La mostra "la forma dell’oro" porta a senigallia 400 gioielli dall’età del bronzo all’alto medioevo

La mostra “la forma dell’oro” porta a senigallia 400 gioielli dall’età del bronzo all’alto medioevo

Alla rocca roveresca di Senigallia dal 12 giugno al 8 dicembre 2025, una mostra con 400 gioielli dall’età del bronzo all’alto medioevo provenienti da sette regioni italiane, tra storia, arte e culture diverse.
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Dal 12 giugno al 8 dicembre 2025, la Rocca Roveresca di Senigallia ospita una mostra di 400 gioielli dall’età del bronzo all’alto medioevo, provenienti da sette regioni italiane, che raccontano la storia, l’arte e i contatti culturali del passato. - Gaeta.it

Un’esposizione di grande valore storico e culturale arriva alla rocca roveresca di senigallia il 12 giugno 2025. Sono 400 gioielli risalenti dall’età del bronzo fino all’alto medioevo, provenienti da varie regioni italiane, raccolti per raccontare la storia e le tradizioni di epoche lontane. L’evento, che resterà aperto fino all’8 dicembre, si concentra su manufatti recuperati nei depositi dei musei archeologici nazionali, finalmente resi accessibili al pubblico.

Una collezione proveniente da sette regioni italiane

I gioielli esposti provengono da sette diverse regioni italiane, coprendo un arco territoriale molto ampio che include l’Italia peninsulare e la Sardegna. La varietà dei materiali – bronzo, oro, pasta vitrea e pietre preziose – rappresenta le diverse tecniche artigianali utilizzate in varie epoche e località. Questa ampia provenienza garantisce un panorama ricco di stili, simboli e significati sociali differenti.

L’allestimento si sviluppa su due piani della rocca roveresca. Il sito ha recentemente beneficiato di lavori di adeguamento e di miglioramento degli impianti di climatizzazione, in parte finanziati con fondi Pnrr. Questi interventi hanno permesso di creare un ambiente adatto a preservare e valorizzare i preziosi reperti.

Gioielli come tracce di storia e contatti tra culture

La mostra non si limita ad esporre oggetti belli alla vista ma racconta una storia complessa fatta di abilità artigiana e progressi tecnologici. Ogni pezzo è testimonianza di scambi commerciali e culturali tra popolazioni diverse. Il rapporto tra simbolismo sacro e pratiche di magia tradizionale emerge in diversi manufatti, sottolineando il ruolo sociale e spirituale dei gioielli.

Tra i pezzi più suggestivi ci sono quelli realizzati in pasta vitrea o arricchiti da gemme. Questi ornamenti raccontano come l’arte orafa si sia evoluta superando i confini locali grazie a contatti tra culture del Mediterraneo. Si coglie qui un intreccio di influenze e significati che trascendono la semplice funzione decorativa.

Vicende personali raccontate dai gioielli

Alcuni reperti raccontano storie individuali che mettono in luce eventi drammatici e momenti di vita quotidiana. Una giovane, sorpresa dall’eruzione del Vesuvio, è stata ritrovata con i suoi gioielli ancora addosso mentre cercava di scappare. Un altro manufatto è un bracciale deformato rimasto impigliato nello stipite di una porta, evocando la fuga terrorizzata della sua proprietaria.

Questi dettagli danno voce alle persone di epoche lontane, conferendo ai gioielli un valore ulteriore rispetto a quello meramente estetico. Si tratta di testimonianze che colpiscono per la loro capacità di restituire frammenti di esistenze individuali, intrecciate con grandi eventi storici.

Le tracce dei celti nelle marche

Tra i manufatti spiccano quelli riferibili ai Celti, che si insediarono temporaneamente nelle Marche. Un elmo cerimoniale realizzato in zanne di cinghiale mette in evidenza l’importanza rituale degli oggetti. Le fibule e gli anelli a spirale ritrovati offrono ulteriore materiale per comprendere la vita e le usanze di queste popolazioni.

L’area delle Marche, quindi, si conferma come un luogo di incontro tra culture, in cui i Celti si integrarono per un periodo con le popolazioni locali. Questi oggetti dal forte valore simbolico sono testimonianze tangibili delle migrazioni e delle relazioni interpersonali di millenni fa.

Un progetto per valorizzare i tesori nascosti dei musei italiani

Luigi Gallo, direttore dei Musei nazionali delle Marche, ha sottolineato il valore del lavoro congiunto fra diversi istituti museali per dare visibilità a reperti conservati nei depositi. L’esposizione è il primo evento inaugurato nell’ambito di un sistema museale nazionale dedicato alla promozione del patrimonio nascosto.

Questa iniziativa dimostra come la collaborazione fra enti porti a risultati concreti nella conservazione e presentazione delle collezioni. Tra i compiti principali c’è quello di trasferire queste conoscenze alle nuove generazioni, stimolando interesse e studio. La mostra alla rocca roveresca si pone quindi anche come momento educativo oltre che culturale.

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