la gestione della asl di Pescara tra deficit economico e criticità organizzative nella sanità abruzzese

la gestione della asl di Pescara tra deficit economico e criticità organizzative nella sanità abruzzese

La asl di Pescara affronta problemi organizzativi e finanziari legati a tagli di bilancio, con effetti su pazienti e personale medico; la delibera sui climatizzatori evidenzia priorità discutibili nel sistema sanitario abruzzese.
La Gestione Della Asl Di Pesca La Gestione Della Asl Di Pesca
La ASL di Pescara, pur con un deficit minore rispetto ad altre ASL abruzzesi, affronta gravi problemi organizzativi, finanziari e di personale, che compromettono la qualità dei servizi sanitari e le condizioni di lavoro del personale medico e infermieristico. - Gaeta.it

La situazione della asl di Pescara riflette le difficoltà del sistema sanitario regionale. Anche se questa azienda sanitaria ha un deficit minore rispetto alle altre tre asl abruzzesi, permangono problemi organizzativi che colpiscono sia utenti sia il personale medico e infermieristico. Le tensioni derivano da tagli di bilancio e ritardi negli interventi necessari, come dimostra una recente delibera sulla spesa per l’installazione di climatizzatori in una delle sedi amministrative.

Il contesto economico della asl di pescara e dei servizi sanitari in abruzzo

Negli ultimi sette anni, la sanità in Abruzzo ha affrontato una gestione spesso legata a tagli e riduzioni di spesa, specialmente nei governi di centrodestra. La asl di Pescara, pur avendo un deficit più contenuto rispetto ad altre aziende sanitarie regionali, non è immune da problemi finanziari e conseguenti disagi nella gestione quotidiana. Il governo regionale ha imposto riduzioni che si riflettono sulle prestazioni offerte ai pazienti e su condizioni di lavoro spesso difficili per il personale.

Il bilancio rimane un elemento critico: i fondi limitati costringono a scelte che non sempre si concentrano sulle priorità di pazienti o operatori sanitari. I tagli incidono sulla qualità dei servizi, con effetti evidenti sulle prestazioni urgenti e di routine. Gli operatori si trovano a gestire carichi di lavoro crescenti, mentre la popolazione denuncia tempi di attesa insostenibili, che mettono a rischio il diritto alla salute. Questa situazione alimenta un circolo vizioso che aggrava ulteriormente la frustrazione di chi lavora negli ospedali e delle persone che vi si rivolgono.

I problemi organizzativi e la delibera sui climatizzatori: simbolo delle priorità sbagliate?

Un caso emblematico delle criticità interne è rappresentato dalla delibera n. 1806 del 20 maggio 2025. La asl di Pescara ha stanziato 150.000 euro per installare climatizzatori senza unità esterna nella palazzina “F” dell’ex ospedale, sede adibita ad uffici direzionali. Questo investimento, definito necessario per il comfort degli uffici, è stato criticato perché interviene mentre utenti e personale sopportano condizioni di lavoro e di fruizione delle cure ben più problematiche.

Il consigliere regionale Antonio Di Marco ha sottolineato come i problemi reali riguardino la carenza di personale, i turni massacranti e le attese lunghe per prestazioni essenziali, che colpiscono la qualità dell’assistenza. L’attenzione sembra concentrata su spese per strutture amministrative, mentre il personale sanitario e i pazienti subiscono un peggioramento del servizio. Questa delibera è vista come esempio di una gestione poco attenta a chi vive quotidianamente la realtà ospedaliera e sociale.

Le condizioni di lavoro di medici e infermieri, una testimonianza dalle corsie di pescara

Non solo i pazienti pagano il prezzo dei limiti del sistema. Anche chi lavora nell’ospedale è sotto pressione. Medici, infermieri e specialisti affrontano spesso turni prolungati, carenza di personale stabile e salari non adeguati. Tra i problemi segnalati ci sono anche la presenza di precari, che operano in condizioni di insicurezza e senza garanzie, nonostante svolgano un ruolo fondamentale.

Di Marco evidenzia il rischio che i professionisti sanitari si facciano portavoce pubblici di questa situazione, mettendo in luce condizioni di lavoro faticose e disorganizzate. Fra ospedali grandi e piccoli, il sistema è bloccato da una burocrazia rigida che rallenta i processi di miglioramento. Nei piccoli centri come Popoli Terme e Penne ci sono ancora dubbi sul reale ripristino di servizi come Ortopedia, nonostante le rassicurazioni del direttore sanitario fornite in commissione pochi giorni fa. L’organizzazione interna resta un nodo irrisolto.

Un appello al riallocamento delle risorse per salvaguardare la sanità pubblica

Di fronte a queste difficoltà, emergono richieste di una gestione più attenta delle poche risorse disponibili. Concentrarsi su pazienti e personale significa spendere bene i fondi per risolvere problemi concreti, come migliorare l’accesso alle cure, ridurre le liste d’attesa e garantire condizioni di lavoro dignitose. Nel contesto attuale, molte persone rinunciano a cure importanti, mentre le strutture faticano a rispondere alle esigenze del territorio.

Il deficit, cresciuto in modo rilevante durante la precedente amministrazione regionale di centrodestra, rappresenta un ostacolo che rischia di compromettere il diritto alla salute per tanti abruzzesi. Per questo, la gestione della asl di Pescara e delle altre asl va osservata con attenzione, evitando sprechi e puntando a soluzioni concrete. La situazione attuale indica però che nel settore sanitario regionale c’è ancora molta strada da fare.

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