La 82esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia si avvia alla conclusione con l’attesa cerimonia di premiazione fissata per oggi. Tra le tante produzioni presentate, emerge chiaramente una favorita per il Leone d’Oro, ma la competizione per i restanti riconoscimenti resta aperta e incerta, con diversi candidati di rilievo provenienti da tutto il mondo.
‘The Voice Of Hind Rajab’ Conquista la critica e domina le previsioni per il Leone D’Oro
Il film più applaudito di questa Mostra si chiama ‘The Voice of Hind Rajab’, diretto da Kaouther ben Hania, regista tunisina. Racconta una vicenda vera e dolorosa, quella di Hind Rajab, una bambina palestinese di sei anni, attraverso le autentiche registrazioni audio che ne narrano le ultime ore prima della morte. Al termine della proiezione ufficiale, la pellicola ha ricevuto 24 minuti di applausi continui, il tributo più lungo di questa edizione.
Il lungometraggio si distingue per la scelta narrativa, che fa uso di suoni reali per riportare lo spettatore dentro il conflitto mediorientale e le sue conseguenze umane. Questa accoglienza intensa ha reso quel film il principale candidato per il Leone d’Oro, simbolo del festival e riconoscimento al miglior film in concorso.
Leggi anche:
La forza del racconto e l’impatto emotivo sull’audience sono stati commentati anche nei pressi della sala stampa dove addetti ai lavori e giornalisti ne discutono con interesse. Il film si impone così non solo per la sua tematica, ma anche per la qualità della regia e la capacità di tenere alta l’attenzione su una tragedia di attualità.
La sfida per il Leone D’Argento e il palmarès femminile ricco di contenuti politici
La sfida per i premi minori rimane aperta e probabilmente vedrà come protagonista Kathryn Bigelow, con il suo film ‘A House of Dynamite’. Qui si affronta un argomento globale: il rischio di un conflitto nucleare, minaccia che grava sull’umanità. Anche Bigelow, dopo l’accoglienza calorosa con una standing ovation durata 13 minuti, figura come favorita per il Leone d’Argento Gran Premio della Giuria.
Il festival sembra prepararsi così a un palmarès caratterizzato dal peso politico di due opere dirette da registe donne. Da una parte il racconto diretto e toccante della guerra che coinvolge l’infanzia come in ‘The Voice of Hind Rajab’; dall’altra una riflessione sulle paure più estese, che coinvolgono tutte le nazioni. Questa possibile doppietta femminile evidenzia diversità di stile e contenuti, ma un filo comune che è la rappresentazione di grandi fragilità umane.
Le tematiche di entrambe le registe si focalizzano su conflitti attuali, senza ricorrere ad artifici narrativi superficiali, ma puntando a far emergere il dramma e la tensione sociale presente nel mondo.
Outsider di rilievo per il Leone D’Argento alla regia: da Park Chan-Wook a Guillermo Del Toro
Il premio per la regia, secondo le previsioni, potrebbe riservare sorprese rispetto ai favoriti principali. Park Chan-wook, con il suo thriller psicologico ‘No Other Choice’, e Guillermo del Toro, con ‘Frankenstein’ reinterpretato in chiave gotica, presentano film molto attesi e apprezzati dalla critica internazionale.
Entrambi i registi hanno costruito una solida carriera nei generi di riferimento e i loro nuovi lavori sembrano confermare la loro capacità di raccontare storie complesse e coinvolgenti. Nel caso di del Toro, il richiamo a un classico della letteratura horror si mescola a un’idea visiva suggestiva e cupa, mentre Park Chan-wook esplora tensioni psicologiche profonde.
Sul fronte italiano, la squadra in gara è piccola ma con nomi importanti. Paolo Sorrentino con ‘La Grazia’ e Gianfranco Rosi con ‘Sotto le nuvole’ rappresentano due punti di forza del cinema nazionale. Rosi, già vincitore del Leone d’Oro nel 2013 con ‘Sacro Gra’, ha raccolto commenti positivi per la sua capacità di narrazione poetica, riproponendo un approccio personale e attento.
Per la Francia, l’attenzione è concentrata su ‘L’Étranger’ di François Ozon, accolto positivamente, e sul più intimo ‘À pied d’œuvre’ di Valérie Donzelli, che potrebbe riservare qualche sorpresa grazie alla sua delicatezza narrativa.
Coppe Volpi in bilico tra talenti italiani e star internazionali per le migliori interpretazioni
Nel confronto per la Coppa Volpi riservata alla miglior attrice emergono due interpreti italiane come protagoniste. Valeria Bruni Tedeschi si è distinta con la sua trasformazione in Eleonora, figura centrale di ‘Duse’ di Pietro Marcello. Anche Barbara Ronchi ha attirato l’attenzione con la sua intensa prova in ‘Elisa’.
Sul versante maschile, spicca il nome di Dwayne ‘The Rock’ Johnson, conosciuto principalmente per ruoli action ma ora impegnato in una performance drammatica in ‘The Smashing Machine’ diretto da Benny Safdie. La possibilità che venga premiato per questa nuova veste è concreta, anche perché mostra un lato inedito e coraggioso del suo lavoro.
Un’alternativa importante può essere rappresentata da Lee Byung-hun, attore coreano protagonista di ‘No Other Choice’, che ha ricevuto elogi dalla critica per la profondità del suo ruolo e la presenza scenica.
Altri riconoscimenti in attesa di decisioni tra nomi di registi e giovani talenti emergenti
Oltre ai premi principali, la Mostra ha in lizza una serie di altri riconoscimenti. Tra questi il Premio Speciale della Giuria e quello per la Sceneggiatura potrebbero premiare autori del calibro di Jim Jarmusch con ‘Father Mother Sister Brother’, Yorgos Lanthimos con ‘Bugonia’, e Olivier Assayas con ‘Il mago del Cremlino’.
Il Premio Mastroianni, dedicato a un giovane attore emergente, vede in lizza la cinese Lai Yu-Fei, protagonista di ‘Girl’, e la svizzera Luna Wedler che recita in ‘Silent Friend’. Entrambe hanno mostrato talento e personalità che potrebbero essere valorizzate in questa occasione.
Le scelte finali saranno affidate alla giuria, chiamata a valutare opere e interpretazioni in un contesto competitivo e ricco di proposte diversificate. L’attenzione resta alta mentre il Lido si prepara ad annunciare i nomi premiati nella serata di chiusura della Mostra.