In vista del 33° anniversario della strage di Capaci, il tema della lotta alla mafia torna al centro dell’attenzione con un richiamo forte alle responsabilità della società civile e delle istituzioni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato l’importanza di mantenere alta la guardia contro le infiltrazioni criminali, sottolineando come la mafia cambi volto e si leghi a nuovi settori economici e finanziari. Parole che riprendono un concetto caro a Giovanni Falcone, primo magistrato a sfidare apertamente Cosa nostra fino al sacrificio della sua vita.
La visione di giovanni falcone sull’inizio e la fine della mafia
Giovanni Falcone definiva la mafia come un fenomeno umano con un inizio e, per forza di cose, anche una fine. Questa affermazione contiene un invito esplicito a non abbassare la guardia, ma a mantenere un impegno costante, soprattutto educativo. Falcone puntava su una responsabilità diffusa, non solo delle istituzioni ma di ogni individuo nella società. Spingere ognuno a fare la propria parte significa impedire che la mafia possa radicarsi nelle zone d’ombra dove spesso si nascondono condotte indifferenti o ambigue.
L’importanza della coerenza e dell’impegno quotidiano
Falcone sottolineava l’importanza della coerenza, un impegno quotidiano che deve accompagnare ogni azione di contrasto. La mafia, secondo lui, può essere sconfitta coinvolgendo le nuove generazioni con un progetto educativo che le prepari a riconoscere e rifiutare ogni forma di illegalità. Questo approccio orienta ancora oggi la strategia antimafia, cercando di incidere sui meccanismi culturali e sociali che permettono a Cosa nostra e ad altri gruppi criminali di sopravvivere.
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Le trasformazioni della mafia e i nuovi legami con l’economia
Il presidente Mattarella ha richiamato l’attenzione sulle trasformazioni della mafia negli ultimi decenni. Non si tratta più solo di strutture violente, ma di organizzazioni capaci di infiltrarsi nel tessuto economico e finanziario. I traffici illeciti e i metodi da sempre associati alla mafia, restano purtroppo la punta dell’iceberg. Dietro, crescono rapporti e alleanze con imprenditori, professionisti e compagnie, che rendono il fenomeno più difficile da individuare e colpire.
Le cosiddette “zone grigie”
Le cosiddette “zone grigie” sono spazi in cui l’azione civica si indebolisce. Qui, la mafia sfrutta l’indifferenza o l’omertà per penetrare settori legali, ottenendo così profitti e influenza. Questa nuova configurazione impone un cambio di passo nelle strategie antimafia, richiedendo misure coordinate che coinvolgano controllo, trasparenza e sanzioni mirate. La società civile deve restare vigile, riconoscendo questi segnali e opponendosi con determinazione.
L’appello alla vigilanza e al coinvolgimento delle nuove generazioni
Nel discorso pronunciato per il 33° anniversario della strage di Capaci, Mattarella ha invitato a mantenere viva la memoria e a rafforzare la partecipazione civile. La responsabilità di un futuro libero dalla mafia, ha sottolineato, spetta soprattutto ai giovani. Coinvolgerli significa trasmettere valori e strumenti necessari per affrontare ogni forma di criminalità.
L’impegno delle istituzioni deve andare di pari passo con quello della società. Solo così si può mantenere la pressione su chi continua a perpetrare il sistema mafioso. La memoria delle vittime della mafia, come Falcone, rappresenta un monito che spinge a non lasciare spazio a comodità o indifferenza. La strada resta lunga e più complessa, ma l’obiettivo resta quello di estirpare ogni radice criminale.
Gli appelli di Mattarella riflettono una strategia che guarda alla prevenzione e all’educazione, senza perdere di vista il contrasto giudiziario e la sicurezza. L’attenzione ai segnali di cambiamento della mafia implica un impegno costante nella società e nelle istituzioni. La lotta contro la mafia guarda al futuro attraverso il ricordo del passato e le sfide del presente.