L’Anm ha annunciato una serie di iniziative di protesta nelle principali città italiane in vista del voto parlamentare sulla riforma costituzionale Nordio. La mobilitazione si svolgerà il 10 giugno, pochi giorni prima dell’esame definitivo in Aula, con eventi pubblici e assemblee rivolte ai magistrati. Tra le città coinvolte ci sono Milano, Roma e Bari, dove si prevedono momenti di alta partecipazione e confronto aperto.
Organizzazione della mobilitazione e città coinvolte
La giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati ha deciso di promuovere una mobilitazione diffusa nelle città di Milano, Roma e Bari per il 10 giugno 2025. Questa iniziativa anticipa di poco la discussione parlamentare della riforma costituzionale proposta dal ministro Nordio, riguardante modifiche importanti per il sistema giudiziario italiano. L’intento è far sentire la voce di chi lavora nella magistratura, in particolare su temi che potrebbero condizionare in modo sostanziale l’organizzazione e l’indipendenza della magistratura stessa.
Le iniziative a milano
A Milano, la mobilitazione prevede due momenti distinti ma collegati. La prima parte si svolgerà alle 15.30 sulla scalinata di Porta Vittoria, dove magistrati indosseranno toga e coccarda, tenendo una copia della Costituzione. Questa sarà una manifestazione simbolica, rivolta a mostrare visibilità e unità. Successivamente, dalle 16, è previsto un incontro assembleare all’interno dell’Aula Magna Galli-Alessandrini, con lo scopo di approfondire i temi della riforma attraverso il dibattito diretto.
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Roma e Bari avranno analoghe iniziative, anche se i dettagli precisi delle manifestazioni non sono stati ancora resi noti dall’Anm. L’obiettivo comune è valorizzare il confronto tra colleghi e coinvolgere i magistrati in un momento cruciale per il futuro della loro attività.
Assemblea di milano e interventi previsti
L’assemblea che si terrà a Milano all’Aula Magna Galli-Alessandrini sarà moderata da Raffaella Calandra, giornalista del Sole 24 Ore. Interverranno il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, e due accademici esperti: Gian Luigi Gatta, docente di diritto penale, ed Enrico Grosso, esperto in diritto costituzionale. Questi contributi offriranno un quadro tecnico e giuridico sulle implicazioni della riforma Nordio, focalizzandosi sugli aspetti penali e costituzionali.
La partecipazione del mondo forense
Il confronto non resterà circoscritto solo ai magistrati, infatti interverranno anche rappresentanti del mondo forense. Sono stati invitati Giampaolo Di Marco, segretario dell’Associazione nazionale forense, e Alberto Del Noce, presidente nazionale della Camera Civile. La loro presenza mira a creare un ponte con l’avvocatura e stimolare un dialogo più ampio tra diverse figure del diritto. Tale confronto potrebbe rivelarsi strategico per comprendere meglio le ricadute pratiche della riforma sull’intero sistema giuridico.
In questa cornice si inseriscono anche interventi di giovani magistrati in tirocinio. La scelta di dar spazio ai più giovani nasce dalla consapevolezza che proprio questa categoria potrebbe risentire maggiormente dei cambiamenti proposti, sia sul piano operativo sia istituzionale. L’assemblea rappresenterà dunque un’occasione per ascoltare diverse voci e costruire un documento di riflessione più articolato.
Il significato della mobilitazione nel contesto giuridico attuale
La proposta di riforma costituzionale porta con sé un carico di cambiamenti che toccano il cuore dell’autonomia della magistratura. Tale autonomia è per lungo tempo stata considerata un pilastro del sistema giudiziario italiano, garanzia di un equilibrio tra potere giudiziario e altri poteri dello stato. Le modifiche in discussione mirano a rivedere certi meccanismi di nomina e controllo, ma sollevano dubbi e resistenze tra i magistrati sulle possibili ripercussioni in termini di indipendenza.
La mobilitazione organizzata dall’Anm riflette il crescente malcontento tra i magistrati, che vogliono far sentire la loro posizione prima di un voto parlamentare decisivo. Ogni forma di protesta, pubblica o interna, cerca di sottolineare rischi percepiti nella riforma, in particolare in relazione alla separazione dei poteri e alla garanzia di giudizi imparziali.
Il coinvolgimento di varie città come Milano, Roma e Bari non è casuale, visto che tutte e tre rappresentano sedi con importanti uffici giudiziari e tradizioni di attivismo civile. Mostrare unità in più zone del paese serve anche a rafforzare un messaggio condiviso e a mantenere alta l’attenzione sul tema. È in corso un confronto delicato, in cui il ruolo della magistratura nella democrazia italiana appare centrale.
Giovani magistrati e riforma nordio
La presenza prevista di giovani magistrati in tirocinio costituisce un elemento significativo all’interno delle iniziative del 10 giugno. Essi rappresentano infatti non solo il futuro della magistratura, ma sono anche più esposti a subire gli effetti pratici derivanti da questa riforma costituzionale. Le nuove regole potrebbero incidere sulla loro carriera, sul modo di lavorare e sul percorso formativo che li aspetta.
L’Anm ha deciso di dare spazio a queste voci per rappresentare al meglio le diverse sensibilità presenti nel corpo magistratuale. In alcuni casi, i giovani magistrati si sono già espressi con forza contro certi passaggi della riforma, ritenuti lesivi dell’autonomia professionale.
Il dibattito aperto durante l’assemblea di Milano permetterà dunque anche di ascoltare testimonianze dirette dall’interno della magistratura in formazione. Questi contributi possono arricchire il confronto con spunti pratici sul campo, mettendo in luce problemi e preoccupazioni concrete, traducendo i temi tecnici in esperienze quotidiane.
Tutto ciò rischia di alterare un equilibrio delicato che ha garantito finora l’indipendenza e la stabilità delle funzioni giudiziarie. Nel contesto di mobilitazione più ampio questo aspetto assume particolare importanza, perché testimonia la partecipazione di un intero gruppo, non solo dei vertici istituzionali.
Il 10 giugno rappresenterà dunque una giornata significativa per l’Anm e per la magistratura italiana, chiamata a farsi sentire nel pieno della discussione sulla riforma Nordio. Sarà un momento di confronto acceso, dove si misureranno le diverse posizioni e si cercherà di influenzare l’agenda politica attraverso la partecipazione diretta degli operatori della giustizia.