Il riconoscimento del lavoro di cura sta acquisendo sempre più importanza in un mondo che cambia rapidamente. Le analisi recenti, come quella condotta dal Gender Equality Advisory Council , mettono in luce l’urgente necessità di considerare questo settore non solo come un aspetto sociale, ma anche come un componente cruciale dell’economia globale. La ministra alla Famiglia, alle Pari Opportunità e alla Natalità, Eugenia Roccella, ha sottolineato come l’invecchiamento della popolazione e la denatalità richiederanno un approccio rinnovato e approfondito al lavoro di cura, di fondamentale importanza per il futuro.
Un settore sotto silenzio ma vitale
Il lavoro di cura, spesso invisibile e raramente valorizzato, rappresenta una risorsa fondamentale per la società. Roccella ha evidenziato che “tutte le donne lavorano”, anche quelle che non possiedono un’occupazione formale o retribuita. Questa affermazione apre un dibattito su come le contribuzioni non riconosciute influenzino non solo le singole vite delle donne, ma anche l’economia in generale. Il futuro economico richiederà una revisione di queste dinamiche, valorizzando competenze e sforzi finora trascurati.
La ministra ha parlato della necessità di un approccio innovativo che tenga conto delle responsabilità di cura in modo da integrarle nel riconoscimento lavorativo. È essenziale non solo preservare il valore delle attività attuali, ma anche promuovere nuove caratteristiche e forme lavorative nell’ambito del caregiving. La sfida è rendere il lavoro di cura uno strumento di ricchezza e valorizzazione per tutti, piuttosto che un peso da sopportare.
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Focus del Geac: priorità strategiche per il futuro
Il Gender Equality Advisory Council si concentra su quattro temi rilevanti: conflitti, cura, Generazione Z e istruzione. Questi aspetti sono considerati cruciali per i leader del G7, i quali sono invitati a investire maggiormente in questi ambiti. Il lavoro di cura, in particolare, è visto come un elemento centrale per il futuro, vista la previsione di quasi 300 milioni di posti di lavoro creati entro il 2035. La crescente domanda di risorse dedicate alla cura impone un’analisi approfondita dei modi in cui le donne possono conciliare lavori retribuiti con le responsabilità familiari e comunitarie.
Il Geac ha lanciato un appello affinché i leader del G7 riconoscano e investano nel lavoro di cura. Questa richiesta si basa sulla consapevolezza che apprezzare il valore del lavoro di cura non solo come una necessità sociale, ma anche come un’opportunità economica, è determinante per il benessere della società. È essenziale, pertanto, non solo garantire che le donne possano trovare un equilibrio tra vita professionale e cure personali, ma anche rendere il caregiving parte integrante delle politiche economiche.
La Carevolution: trasformare il lavoro di cura
Una delle proposte chiave avanzate dal Geac è quella di avviare una sorta di “CaRevolution“, che mira a cambiare la percezione del lavoro di cura da un onere invisibile a un pilastro fondamentale dell’economia. Investire in questo settore non significa solo sostenere le famiglie e le persone che forniscono assistenza, ma anche promuovere la crescita economica e l’equità di genere. La ministra Roccella e altri sostenitori sperano che questa nuova visione porti alla creazione di politiche che valorizzino il lavoro di cura e che lo rendano un elemento rispettato all’interno della forza lavoro.
Il riconoscimento delle competenze acquisite nel lavoro di cura è un passo necessario per costruire una società più equa. Trasformare questa dimensione in uno strumento economico richiede un impegno congiunto da parte dei governi e del settore privato, con l’intento di migliorare la qualità della vita di donne e uomini in tutte le fasi della vita. Il momento storico attuale presenta opportunità uniche per rivalutare e riequilibrare i ruoli di genere nel mondo del lavoro, ponendo il lavoro di cura al centro delle agende politiche, sociali e culturali.