Lorenzo Caccialupi, studente romano di economia e finanza alla John Cabot University, ha raccontato all’Adnkronos cosa ha vissuto dopo l’uccisione di Charlie Kirk, noto attivista americano. Tornato da un semestre di studi alla San Diego State University, Lorenzo ha condiviso la sua esperienza diretta con Kirk, il clima nei campus Usa e le reazioni, spesso contrastate, scatenate dall’evento sui social.
A San Diego con Charlie Kirk: un incontro fuori dall’ordinario
Lo scorso maggio, poco dopo essere arrivato negli Stati Uniti per il suo semestre di scambio, Lorenzo ha partecipato a un evento con Charlie Kirk. L’attivista, famoso per i suoi tour nei campus universitari, era ospite a una ventina di minuti di macchina da dove Lorenzo si trovava con altri studenti internazionali, provenienti da Germania, Austria e Italia. Spinto dalla curiosità, ha deciso di seguirlo insieme agli amici.
Quello che ha visto l’ha sorpreso: una folla nutrita di sostenitori intorno a Kirk, con qualche manifestante contrario un po’ distante. Lorenzo ha raccontato di aver faticato a farsi spazio nel gruppo per arrivare vicino al palco, dove gli studenti potevano prendere la parola uno alla volta tramite microfono. Il confronto non era sempre tranquillo.
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Ha notato che anche chi si opponeva a Kirk faceva la fila per parlare, ma spesso gli attacchi erano poco argomentati, a volte si scadeva in accuse pesanti legate a estremismi. Lorenzo invece è riuscito a dialogare con Kirk, spiegando brevemente la sua posizione e mostrando rispetto, pur senza condividere tutto ciò che diceva l’attivista. L’incontro si è chiuso con un gesto simbolico: Kirk gli ha dato il suo cappello e Lorenzo gli ha stretto la mano, un segno di rispetto reciproco.
Dopo la morte di Kirk: solidarietà e reazioni contrastanti sui social
La notizia dell’attentato che ha ucciso Charlie Kirk ha colpito profondamente Lorenzo. Per questo ha realizzato un video per esprimere la sua vicinanza alla famiglia dell’attivista e per condannare chi ha festeggiato la sua morte per motivi politici o ideologici. “È vergognoso gioire per la morte di qualcuno solo perché ha idee diverse”, ha detto.
Lorenzo ha definito l’omicidio un atto terribile, soprattutto pensando alla moglie e ai due figli che Kirk lascia. Nel video ha condannato duramente chi ha compiuto il gesto e ha criticato chi ha reagito con esultanze, sottolineando come questo tipo di atteggiamento riduca la dignità di chi lo manifesta.
Sui social, Lorenzo ha attirato l’attenzione, anche se non cercava visibilità. Ha accettato insulti e attacchi personali senza rispondere, definendo quelle polemiche “tempo perso”. Il suo obiettivo era solo esprimere un punto di vista e solidarietà umana.
Il campus Usa e la sfida del dialogo aperto
Durante il semestre a San Diego, Lorenzo ha notato che l’ambiente nel campus non era particolarmente teso. C’erano differenze rispetto all’Italia, ma niente di ostile. “Parlando direttamente con gli altri – spiega – si percepiscono molte opinioni diverse e questo confronto fa parte della vita universitaria”.
Riflettendo su come in Italia si potrebbe arrivare a un dialogo simile, Lorenzo è scettico sulla possibilità di avere una figura come Charlie Kirk nel nostro paese. Ma soprattutto sottolinea che il problema vero è l’incapacità di discutere senza etichettare subito le persone come “fascisti” o “nazisti” solo perché hanno idee diverse. Un atteggiamento che rende difficile lo scambio di opinioni.
Lorenzo insiste sul diritto alla libertà di parola, ma senza che questo diventi motivo di aggressioni verbali o sociali. Racconta che, nelle università americane, è più comune rispettare chi la pensa diversamente, anche se non si è d’accordo.
Con la sua testimonianza, Lorenzo Caccialupi mette in luce aspetti della vita universitaria americana e la tragedia di una morte violenta, portando al centro la difesa della libertà di espressione e la denuncia dell’intolleranza. La sua voce offre uno sguardo internazionale su un dibattito che oggi attraversa non solo il mondo accademico.