La corte d'appello dell'aquila conferma la stabilizzazione di due lavoratrici dopo ricorso della richetti srl

La corte d’appello dell’aquila conferma la stabilizzazione di due lavoratrici dopo ricorso della richetti srl

La corte d’appello dell’Aquila conferma il diritto di due ex dipendenti Richetti srl a un contratto a tempo indeterminato, con reintegro e risarcimento per abuso di contratti di somministrazione a tempo determinato.
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La Corte d'Appello dell'Aquila conferma il diritto di due ex dipendenti della Richetti Srl a un contratto a tempo indeterminato, ribadendo i limiti normativi all'uso dei contratti a tempo determinato e di somministrazione per contrastare la precarietà lavorativa. - Gaeta.it

La corte d’appello dell’aquila ha pronunciato una sentenza importante nel campo del diritto del lavoro. Ha confermato la decisione di primo grado a favore di due ex dipendenti della società richetti srl, riconoscendo il loro diritto a un contratto a tempo indeterminato, con reintegro nel posto di lavoro e risarcimento economico. Le lavoratrici erano state impiegate per lungo tempo con contratti di somministrazione a tempo determinato, la cui durata abusiva è stata contestata e giudicata illegittima. Il caso rappresenta un segnale contro l’uso non corretto di contratti flessibili e fa discutere nel mondo sindacale e giuridico.

Il ricorso della richetti srl e la conferma della sentenza favorevole alle lavoratrici

La richetti srl aveva presentato ricorso alla corte d’appello dell’aquila contro la sentenza del tribunale del lavoro del 2023, che aveva riconosciuto il diritto delle due lavoratrici a trasformare i loro contratti da somministrazione a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Il ricorso mirava a ribaltare la decisione, sostenendo il rispetto delle norme sui contratti di lavoro temporaneo. La corte d’appello ha però rigettato il ricorso, confermando integralmente la decisione di primo grado. Questo significa che le due dipendenti devono essere reintegrate nel posto di lavoro, con riconoscimento di un rapporto stabile e un equo risarcimento per il periodo di lavoro svolto in modalità irregolare.

Rito normativo e argomentazioni legali alla base della sentenza

La sentenza si basa sull’analisi del contesto normativo e degli accordi di prossimità vigenti, fissati al 30 giugno 2020, data entro cui la somministrazione a tempo determinato non poteva più essere prorogata oltre certi limiti. La corte ha accolto le tesi del legale delle lavoratrici, Rosa Matassa, che ha dimostrato come richetti srl avesse superato questi limiti, perpetuando una condizione di precarietà non giustificata.

Il ruolo del sindacato e le strategie per la stabilizzazione

Le due ex dipendenti erano assistite dalla Fai Cisl e dall’ufficio vertenze della Cisl di Teramo, che hanno seguito con attenzione ogni fase della procedura legale. Alessandro Collevecchio, rappresentante della Fai Cisl, ha evidenziato come i percorsi di stabilizzazione proposti al datore di lavoro fossero conformi alle norme e fattibili. Le proposte sindacali avevano come obiettivo il passaggio a un rapporto stabile, evitando il ricorso continuo a strumenti contrattuali precari.

Il sindacato ha sempre ribadito che i contratti di somministrazione devono essere una misura temporanea e che la loro durata non può essere estesa oltre certi limiti. In questo caso il ricorso esasperato a tali contratti ha causato una condizione lavorativa incerta per le dipendenti, che è stata sconfessata dalla giustizia.

Intervento sindacale e prospettive future

“I contratti di somministrazione devono rispettare i limiti normativi per evitare situazioni di precarietà ingiustificate”, ha sottolineato Alessandro Collevecchio.

Significato della sentenza per il mondo del lavoro e la tutela dei dipendenti

La Cisl di Teramo ha definito la sentenza un precedente significativo, utile a mettere un freno all’abuso delle forme contrattuali flessibili utilizzate in modo improprio. La somministrazione è riconosciuta come un tipo di flessibilità legittima, ma non potrà essere usata per prolungare in modo indefinito situazioni di precarietà.

La decisione giudiziaria porta un messaggio chiaro ai datori di lavoro: il ricorso ai contratti a tempo determinato e ai contratti di somministrazione deve rispettare le scadenze previste da leggi e accordi, senza trasformarsi in una manovra per aggirare la stabilizzazione del personale.

Tutela lavorativa e impatto sulla regolamentazione

La tutela di chi opera in condizioni di flessibilità lavorativa rappresenta un nodo centrale del dibattito sul mercato del lavoro, e questa sentenza si inserisce in un filone di azioni destinate a riaffermare diritti fondamentali. In particolare, questa vicenda mostra come il sistema giuridico continui a intervenire per correggere usi impropri di strumenti contrattuali temporanei che possono danneggiare il lavoratore.

Il caso della richetti srl ha attirato l’attenzione in ambito sindacale, giudiziario e tra le imprese, ponendo un limite netto alle pratiche di flessibilità e richiamando all’osservanza delle regole stabilite dalla legge.

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