La campania in difficoltà: la crisi della produzione di nocciole nella campagna 2025

La campania in difficoltà: la crisi della produzione di nocciole nella campagna 2025

La produzione di nocciole in Campania nel 2025 subisce un forte calo a causa di condizioni climatiche avverse e fitopatologie, con AOA che promuove iniziative e richieste per salvaguardare la filiera e il territorio.
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La produzione di nocciole in Campania nel 2025 è in crisi a causa di condizioni climatiche avverse e fitopatologie, con pesanti ripercussioni sulle aziende locali. L’associazione AOA promuove iniziative di monitoraggio, ricerca e dialogo istituzionale per sostenere la filiera e tutelare il patrimonio ambientale e produttivo. - Gaeta.it

La produzione di nocciole in campania sta vivendo un momento critico. La campagna 2025 segna un calo significativo sia nella quantità che nella qualità dei raccolti, con riflessi pesanti sulle aziende agricole locali. Vari fattori ambientali e fitosanitari hanno contribuito a questa situazione, mettendo a rischio una delle eccellenze agricole della regione.

Fattori climatici e sanitari alla base della crisi della nocciola in campania

Nel corso dell’inverno 2025, la campania ha registrato poche ore di freddo, una condizione essenziale per garantire una fioritura adeguata delle piante di nocciolo. Senza questo periodo di freddo, la fioritura si indebolisce compromettendo lo sviluppo del frutto. A questa carenza termica si sono sommate piogge scarse nei mesi fondamentali, riducendo l’apporto idrico necessario per la coltura.

Le temperature elevate registrate fra maggio e giugno hanno aggravato ulteriormente la situazione, influendo negativamente sia sulla fioritura che sullo sviluppo dei frutti, aumentando la vulnerabilità delle piante. Questo tipo di condizioni ha favorito la proliferazione della cimice asiatica, un insetto noto per i danni diretti e indiretti alla produzione. Oltre alla cimice, si sono diffuse altre avversità come funghi, batteri e virus, che hanno colpito in modo severo i noccioleti campani.

Cambiamenti climatici e fitopatologie emergenti

Il susseguirsi di questi eventi evidenzia una trasformazione climatica in corso che sta modificando le dinamiche produttive in modo sostanziale. La cimice asiatica, originaria dell’Asia, si è ormai stabilmente insediata in molte zone della campania provocando perdite consistenti di raccolto, mentre le altre patologie fitosanitarie hanno ridotto ulteriormente la resa e la qualità del prodotto finale.

Il ruolo di aoa e le iniziative per gestire la crisi

L’associazione ortofrutticoltori associati , da tempo impegnata nel settore corilicolo campano, ha preso atto della gravità della situazione. In risposta al calo produttivo ha attivato un monitoraggio tecnico capillare per individuare le aree e le partite di nocciole colpite e quelle ancora salvaguardabili.

Ad aprile 2025 AOA ha partecipato a un viaggio studio in Cile, un altro importante produttore mondiale di nocciole. L’obiettivo era confrontarsi con le realtà locali, i centri di ricerca e le industrie di trasformazione per importare tecniche agronomiche avanzate e innovazioni tecnologiche. Questo scambio è parte di una strategia volta a fornire supporto pratico alle aziende associate.

Eventi scientifici e internazionali a napoli

Sul piano scientifico, AOA ha promosso un evento internazionale chiamato simposio ISHS, in programma a Napoli tra il 25 e il 31 agosto 2025. Questo incontro riunirà esperti mondiali della ricerca sulla frutta a guscio per discutere temi cruciali come la difesa fitosanitaria, le tecniche di coltivazione e la sostenibilità del comparto. L’evento coinvolgerà università e centri di ricerca di vari paesi, sottolineando l’importanza strategica che la nocciola riveste per la regione.

Richieste di aoa alle istituzioni per tutelare la filiera

AOA ha rivolto richieste precise all’assessorato regionale all’agricoltura. Richiede innanzitutto l’attivazione urgente di una ricognizione ufficiale dei danni subiti dalle coltivazioni e l’adozione di misure per calamità naturali che riconoscano lo stato di crisi e offrano aiuti tempestivi alle aziende coinvolte.

L’associazione sollecita anche la stesura di un piano strategico per il comparto corilicolo campano. Questo documento dovrebbe prevedere interventi strutturali a lungo termine, per sostenere la filiera oltre il momento emergenziale, evitando ripercussioni negative successive.

Inoltre, AOA propone di rimodulare il contributo del comparto nel cosiddetto CSR , con un coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei produttori per garantire che le misure siano adeguate ai bisogni reali del settore. Un ulteriore punto riguarda il potenziamento del sostegno alla ricerca universitaria e alle consulenze agronomiche, due elementi fondamentali per affiancare le imprese in modo qualificato.

Valore ambientale e paesaggistico delle nocciole campane

Le coltivazioni di nocciole in campania si estendono spesso in territori montani fragili dal punto di vista idrogeologico. Questi ambienti, oltre a rappresentare una fonte di reddito, svolgono un ruolo cruciale nel mantenere la stabilità del suolo e contribuire alla conservazione del paesaggio rurale.

La nocciola come patrimonio territoriale

Difendere la coltivazione di nocciole corrisponde anche a preservare uno spazio ambientale delicato, che viene mantenuto grazie alla cura delle aziende agricole locali. Il prodotto campano, riconosciuto a livello europeo e apprezzato dall’industria dolciaria per le sue proprietà organolettiche, dipende da questa rete territoriale per mantenere i suoi standard.

La riduzione produttiva e le difficoltà attuali mettono a rischio non solo la redditività delle aziende, ma anche questa funzione ambientale e culturale, che rende la nocciola campana un simbolo radicato del territorio.

AOA continua a richiedere un confronto aperto con le istituzioni regionali e nazionali, puntando a strumenti semplici ma efficaci per tutelare il reddito degli agricoltori e la continuità della filiera. Di fatto il futuro del comparto dipende da interventi mirati e dalla capacità di gestire al meglio le nuove sfide climatiche e sanitarie.

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