La corte di cassazione respinge richieste di risarcimento per la demolizione del complesso punta perotti a bari

La corte di cassazione respinge richieste di risarcimento per la demolizione del complesso punta perotti a bari

La corte di cassazione conferma il no a ulteriori risarcimenti per Sudfondi e Mabar dopo la demolizione di Punta Perotti, chiudendo una lunga controversia che ha coinvolto il comune di Bari e le istituzioni.
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La Corte di Cassazione ha respinto ulteriori risarcimenti richiesti dalle società Sudfondi e Mabar dopo la demolizione del complesso Punta Perotti a Bari, confermando quanto già stabilito dalla Corte Europea e chiudendo un lungo contenzioso che ha impatti sulla stabilità finanziaria del Comune. - Gaeta.it

La vicenda legale che ha coinvolto il comune di bari e le società sudfondi e mabar si è conclusa con una sentenza della corte di cassazione. La massima corte ha negato ulteriori indennizzi dopo la demolizione del complesso di punta perotti sul lungomare sud, facendo chiarezza su una lunga controversia economica iniziata anni fa. La decisione arriva dopo diverse fasi giudiziarie che hanno già visto riconosciuti risarcimenti di rilevante entità alle società coinvolte.

Il contesto della disputa e i risarcimenti precedenti

Sudfondi e mabar erano già state risarcite della somma di 40 milioni e 9 milioni rispettivamente dalla corte europea dei diritti dell’uomo. Quel verdetto aveva il suo fondamento nella dichiarazione di illegittimità della confisca imposta dalla corte di cassazione penale, giudicata in contrasto con i principi europei. Le società ritenevano però che l’indennizzo in loro favore non riflettesse completamente i danni causati dal rilascio di un permesso per la costruzione poi annullato dalle autorità competenti. In particolare, chiedevano un risarcimento per i danni provocati dal comune, dal ministero e dalla regione, che avevano autorizzato delle concessioni ritenute non valide.

Questa distinzione sulla natura e l’entità del danno aveva generato una lunga serie di procedimenti giudiziari, con richieste di cifre molto più elevate rispetto a quelle già liquidate. Sudfondi e mabar puntavano quindi a ottenere risarcimenti aggiuntivi, mettendo in discussione sia la validità degli atti amministrativi che la responsabilità degli enti coinvolti nella concessione di permessi. La corte di cassazione ha però rigettato questa lettura, ritenendo sufficiente quanto già stabilito a livello europeo.

La sentenza della corte di cassazione e il rigetto dei ricorsi

Il 2025 ha visto la corte di cassazione esprimersi sull’impugnazione presentata dal comune di bari contro le richieste di risarcimento avanzate da sudfondi e mabar. La corte ha confermato che le due società non hanno diritto ad alcun indennizzo oltre a quello già stabilito dalla corte europea dei diritti dell’uomo . Questo passaggio finale chiude un contenzioso iniziato con la demolizione del complesso di punta perotti, una zona sul lungomare sud della città.

La corte di appello di bari nel precedente grado di giudizio aveva attribuito risarcimenti piuttosto consistenti: circa 10 milioni di euro per sudfondi e 2 milioni per mabar. Sudfondi e mabar avevano però avanzato richieste di risarcimenti supplementari, pari a circa 400 milioni per la prima e 30 milioni per la seconda, sostenendo che i danni subiti fossero di gran lunga superiori rispetto a quelli riconosciuti fin lì. La cassazione, con questa sentenza, ha però stabilito che quelle somme ulteriori non sono dovute. In pratica, si riconosce solo quanto già riconfermato dalla cedu.

Le ripercussioni economiche per il comune di bari e la strategia di rigenerazione urbana

Il sindaco di bari, vito leccese, ha commentato la sentenza come un elemento decisivo per la stabilità finanziaria dell’amministrazione comunale. Le controversie sulle richieste di risarcimento rappresentavano un peso gravoso per i conti pubblici, e un eventuale riconoscimento di somme ulteriori avrebbe potuto minacciare la capacità di gestione economica della città. Leccese ha sottolineato che il tribunale ha chiuso un “filone lunghissimo di contenziosi” che avrebbe potuto compromettere il bilancio.

Parallelamente alle vicende giudiziarie, bari ha investito sul piano paesaggistico regionale e su un progetto di rigenerazione urbana denominato costa sud. Questa iniziativa punta a valorizzare sia le aree precedentemente interessate da lottizzazioni abusive, sia l’intero litorale sud, sotto profili naturalistici e paesaggistici. La strategia è orientata a trasformare quella parte di costa in uno spazio fruibile dai cittadini nel rispetto dell’ambiente e delle normative vigenti, rispondendo così a vecchi problemi derivati da concessioni urbanistiche contestate.

Il progetto di rigenerazione intende restituire alla città un’area degradata dando spazio a nuove opportunità per il turismo e il benessere dei residenti. Lo sviluppo di queste zone rientra in un percorso di gestione responsabile e di tutela del territorio che coinvolge istituzioni regionali e comunali, orientato a far sì che non si ripetano situazioni come quelle che hanno portato alla demolizione del complesso punta perotti.

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