Un caso complesso che lega accuse di abusi, violenze familiari e un possibile avvelenamento è al centro dell’attenzione dopo la decisione della corte di Cassazione. Il tribunale ha annullato la misura cautelare in carcere per il ragazzo pakistano arrestato lo scorso marzo per aver accoltellato la madre in una casa famiglia nel Casertano. L’avvocato difensore ha portato alla luce nuovi elementi che mutano il quadro giudiziario, aprendo scenari inediti sulle condizioni di quel giovane e dei suoi fratelli.
I fatti alla base dell’arresto e le accuse reciproche di abusi
Il 26 marzo 2025 il minorenne di 16 anni è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio nei confronti della madre, dopo un episodio di violenza in una struttura protetta del Casertano. Insieme a lui, erano presenti i due fratelli e la sorellina, che tutti hanno denunciato abusi sessuali da parte della madre. Anche la donna, però, si è difesa accusando a sua volta il marito di violenze sessuali e di aver manipolato i figli per far emergere false denunce contro di lei.
Queste contrapposizioni hanno spinto il tribunale per i minorenni di Napoli a sottrarre i ragazzi alla tutela di entrambi i genitori. La decisione ha disposto il trasferimento dei ragazzi nella casa per la protezione delle donne maltrattate dove si era rifugiata la madre, il luogo dove poi è avvenuto l’aggressione. Il contrasto familiare si è trasformato così in un contesto segnato da tensioni estreme e situazioni di pericolo per tutti i membri della famiglia.
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Le nuove indagini difensive che parlano di avvelenamento in casa famiglia
L’avvocato Luigi Ferrandino, difensore del giovane insieme al collega Domenico Cesaro, ha raccolto prove attraverso indagini difensive e consultando esami clinici fatti all’atto dell’arresto. Dalle analisi emerse all’Istituto penale minorile di Nisida, dove il minore era stato portato, spunta un elemento inquietante: nel periodo che precede l’aggressione, al ragazzo sarebbero state somministrate sostanze come ecstasy, oppiacei, metadone e barbiturici in quantità capaci di avvelenarlo.
Questa nuova ipotesi, basata sui risultati medici, suggerisce che la madre potrebbe aver tentato di avvelenare il figlio per impedirgli di testimoniare contro di lei in merito alle accuse di abusi sessuali. “Non riuscendo in questo tentativo, avrebbe poi tentato l’aggressione con il coltello, ma il ragazzo – secondo la difesa – si sarebbe solo difeso, reagendo a un’aggressione.” Questa lettura cambia i termini della vicenda, spostando il racconto su dinamiche di pericolo molto più complesse.
La nuova fase giudiziaria e gli accertamenti sulle condizioni degli altri minori
In seguito alla decisione della corte di Cassazione che ha annullato la misura del carcere con rinvio al tribunale per i minorenni di Napoli, la vicenda non si è chiusa. Il padre dei quattro ragazzi ha presentato una nuova denuncia chiedendo verifiche estese anche sugli altri tre fratelli, ancora ospitati nella casa famiglia, per capire se anche loro avessero subito somministrazioni di sostanze tossiche.
Questa richiesta sottolinea l’allarme sulle condizioni di quei minori e mette sotto pressione le autorità competenti a effettuare indagini approfondite sugli eventi avvenuti nella struttura protetta. Il tribunale dovrà così valutare con attenzione prove mediche e testimonianze per ricostruire con precisione i fatti e garantire la tutela dei giovani coinvolti in un intricato contesto familiare e giudiziario.