La crisi della ricerca scientifica negli stati uniti sotto la seconda presidenza trump: tagli, proteste e incertezze

La crisi della ricerca scientifica negli stati uniti sotto la seconda presidenza trump: tagli, proteste e incertezze

I primi cento giorni della seconda presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti segnano tagli drastici ai finanziamenti del National Institute of Health, della NASA e delle università come Harvard, con gravi ripercussioni sulla ricerca scientifica e medica.
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L'articolo analizza i profondi tagli ai finanziamenti della ricerca scientifica negli Stati Uniti durante i primi cento giorni della seconda presidenza di Donald Trump, con impatti significativi su programmi chiave come la Women’s Health Initiative, agenzie federali e università, suscitando forte preoccupazione nella comunità scientifica. - Gaeta.it

Negli Stati Uniti, i primi cento giorni della seconda presidenza di Donald Trump hanno segnato un momento di forte turbamento per la comunità scientifica e per la ricerca pubblica. Le decisioni dell’amministrazione, caratterizzate da riduzioni profonde ai finanziamenti e da restrizioni nei programmi di studio, hanno sollevato allarmi sulle conseguenze a lungo termine per la scienza americana. L’intento dichiarato di contenere la spesa federale e finanziare le promesse elettorali si è tramutato in una serie di provvedimenti che stanno sconvolgendo un sistema di ricerca consolidato da decenni.

Il caso della women’s health initiative: un programma di ricerca in bilico

Un esempio emblematico arriva dalla Women’s Health Initiative , un progetto nato nel 1991 che ha coinvolto oltre 160mila donne con l’obiettivo di studiare le condizioni di salute legate alla menopausa. Il programma ha prodotto risultati fondamentali, impattando decisamente la gestione medica internazionale dei rischi cardiovascolari, oncologici e muscoloscheletrici in età avanzata. Nonostante questa importanza, il whi è stato messo sotto i riflettori negativi dell’amministrazione trumpiana.

Il National Institute of Health ha comunicato di voler sospendere i finanziamenti dalla fine dell’estate 2025, alimentando timori sul possibile smantellamento del progetto più vasto al mondo dedicato alla salute femminile. Il costo sostenuto dallo stato, inferiore a 10 milioni di dollari annui, sembra infatti uno dei pochi nei quali si è deciso di intervenire con tagli drastici. Le reazioni sono state vivaci, soprattutto perché il programma serve una fascia di popolazione ampia e in crescita. In seguito alle proteste, il nih ha annunciato un possibile ripensamento sulla decisione, anche se i dettagli ufficiali non sono ancora stati diffusi. Questa vicenda riflette la tensione tra esigenze politiche legate a un’agenda anti-woke e i bisogni della ricerca scientifica.

Il peso dei tagli sulle agenzie governative e le ripercussioni

La strategia economica del governo si è tradotta in un’imposizione di risparmi obbligatori alle agenzie federali. Ad aprile 2025, al congresso sono state approvate misure che impongono al governo federale una riduzione minima di 4 miliardi di dollari nelle spese annuali. Ciò ha aperto la strada a tagli più pesanti, previsti nei prossimi mesi e che potrebbero incidere pesantemente sul finanziamento scientifico.

I piani prevedono un possibile taglio complessivo di circa 1500 miliardi entro il 2026 su scala federale, con impatti severi su enti chiave della ricerca. La Nasa potrebbe vedere il suo budget a metà di quello attuale, mentre il National Institute of Health dovrebbe ridurre il suo finanziamento del 40%. Solo per dare un’idea, il nih dispone nel 2024 di circa 48 miliardi di dollari, budget che sostiene più di 6000 progetti di ricerca ogni anno e rappresenta la principale fonte di finanziamento pubblico della ricerca medica americana.

Una riduzione di queste dimensioni rischia di paralizzare lo sviluppo di farmaci e terapie: negli ultimi dieci anni quasi il 99% dei medicinali approvati dalla Food and Drug Administration statunitense è nato da progetti finanziati dal nih. L’impatto negativo potrebbe quindi tradursi in una minore innovazione medica, con effetti diretti sulla salute pubblica non soltanto degli americani ma di tutto il mondo, data l’influenza della fda sulle normative internazionali.

Università sotto pressione: il controllo dei finanziamenti e la lotta contro il dissenso

Alle difficoltà economiche si somma una nuova tensione politica che coinvolge le grandi università americane. Queste istituzioni, tradizionalmente autonome e sedi di critica verso l’amministrazione, si trovano ora nel mirino di un governo deciso a restringere i flussi di finanziamento e ad esercitare un controllo più stringente. Almeno 6 miliardi di dollari in fondi di ricerca sono stati tagliati o congelati verso alcuni atenei di prestigio.

Harvard ha risentito di sospensioni per oltre due miliardi, motivazioni legate a proteste contro le vicende Medio Oriente ospitate nei suoi campus. Columbia ha perso 400 milioni, mentre University of Pennsylvania e altre università come Cornell, Princeton e Northwestern hanno visto bloccati fondi senza motivazioni particolari, anche se la linea sembra orientata a combattere quella che definisce “ideologia di sinistra estrema”. Al centro di queste controversie c’è anche la discussa partecipazione di atlete transessuali a programmi sportivi, in particolare alla University of Pennsylvania.

La scienza americana in un momento di forte svolta: timori e attese

La comunità scientifica negli Stati Uniti guarda con preoccupazione agli sviluppi degli ultimi mesi. L’impatto dei tagli e delle restrizioni sulle agenzie federali, sul nih e sulle università si traduce in una crisi che potrebbe comprometterne la capacità di produrre conoscenza e innovazione. La ricerca medica, le scienze ambientali, l’astronomia e molti altri campi rischiano di vedere ridotte le proprie risorse, con conseguenze su scala nazionale e globale.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno sostenuto la ricerca come volano per la supremazia tecnologica, militare ed economica: ora la rotta sembra cambiare vertiginosamente. Nonostante alcune aperture, come il possibile rifinanziamento del programma whi, la sensazione è che la politica della nuova amministrazione porterà a uno scenario nel quale l’ecosistema scientifico americano dovrà riorganizzarsi e perdere terreno, forse in modo irreversibile. Il dibattito resta aperto anche mentre le mosse del governo continuano a suscitare dibattiti e mobilitazioni nel mondo accademico e tra i ricercatori.

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