La Corte Di Milano riconosce violenza psicologica ed economica come causa di addebito nella separazione

La Corte Di Milano Riconosce V

Milano, violenza psicologica ed economica riconosciute nella separazione - Gaeta.it

Laura Rossi

5 Settembre 2025

La Corte d’Appello civile di Milano ha confermato una sentenza che attribuisce l’addebito della separazione a un marito responsabile di violenza non solo fisica, ma anche psicologica ed economica nei confronti della moglie. Questo riconoscimento sottolinea come comportamenti di controllo, intimidazione e sopraffazione, in particolare nella gestione delle finanze familiari, costituiscano forme di abuso ugualmente dannose. La decisione si inserisce nel contesto italiano dove la giurisprudenza sta ampliando la nozione di violenza domestica, includendo anche le forme più subdole e meno evidenti.

La violenza psicologica ed economica riconosciute come abuso concreto nella sentenza milanese

Nel caso esaminato dalla Corte di Milano, la donna aveva subito comportamenti prevaricanti da parte del marito, che si erano manifestati attraverso una gestione vessatoria delle finanze comuni e atti verbali aggressivi volti a intimidire e umiliare. La sentenza afferma chiaramente che la violenza non si limita ai colpi o alle lesioni fisiche, ma assume anche forme psicologiche ed economiche che possono lesinare la libertà e il benessere di uno dei coniugi. Questi tipi di violenza si manifestano con condotte persecutorie, imposizioni, e controllo eccessivo che impediscono alla vittima di agire autonomamente.

Un aspetto delicato evidenziato dai giudici riguarda la difficoltà di dimostrare la violenza di questo tipo, dato il suo carattere “invisibile” e privato, che si nasconde dentro le mura familiari. La Corte ha sottolineato come le dichiarazioni della donna, presentate nel procedimento di separazione e confermate nel processo penale, abbiano contribuito a definire un quadro credibile e coerente della situazione. Nonostante l’assenza di violenza fisica, la somma di aggressioni verbali e abusi economici ha prodotto un ambiente familiare insostenibile.

L’addebito della separazione per violenza psicologica: un passo avanti nella giurisprudenza italiana

Questa sentenza rappresenta un punto importante nel diritto di famiglia italiano perché conferma che l’addebito della separazione può essere mosso anche in presenza di modalità di violenza non fisiche. Il marito è stato ritenuto responsabile per controlli autoritari e gestioni economiche vessatorie che hanno causato disagio alla moglie e ai figli. La giurisprudenza recente ha riconosciuto che anche un singolo episodio di violenza grave, o una serie di comportamenti psicologici ed economici continuativi, possono giustificare l’addebito, segnando un cambio di passo nella tutela delle vittime.

I giudici hanno richiamato principi già consolidati in altre sentenze, ribadendo che la protezione deve estendersi a tutte le forme di abuso domestico. Questo implica che i fatti difficili da dimostrare, ma confermati da testimonianze attendibili e da riscontri anche penali, possono costituire motivo di separazione con addebito. Nel nostro ordinamento, riconoscere queste violenze significa accrescere la protezione delle persone che subiscono soprusi dietro le porte di casa, spesso invisibili ma profondamente dannosi.

Il ruolo del sostegno psicologico e associativo per le vittime di violenza domestica

Nel caso esaminato la donna ha trovato aiuto non solo legale ma anche psicologico grazie al supporto di un’associazione specializzata nel sostegno alle vittime di violenza domestica, la ‘Bon’t worry‘. Il trasferimento, avvenuto nell’estate 2019 con i figli dai genitori, e il ricorso a servizi dedicati hanno fornito strumenti per affrontare le conseguenze di abusi non fisici e per proteggere la famiglia coinvolta.

Oltre a costituire una rete fondamentale per la tutela delle vittime, queste associazioni offrono un accompagnamento che coinvolge anche il piano emotivo, spesso trascurato nel percorso giudiziario. La presenza di sostegno esterno diventa essenziale per aiutare chi si trova in contesti di violenza psicologica ed economica a riconoscere il problema e a cercare una via d’uscita, inclusa la separazione con addebito quando necessario.

La sentenza milanese, con la sua posizione chiara sul tema della violenza invisibile, si inserisce in un dibattito più ampio che negli ultimi anni ha spinto anche il legislatore a rafforzare la tutela contro la violenza economica, considerata reato penale. Questo percorso giuridico e sociale evidenzia come la protezione dei diritti in ambito familiare si stia evolvendo per comprendere tutte le forme di abuso, offrendo strumenti più completi e adeguati alle vittime.