La ministra Bernini sottolinea il ruolo del medico nell'innovazione biotecnologica al health innovation show 2025

La ministra Bernini sottolinea il ruolo del medico nell’innovazione biotecnologica al health innovation show 2025

La ricerca clinica italiana si trasforma grazie a biotecnologie e intelligenza artificiale, con Anna Maria Bernini che sottolinea il ruolo centrale del medico e incentivi per il ritorno dei ricercatori dall’estero.
La Ministra Bernini Sottolinea La Ministra Bernini Sottolinea
La ricerca clinica italiana punta su biotecnologie e intelligenza artificiale, valorizzando il ruolo del medico e il capitale umano, con nuove misure per il ritorno dei ricercatori e un ecosistema integrato tra ricerca, industria e sanità. - Gaeta.it

La ricerca clinica italiana si trova a un punto di svolta, spinta dalla crescita delle biotecnologie e dall’integrazione dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario. Al convegno held a Roma, “Health Innovation Show 2025”, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha evidenziato l’importanza della sinergia tra tecnologia e professionisti medici per migliorare la qualità delle cure. La discussione ha toccato aspetti legati al capitale umano e alle azioni messe in campo per sostenere i ricercatori nel Paese, con particolare attenzione alle disposizioni fiscali e strategie di rientro per i professionisti all’estero.

Il ruolo centrale del medico nella rivoluzione tecnologica sanitaria

Durante il convegno, Bernini ha chiarito che la biotecnologia non si limita più al solo campo farmaceutico, ma va considerata nel suo insieme, comprendendo design, robotica e altri ambiti connessi. Ha affermato che la tecnologia rappresenta uno strumento al servizio della sanità, mentre il vero protagonista resta il medico. La competenza clinica e l’empatia del medico guidano l’uso corretto dell’intelligenza artificiale, che non può sostituire la diagnosi basata sulla sensibilità umana. Il ministro ha espresso la necessità di ascoltarsi e confrontarsi tra attori diversi, da università a centri di ricerca e istituti tecnologici, per consolidare un approccio condiviso che metta al centro la persona e non solo l’innovazione tecnica.

Esperienza e tecnologia a braccetto

Questa visione punta a integrare l’AI nella pratica clinica come supporto, senza delegare totalmente a sistemi automatizzati le decisioni mediche. L’esperienza umana, ha precisato, rimane fondamentale. Lo sviluppo tecnologico deve procedere parallelamente al rafforzamento del capitale umano. Solo così si mantiene un equilibrio tra progresso scientifico e rispetto del paziente. L’intervento di Bernini ha coinvolto diversi specialisti e decisori, sottolineando la necessità di nuove strategie per affrontare la complessita delle sfide sanitarie oggi.

Misure per il ritorno e la valorizzazione dei ricercatori in italia

Un altro tema toccato nel convegno è stato il capitale umano, cruciale per la competitività del sistema scientifico nazionale. Bernini ha annunciato specifiche iniziative per richiamare ricercatori dall’estero e valorizzare chi già opera in Italia. Tra queste, uno sportello con 50 milioni di euro per sostenere chi torna dopo aver ottenuto borse di studio innovative all’estero. Questa misura si inserisce in un pacchetto più ampio di incentivi fiscali, che prevede sgravi fino al 90% per tredici anni per chi sceglie di rientrare a lavorare nel Paese.

Consolidare una rete di professionisti

L’obiettivo è ricostruire una rete solida di professionisti, cruciali per tradurre la ricerca di base in applicazioni concrete. Bernini ha posto l’accento sull’importanza dei Technology Transfer Officer, figure chiave per promuovere il passaggio delle scoperte dai laboratori alle industrie. Il ministro ha suggerito di favorire il loro ritorno in Italia, considerandoli fondamentali per collegare ricerca e impresa.

Questa attenzione al capitale umano intende colmare un gap rilevato da tempo nel sistema italiano. L’idea è quella di usare al meglio risorse e competenze, individuando ambiti prioritari su cui puntare con investimenti immediati. Si vuole così costruire un ecosistema dove la ricerca può prosperare, contribuendo a dare nuova spinta alla competitività internazionale del Paese nel campo scientifico.

La cattedrale della ricerca italiana: ambizioni e scelte per il futuro

Nel suo intervento, la ministra ha elogiato la necessità di fare scelte precise per costruire quella che ha definito la “cattedrale della ricerca italiana”. Questa metafora indica la volontà di realizzare un sistema unitario e solido, capace di sostenere la lunga attesa per innovazioni terapeutiche e tecnologiche capaci di trasformare la vita dei pazienti.

L’evento ha messo in luce i limiti che ancora rallentano l’accesso agli strumenti innovativi. Tra questi, la complessità burocratica e la frammentazione di risorse. Bernini ha richiamato l’urgenza di decisioni che agiscano subito, investendo in modo mirato per consolidare i punti di forza e colmare le lacune. Ha sottolineato come la ricerca clinica rappresenti un nodo strategico per la sanità e l’economia nazionale, chiamata a rispondere a bisogni reali con tempestività.

Un ecosistema integrato tra ricerca e industria

L’aspirazione è quella di creare un ambiente dove la ricerca di base si integri con lo sviluppo industriale e la pratica medica, un percorso che porta a soluzioni concrete per i pazienti. Questa visione richiede tempo, ma anche risorse e un confronto aperto tra enti pubblici, università e imprese, elementi emersi come imprescindibili durante il convegno romano. Il ruolo attivo dello Stato si concretizza nella promozione di misure finanziare e fiscali mirate a favorire il progresso scientifico e la mobilità dei talenti.

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