La migrazione in Italia nel 2024: numeri in calo e sfide per l'integrazione

La migrazione in Italia nel 2024: numeri in calo e sfide per l’integrazione

Nel 2024, l’Italia affronta una diminuzione della popolazione straniera e degli sbarchi, ma un aumento delle richieste di asilo e sfide significative nell’integrazione lavorativa dei migranti.
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La migrazione in Italia nel 2024: numeri in calo e sfide per l'integrazione - Gaeta.it

L’Italia si trova a gestire una complessa realtà migratoria nel 2024, con casi di arrivi diminuiti ma una crescita delle richieste di asilo. I numeri presentati nel 30° Rapporto sulle Migrazioni della Fondazione Ismu Ets offrono uno spaccato dettagliato e approfondito della situazione attuale. Nonostante una riduzione complessiva dei migranti residenti, bisogna fare i conti con le difficoltà di integrazione nel mercato del lavoro e nella società a livello più ampio.

Stranieri in Italia: una popolazione in calo

Al 1° gennaio 2024, la popolazione straniera in Italia è di 5,755 milioni, un calo di circa 20.000 unità rispetto all’anno precedente. Questo segna una diminuzione dello 0,3%. Se si analizzano i numeri più a fondo, emerge che 5,254 milioni di questi sono residenti, con una predominanza di cittadini non europei, che rappresentano circa il 70% del totale. Gli irregolari hanno subito un decremento costante dal 2019, attestandosi su circa 321.000, pari al 5,6% della popolazione straniera, in confronto al 7,9% del 2022.

Un altro dato significativo riguarda il tasso di natalità tra gli stranieri: dopo un picco di 80.000 nascite nel 2012, nel 2023 il numero è sceso a 50.000. Questo declino è accompagnato da una riduzione dei permessi di lavoro, che hanno registrato un calo del 42,2%. Ciononostante, sono aumentati i permessi rilasciati per motivi familiari, asilo, protezione internazionale e studio, indicando possibili cambiamenti nel profilo migratorio che il paese sta affrontando.

Sbarchi e richieste di asilo: una realtà in evoluzione

Il rapporto evidenzia un netto calo degli sbarchi di migranti via mare, con un decremento del 57,9% nel 2024 rispetto all’anno precedente, un dato ben accolto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Anche gli arrivi attraverso le rotte terrestri mostrano una tendenza al ribasso, passando da 5.600 nei primi sei mesi del 2023 a 3.400 nel periodo successivo.

D’altra parte, le richieste di asilo hanno visto un’impennata del 27,1%, toccando quota 116.000 nei primi nove mesi del 2024, in confronto alle circa 130.000 richieste complessive del 2023. Tra i richiedenti, sono in aumento i cittadini di paesi come Bangladesh, Cina, Sri Lanka, Marocco, India e Perù. È importante notare che non tutti coloro che entrano illegalmente presentano una domanda di asilo, creando così una distinzione importante nel panorama migratorio.

Mercato del lavoro: sfide per i migranti

La dimensione lavorativa degli stranieri in Italia rappresenta una delle sfide più impegnative. Nel 2023, i migranti occupati tra i 15 e i 64 anni sono stati 2,317 milioni. Mentre il tasso di attività per la popolazione italiana è aumentato dal 61,9% al 66,4% dal 2005 al 2023, per gli stranieri si registra un reversed trend, col tasso che è diminuito dal 73,4% al 69,6%. Analogamente, il tasso di occupazione degli italiani è salito dal 57,2% al 61,2%, mentre quello degli stranieri è finito al 61,6%. Un dato preoccupante è che il 15,5% dei disoccupati è straniero.

La situazione è ancor più critica per le donne migranti, a cui si affianca il problema dell’overqualification. Solo il 53,3% degli stranieri tra i 25 e i 64 anni possiede un diploma di scuola superiore, contro il 66,9% degli italiani. I laureati tra gli stranieri rappresentano il 12,4%, un numero che appare in netto contrasto con il 22,7% degli italiani. Questo gap si traduce in un’evidente difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro per chi ha conseguito un titolo di studio, creando così una barriera all’inclusione.

I cambiamenti nel sistema educativo: un futuro da costruire

Nonostante le sfide, la presenza di studenti non italiani nelle scuole italiane ha raggiunto numeri significativi. Nell’anno scolastico 2022/2023, erano 914.860 gli alunni senza cittadinanza italiana, che rappresentano l’11,2% del totale. Tra questi, il 44% proviene da paesi europei, oltre il 25% dall’Africa, il 20% dall’Asia e quasi l’8% dall’America Latina. I rumeni rappresentano il gruppo più consistente, seguiti da albanesi e marocchini.

La Lombardia emerge come la regione che accoglie il maggior numero di studenti migranti, elaborando un quarto del totale. La percentuale di scuole prive di studenti stranieri è diminuita, ribadendo un cambiamento significativo nella composizione demografica degli istituti scolastici. Negli ultimi quindici anni, gli alunni nati in Italia da famiglie migranti sono triplicati. Le “seconde generazioni” ora costituiscono più di due terzi degli alunni stranieri, segno che il futuro del sistema educativo dovrà tener conto di questi cambiamenti e favorire un’integrazione culturale e sociale sempre più profonda.

La situazione della migrazione in Italia nel 2024 racconta una storia complessa di sfide e opportunità, mostrando l’importanza di politiche efficaci per favorire l’integrazione e il benessere dell’intera società.

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