La corsa ai dazi mette a rischio la crescita economica globale e il commercio internazionale

La corsa ai dazi mette a rischio la crescita economica globale e il commercio internazionale

La guerra dei dazi tra Usa, Ue e altri partner rallenta la crescita dell’economia mondiale, aumentando l’incertezza per imprese e mercati; Bankitalia evidenzia rischi legati a concentrazione di potere tecnologico.
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L'articolo analizza come la guerra dei dazi tra Usa, Ue e altri partner stia rallentando la crescita economica globale, aumentando incertezza e costi per le imprese, con un focus sulle tensioni nel commercio di beni e sul rischio di concentrazione del potere nelle grandi aziende tecnologiche. - Gaeta.it

La crescente tensione commerciale tra le principali economie sta influenzando in modo significativo l’andamento dell’economia mondiale. I dazi imposti in vari settori potrebbero ridurre il tasso di crescita globale di quasi un punto percentuale nel giro di due anni, creando un clima di incertezza diffusa tra imprese e mercati. Il fenomeno interessa specialmente le relazioni commerciali tra Usa, Ue e altri partner, e sembra orientare l’economia su una strada difficile, attraverso un impatto diretto sul volume degli scambi.

L’impatto della guerra dei dazi sulla crescita economica mondiale

Il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, ha evidenziato come l’aumento delle barriere commerciali sta rallentando considerevolmente la crescita globale. Si prevede una perdita vicina al punto percentuale in due anni, dato significativo per un’epoca in cui lo sviluppo economico mostra già segnali di rallentamento. Questo rallentamento deriva in parte dalla diminuzione degli scambi internazionali, che oggi rischiano di contrarsi fino al 5% su scala mondiale. I dazi aumentano i costi per le imprese, limitano l’accesso ai mercati esteri e ritardano i processi di investimento, innescando una serie di effetti a catena sull’economia reale.

Incertezza e strategie d’impresa

In tutto questo, l’incertezza gioca un ruolo centrale. Le imprese non solo devono affrontare costi maggiorati, ma anche l’imprevedibilità delle condizioni di mercato porta a una riduzione degli investimenti e a una contrazione della domanda. Questo clima di instabilità rende difficile pianificare strategie a lungo termine, specialmente per le imprese che operano a livello internazionale. Ogni cambiamento nelle politiche tariffarie può, infatti, modificare drasticamente i flussi commerciali, creando un effetto domino che interessa diversi comparti industriali.

I contrasti tra usa e ue e l’importanza del commercio di servizi

Un aspetto sorprendente in questa dinamica è che il commercio di beni resta il principale fronte di scontro nelle dispute commerciali attuali, nonostante gli Usa vantino un grosso surplus nei servizi, in particolare nel settore digitale. Panetta sottolinea questo paradosso: “mentre gli Stati Uniti registrano eccedenze notevoli nei servizi offerti, specie nelle tecnologie digitali e nell’innovazione, le principali tensioni si incentrano invece sulle merci.”

Dinamiche commerciali e conflitti tradizionali

Questo dato è fondamentale perché mette in evidenza come le dinamiche commerciali stiano mutando, ma i conflitti seguano ancora logiche tradizionali incentrate su materiali e prodotti fisici. Nel confronto tra le economie di Usa e Ue, l’importanza dei servizi digitali è cresciuta, ma i diritti doganali applicati ai beni continuano a dominare l’agenda politica. La spiegazione porta a considerare che i settori tecnologici, anche se cruciali, sono gestiti da poche grandi aziende che concentrano molto potere, mentre il commercio di beni coinvolge un numero più ampio di operatori e rappresenta ancora un terreno sensibile per la definizione degli equilibri geopolitici.

Le minacce degli squilibri tecnologici e la concentrazione di potere nelle imprese globali

Panetta richiama anche l’attenzione sui rischi legati alla concentrazione di potere in poche grandi società che guidano l’innovazione digitale. Queste imprese controllano un’enorme quantità di dati e detengono posizioni dominate nel settore tecnologico. La loro influenza crescente si traduce in un rischio per la concorrenza e per la diversità di mercato. Più volte, esperti e autorità di regolamentazione hanno espresso preoccupazioni legate a questa concentrazione, poiché può generare barriere difficili da superare per nuovi attori e orientare lo sviluppo tecnologico verso interessi ristretti.

Potere sui dati, innovazione e mercato

Il controllo sui dati rappresenta un aspetto cruciale. I grandi gruppi raccolgono informazioni a livelli che superano quelli di molti Stati, e questo potere può tradursi in vantaggi competitivi insostenibili per gli altri operatori. Anche l’innovazione tecnologica, pur essendo motore fondamentale della crescita, rischia di perdere in diversità e apertura quando è dominata da pochi nomi. Questi elementi aprono un fronte di riflessione economica e politica, che riguarda il futuro equilibrio tra libero mercato e regolamentazione.

Mentre il commercio globale si contrae sotto il peso delle tensioni tariffarie, la sfida più ampia è quella di mantenere un ambiente commerciale e tecnologico aperto e competitivo, dove l’innovazione non venga soffocata da pochi grandi protagonisti.

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