La campagna del pomodoro 2025 nel sud italia tra speranze e difficoltà istituzionali

La campagna del pomodoro 2025 nel sud italia tra speranze e difficoltà istituzionali

La campagna 2025 del pomodoro da industria nel Sud Italia parte con aspettative ma resta bloccata dal mancato riconoscimento ministeriale dell’accordo su prezzi e qualità, causando un ritorno alle condizioni 2024.
La Campagna Del Pomodoro 2025 La Campagna Del Pomodoro 2025
La campagna 2025 del pomodoro da industria nel Sud Italia parte con aspettative elevate ma è bloccata da mancanza di accordi ufficiali e divisioni nel settore, costringendo a tornare alle regole e prezzi del 2024, con la necessità di un coordinamento più solido per garantire qualità e redditività. - Gaeta.it

La raccolta del pomodoro da industria nel Sud Italia ha cominciato la campagna 2025 da circa una settimana, con aspettative elevate ma già segnate da problematiche di natura istituzionale e mancanza di coesione nel settore. Il nuovo anno agricolo doveva portare un accordo innovativo su prezzi e qualità, ma al momento la situazione resta incerta e frammentata. Ecco cosa sta accadendo nella filiera del pomodoro da industria, a pochi mesi dall’inizio della stagione.

Un accordo promettente del primo semestre 2025 che non ha avuto riconoscimento ufficiale

Nei primi mesi del 2025, le associazioni agricole e industriali facenti parte dell’organismo interprofessionale Pomodoro da Industria Bacino Centro Sud Italia, con la principale adesione dell’Anicav, avevano raggiunto un accordo destinato a cambiare le regole nel settore. Quel documento fissava nuovi standard per la qualità del pomodoro e introduceva prezzi medi di riferimento stabiliti per tipologie e metodi di coltivazione. La novità più rilevante era l’eliminazione della “tara convenzionale”, una detrazione storicamente contestata nel calcolo del peso netto.

I prezzi fissati prevedevano 147,50 euro a tonnellata per il pomodoro tondo, 155 euro per quello lungo e un sovrapprezzo di 42,50 euro per il pomodoro biologico. Si erano introdotte griglie di valutazione più dettagliate, con penalità legate a corpi estranei o parti verdi nella materia prima e premi destinati alla qualità superiore. Lo scopo principale era migliorare la remunerazione economica degli agricoltori e garantire un prodotto più consono alle esigenze dell’industria conserviera.

Il riconoscimento “erga omnes” del ministero dell’agricoltura però non è arrivato nei tempi necessari, così l’intesa resta vincolante solo per gli aderenti all’OI e non estesa a tutta la filiera. Il ministero ha avviato verifiche sulla rappresentatività dell’organismo, ma i ritardi hanno bloccato la diffusione del nuovo accordo. Anche la mancanza di consenso tra cooperative e aziende agricole non aderenti all’OI ha contribuito a frenare la progressione.

Le ripercussioni del mancato riconoscimento ministeriale e la scelta di tornare al 2024

Il mancato riconoscimento erga omnes ha indotto alla ripresa, per la campagna pomodoro 2025, delle condizioni stabilite nel 2024. Questo significa una sospensione delle innovazioni introdotte a inizio anno e un ritorno ai prezzi e alle regole di valutazione già sperimentate nel ciclo precedente. In pratica, per pomodoro tondo è previsto un prezzo medio di 150 euro a tonnellata, 160 per il pomodoro lungo e una maggiorazione del 30% nel caso del biologico.

Restano attivi anche i criteri di valutazione consolidati, senza meccanismi premiali e con il mantenimento della “tara convenzionale”: una detrazione di 5 chili per ogni bins di prodotto consegnato. Questa decisione rappresenta un passo indietro rispetto alle ambizioni di miglioramento dell’equilibrio economico tra agricoltori e industrie.

Il ritorno alle condizioni di base del 2024 evidenzia quindi la fragilità della filiera e la difficoltà a costruire un sistema condiviso di regole quando mancano aggiornamenti e consenso istituzionale. La gestione economica e qualitativa del pomodoro da industria resta così ancorata a parametri vecchi e spesso contestati.

Le prospettive per il settore pomodoro da industria nel centro-sud e le sfide future

L’attuale fase mostra quanto il settore pomodoro da industria nel Sud Italia necessiti di un coordinamento più solido tra i diversi attori coinvolti. L’intesa tra componenti agricole e industriali dimostra comunque che è possibile trovare punti comuni su qualità e prezzi, ma la maggiore difficoltà risiede nel coinvolgere tutti i rappresentanti e nel superare divergenze storiche.

Secondo il coordinatore della parte agricola dell’OI, Gennaro Velardo, il dialogo interno all’organismo ha portato risultati importanti ma l’assenza di adesione da parte di altre realtà ha causato stalli. Il settore deve ancora affrontare il problema di un mercato poco regolato, che non tutela a sufficienza chi produce e sbilancia il rapporto con l’industria.

Sfide future e vie di miglioramento

Per il futuro si ipotizza un lavoro più intenso per allargare la base di partecipazione alle intese, con l’obiettivo di costruire una governance più rappresentativa e funzionale. Solo così si potrà evitare che la campagna pomodoro perda valore e si blocchi nella contrapposizione tra interessi diversi.

Le trattative da qui in avanti dovranno puntare a un equilibrio tra standard qualitativi stringenti e una remunerazione che consenta agli agricoltori di affrontare costi sempre più alti. Recuperare una filiera vera, coesa e rispettosa delle esigenze di tutti i protagonisti sarà la sfida degli anni prossimi per il pomodoro da industria nel Centro-Sud Italia.

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