La basilica di san paolo fuori le mura a roma ospiterà domani pomeriggio la celebrazione per la beatificazione di floribert bwana chui, giovane congolese ricordato per il suo coraggio nel respingere la corruzione nella repubblica democratica del congo. Floribert, membro della comunità di sant’egidio, è stato ucciso nel 2007 per aver rifiutato favori illeciti mentre lavorava alla dogana di goma. Questa cerimonia segna un riconoscimento ufficiale del suo martirio e del suo impegno profondo per la giustizia e la pace.
La vita e il coraggio di floribert bwana chui nel contesto della repubblica democratica del congo
Floribert bwana chui nacque nel 1981 a goma, una città del nord-est della repubblica democratica del congo, regione nota per il conflitto e le tensioni etniche. Cresciuto in un’epoca segnata dalla fine del regime mobutu e dalla cosiddetta prima guerra mondiale d’africa, visse da vicino la difficoltà di un territorio dove i rapporti tra i popoli erano spesso segnati da conflitti e sfiducia. Nel 1994, il genocidio ruandese generò ripercussioni devastanti nel kivu, area di confine ricca di risorse ma segnata da profonde divisioni. Floribert, cresciuto in un ambiente cattolico, trovò nella comunità di sant’egidio un punto di riferimento importante. Dal 2001 partecipava a incontri che riunivano giovani congolesi, rwandesi e burundesi per superare rancori radicati e immaginare una convivenza possibile.
Quel contesto difficile, fatto di guerre e divisioni, non fermò la sua volontà di dialogo e riconciliazione. In università era noto per i suoi interventi pacifici, volti a smussare le tensioni fra gruppi contrapposti. Per floribert “i problemi non si risolvono mai con la violenza”, diceva con convinzione, ispirando chi gli stava intorno a privilegiare il confronto. Questa vocazione alla pace e a una convivenza meno aspra rifletteva anche la visione evangelica che lo accompagnava, orientata a mettere tutti attorno a un’unica tavola, come aveva fatto notare l’accordo di pace in mozambico promosso dalla comunità di sant’egidio.
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La resistenza alla corruzione e il martirio di floribert
Nel ruolo di responsabile dell’ufficio di controllo merci alla dogana di goma, floribert si trovò presto a fronteggiare pratiche corruttive diffuse. Nei giorni del 7 e 8 luglio 2007 rifiutò di autorizzare il passaggio di un carico di riso e zucchero adulterati, nonostante le pressioni per incassare una tangente. Era consapevole dei rischi di questa scelta, sapeva quanto fossero potenti gli interessi coinvolti e quanto normale fosse la corruzione in quel contesto. Non cedette però, guidato da un principio chiaro: “non si possono sacrificare le vite delle persone per denaro”.
La sua fermezza scatenò una reazione violenta. Fu torturato e ucciso a soli 26 anni, diventando così martire di una lotta contro un sistema che mette a rischio le vite più fragili. La sua morte non fu solo il frutto di un coraggio morale, ma anche la cifra di un amore profondo per la vita dei poveri e le parole del vangelo. Floribert considerava il denaro come un idolo da rifiutare, e nel suo sacrificio ha mostrato una via di fedeltà alla giustizia e alla verità.
L’impegno di floribert con i bambini di strada e la comunità di sant’egidio a goma
Il rapporto con i più vulnerabili, specialmente i bambini di strada chiamati maibobo, caratterizzò la vita di floribert. Nella goma devastata dai conflitti, molti bambini finivano per vivere in strade o accampamenti, allontanati dalle famiglie e esposti a violenze e rischi continui. La comunità di sant’egidio cercò di offrire una risposta concreta attraverso progetti come la “scuola della pace”, pensata per reintegrare questi bambini nel tessuto sociale e scolastico.
Floribert, impegnato in prima persona, sosteneva con donazioni le attività e costruiva legami di amicizia con questi ragazzi. Si accostava a loro con fiducia e gentilezza, capendo il valore di ogni singola vita. Oggi, nel campo profughi di mugunga, una scuola elementare porta il suo nome e accoglie centinaia di studenti, segno tangibile del suo lascito. La sua attenzione ai più piccoli e ai più soli spiega la sua resistenza alla pratiche corrotte, che avrebbero potuto danneggiare chi viveva già in condizioni precarie.
Il riconoscimento del martirio e il ruolo della fede nella testimonianza di floribert
Papa francesco, durante la visita in congo nel 2023, ha richiamato l’esempio di floribert come un modello di onestà e giustizia. Il pontefice ha sottolineato come l’onestà diffonda “la luce di dio” nel mondo, facendo riferimento a beati come floribert che hanno scelto di mantenersi fedeli ai valori cristiani in condizioni difficili. Il cardinale marcello semeraro, presente alla cerimonia di beatificazione prevista per il 15 giugno 2025, rappresenta il pontefice e il dicastero delle cause dei santi per ufficializzare questo riconoscimento.
La beatificazione sottolinea anche il significato evangelico e sociale del martirio di floribert. Come ricordato da leone xiv durante la veglia di pentecoste, l’evangelizzazione nasce da vite trasformate dalla parola cristiana e orientate alle beatitudini. Floribert è stato un testimone che ha messo in pratica la fede “sine glossa”, senza aggiunte, traducendo il vangelo in scelte concrete di difesa della vita e della giustizia.
La sua bibbia, conservata nella basilica di san bartolomeo all’isola tiberina, è simbolo di quel cammino. Il sacrificio di floribert non solo riguarda la storia del congo o della comunità di sant’egidio, ma parla a tutti i giovani del mondo che si trovano di fronte alla tentazione del compromesso e della corruzione. La sua testimonianza invita a vincere il male con il bene, rimanendo fedeli a ideali solidi anche nei momenti più oscuri.