La commissione ambiente abruzzo approva mozione contro gasdotto snam ma i politici cambiano posizione

La commissione ambiente abruzzo approva mozione contro gasdotto snam ma i politici cambiano posizione

L’Aquila vive tensioni politiche dopo il voto unanime in commissione ambiente regionale contro il gasdotto SNAM Linea Adriatica, con la maggioranza che minimizza e l’opposizione che denuncia contraddizioni e rischi ambientali.
La Commissione Ambiente Abruzz La Commissione Ambiente Abruzz
A L’Aquila, la commissione ambiente regionale approva all’unanimità una mozione contro il gasdotto SNAM “Linea Adriatica”, ma la maggioranza mostra subito contraddizioni, alimentando dubbi sulla reale opposizione al progetto e suscitando critiche dall’opposizione e dalla società civile. - Gaeta.it

L’Aquila vive un momento di tensione politica dopo la recente votazione in commissione ambiente regionale sul progetto del gasdotto SNAM. La mozione, firmata dall’opposizione e approvata all’unanimità, chiede al governo regionale di manifestare un netto rifiuto verso la Linea Adriatica. Questo atto è stato presentato come una presa di posizione forte della politica abruzzese a tutela dell’ambiente e della comunità locale. Tuttavia, subito dopo, sono arrivate contraddizioni da parte della maggioranza, che hanno generato dubbi sull’effettiva volontà di opporsi al progetto.

La mozione contro il gasdotto: un voto unanime in commissione ambiente

Il 25 febbraio 2025 la commissione ambiente della regione Abruzzo ha dato parere favorevole, all’unanimità, a una mozione promossa dall’opposizione. A firmarla è stato Pierpaolo Pietrucci del Partito Democratico, con la sottoscrizione della consigliera M5S Erika Alessandrini. Il testo impegnava la giunta regionale a esprimere ufficialmente contrarietà al progetto della Linea Adriatica, il nuovo gasdotto SNAM che attraverserebbe il territorio abruzzese. La mozione sottolineava la necessità di tutelare il territorio da possibili danni ambientali e dalla compromissione della biodiversità locale, aspetti molto sentiti dalla popolazione.

Questa decisione ha creato aspettative importanti, perché avrebbe rappresentato un segnale chiaro e condiviso da tutti gli schieramenti politici abruzzesi. In particolare, la mozione intendeva evitare gravi impatti sulla comunità, non solo in termini ambientali ma anche per le implicazioni sul tessuto sociale e economico regionale. Il voto unanime in commissione sembrava essere la dimostrazione di un consenso trasversale ormai raro, soprattutto di fronte a un tema delicato come le infrastrutture energetiche e il rispetto del territorio.

Le reazioni politiche: dal consenso al disimpegno della maggioranza

Nonostante l’apparente unità, già nelle ore successive all’approvazione della mozione, alcuni esponenti della maggioranza hanno minimizzato il valore politico del voto. In particolare, il consigliere regionale Verrecchia ha parlato di un “voto simbolico”, lasciando intendere che l’opposizione al progetto SNAM non fosse reale o comunque definitiva. Secondo questa tesi, infatti, la costruzione della Linea Adriatica sarebbe stata confermata anche dopo il sì in commissione.

Il cambio di rotta ha scatenato polemiche all’interno del consiglio regionale e tra i cittadini. Le opposizioni hanno contestato questa posizione definendola una presa in giro nei confronti della popolazione abruzzese, che si era aspettata una dichiarazione netta e coerente contro un progetto controverso. Il dubbio è che il voto favorevole fosse solo una formalità per evitare contestazioni troppo vistose in ambito istituzionale, senza però modificare le strategie di fondo sulla realizzazione del gasdotto.

Il parallelo fatto con la scena del film “Così domani ti sposi?” ha sottolineato la contraddizione tra una prima promessa pubblica e la reale intenzione nascosta dietro le quinte. È un richiamo ironico che serve a evidenziare come le decisioni politiche possano essere ambigue e poco trasparenti, soprattutto quando si teme la reazione dell’opinione pubblica.

L’impatto ambientale e sociale del gasdotto sulla regione abruzzo

Il progetto Linea Adriatica rientra nei piani di espansione infrastrutturale della rete energetica nazionale, ma incontra forti critiche per gli effetti sul territorio attraversato. L’Abruzzo, con la sua varietà di ecosistemi, rischia di trovarsi di fronte a danni ambientali rilevanti. La costruzione del gasdotto potrebbe compromettere aree protette, habitat di specie a rischio e corridoi naturali essenziali per la conservazione della fauna.

Oltre alle ricadute ecologiche, va considerata la dimensione sociale. I territori interessati sono spesso rurali o di piccole comunità, dove l’economia locale può subire ripercussioni. La presenza della grande infrastruttura può modificare l’uso del suolo, limitare attività agricole o turistiche, e generare disagio nella popolazione. Questo spiega il motivo per cui l’opposizione politica aveva deciso di schierarsi apertamente contro il progetto, facendo da eco a sentimenti diffusi tra i cittadini.

Una contrarietà che va oltre l’ambiente

La contrarietà, quindi, non è solo ecologista ma anche culturale e sociale. I rappresentanti regionali sono chiamati a tutelare queste istanze firmando documenti ufficiali e sostenendo iniziative che fermino o modifichino il disegno del gasdotto. I segnali contrastanti da parte della maggioranza alimentano incertezza. La pressione della società civile e delle associazioni locali resta alta, in attesa di decisioni più chiare e vincolanti.

Le dichiarazioni di senatrice Di Girolamo e dei rappresentanti M5S

Dure critiche alle posizioni oscillanti della maggioranza sono arrivate dalla senatrice Gabriella Di Girolamo, dalla consigliera Erika Alessandrini e dal coordinatore M5S dell’Aquila Attilio D’Andrea. Tutti hanno sottolineato come il voto favorevole alla mozione in commissione fosse stato un atto concreto a favore dell’Abruzzo, ma il successivo dietrofront dimostrerebbe poca serietà politica.

Secondo questi esponenti, la maggioranza regionale e nazionale ha adottato una strategia poco trasparente: fingere sostegno alle esigenze del territorio in ambito istituzionale, per poi confermare decisioni già prese sul gasdotto. Hanno chiamato in causa il rispetto verso i cittadini e il ruolo dei rappresentanti pubblici, accusandoli di non mantenere fede agli impegni presi all’interno delle istituzioni.

Questo scambio di posizioni mette in luce una frattura evidente nelle dinamiche politiche del territorio, con i livelli istituzionali che sembrano non dialogare chiaramente con la società. La vicenda del gasdotto richiede risposte puntuali e azioni decise, non compromessi o dichiarazioni ambigue. Il confronto resta aperto e la mobilitazione dell’opposizione continua, in attesa di sviluppi che tengano in considerazione gli interessi e le preoccupazioni degli abruzzesi.

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