattati un’immagine piena di leggerezza.
Una metafora di resistenza e continuità
L’opera si presenta come una metafora della resistenza e della continuità della vita, un invito a tenere presente la bellezza e l’innocenza anche di fronte alle difficoltà del presente. In questo modo, Berruti chiude il percorso espositivo con un gesto carico di emozione e riflessione, valorizzando il linguaggio artistico come mezzo per sensibilizzare e coinvolgere il pubblico.
Il contributo del curatore nicolas ballario e la sinergia tra arte e musica
Il progetto espositivo è curato da Nicolas Ballario, che ha selezionato e organizzato le opere secondo un filo narrativo coerente e incisivo. Ballario ha collaborato con i musicisti coinvolti per integrare elementi sonori che accompagnano alcune installazioni, amplificando il senso delle immagini. Questa fusione tra arti visive e musica rende la mostra un’esperienza coinvolgente sotto più aspetti.
Dimensioni multisensoriali del racconto espositivo
La presenza di artisti come Daddy G e Ludovico Einaudi aggiunge spessore e dimensioni diverse alla comunicazione di Berruti, permettendo agli spettatori di immergersi in un racconto multisensoriale. Il confronto tra gli elementi visivi e sonori sollecita emozioni e riflessioni, rafforzando l’impatto del messaggio contro le minacce ambientali e sociali del nostro tempo.