Una paziente di 47 anni è deceduta dopo un intervento di liposuzione presso uno studio medico di Roma che risultava privo di autorizzazioni da oltre un decennio. L’episodio ha sollevato dubbi sulla legalità e la sicurezza delle pratiche chirurgiche svolte nella struttura, ubicata in zona Torrevecchia. Sono state avviate indagini e iscritti nel registro degli indagati il titolare dello studio e due operatori sanitari coinvolti nell’operazione.
Lo studio chirurgico senza permessi dal 2007
La clinica, in realtà un appartamento trasformato in ambiente per interventi estetici, aveva ottenuto l’ultima autorizzazione ufficiale nel 2007. Da allora, nessun rinnovo è stato presentato né concesso, rendendo illegale la prosecuzione delle attività. Le autorità hanno evidenziato come, nonostante l’assenza di permessi validi, il centro abbia continuato a operare per almeno 13 anni.
Un elemento chiave nella vicenda riguarda l’assenza di controlli efficaci sulle strutture di chirurgia estetica non ospedaliere. Questo ha permesso ad alcuni soggetti di esercitare con licenze scadute, esponendo pazienti a rischi potenzialmente gravi. Nel caso specifico, lo studio si trovava in un’abitazione privata, una scelta che rendeva più difficoltosi i monitoraggi e le ispezioni periodiche da parte delle autorità sanitarie.
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I protagonisti e i precedenti giudiziari
Il titolare dello studio è un medico peruviano di 65 anni, Jose Lizarraga Picciotti, che risulta indagato per la vicenda insieme all’anestesista e a un’infermiera presenti durante l’intervento. Picciotti aveva in passato già affrontato accuse per lesioni colpose durante operazioni di chirurgia estetica, con denunce risalenti al 2006 e al 2018.
Questi precedenti riguardano pazienti che avevano subito complicazioni dopo liposuzioni o altri interventi presso strutture gestite dal medico. Anche l’anestesista coinvolto nelle operazioni ha qualche segnalazione in ambito giudiziario, sebbene non sia direttamente connessa alla sua attività professionale. La presenza di questi trascorsi ha aumentato l’attenzione degli investigatori sul ruolo degli operatori durante la procedura fatale.
Il decesso e le indagini in corso
La donna di 47 anni è stata colta da un malore durante l’intervento di liposuzione. Secondo le prime ricostruzioni, il deterioramento delle sue condizioni è avvenuto nel corso dell’operazione. Dopo alcune ore in ospedale, la paziente è deceduta. L’episodio ha fatto scattare immediatamente le indagini da parte della procura di Roma.
Il pubblico ministero Andrea D’Angeli, titolare del procedimento, disporrà a breve l’autopsia per chiarire con precisione le cause della morte e stabilire eventuali responsabilità. Verranno valutati sia gli aspetti clinici che l’effettiva regolarità delle operazioni. La posizione di tutti gli indagati resta al momento definita nell’ambito delle verifiche scientifiche, così da accertare se siano stati rispettati i protocolli di sicurezza minimi.
Controlli e rischi nella chirurgia estetica non autorizzata
L’episodio richiama l’attenzione sulla necessità di una vigilanza più rigorosa sulle strutture che praticano interventi estetici. L’assenza di autorizzazioni aggiornate costituisce un grave problema, soprattutto quando coinvolge terapie invasive come la liposuzione. Questi ambienti possono non possedere attrezzature adeguate o personale qualificato nel caso di emergenze.
Altre indagini in Italia hanno già evidenziato criticità simili, con studi non in regola che continuano a operare senza tutele. I pazienti spesso ignorano la mancanza di certificazioni e affidano la propria salute a professionisti con precedenti non trasparenti. Le autorità sanitarie stanno valutando misure per rafforzare i controlli e informare meglio l’opinione pubblica sui pericoli legati a trattamenti in strutture non regolari.