La situazione della sicurezza in Europa resta tesa. Andrius Kubilius, commissario europeo alla Difesa, ha lanciato un nuovo allarme sulle mosse di Vladimir Putin. Secondo lui, la Russia potrebbe mettere alla prova la risposta collettiva della Nato attivando l’articolo 5 entro 3-4 anni. Di fronte a questo rischio, Bruxelles sta già correndo ai ripari, rafforzando le difese lungo il confine orientale, con un occhio di riguardo ai sistemi anti-droni e agli investimenti nel settore militare. Ecco i punti chiave dell’allarme di Kubilius e le contromisure in corso in Europa.
Kubilius: la minaccia russa e la guerra ibrida già in corso
Per Kubilius, Vladimir Putin rappresenta la minaccia principale per l’Europa. Il commissario parla di una guerra ibrida già in atto, fatta di azioni non convenzionali e attacchi indiretti. L’episodio dei droni in Polonia ne è un esempio lampante: non un incidente casuale, ma un vero e proprio test per sondare la reazione di Nato e Unione Europea. Da qui la previsione: Mosca potrebbe decidere di sfidare la difesa collettiva, attivando l’articolo 5, quel principio che considera un attacco a un Paese membro come un attacco a tutti.
Kubilius ha visitato vari Paesi di confine, dalla Finlandia ai Paesi Baltici fino alla Polonia. Sono territori chiave per la difesa orientale, che riguarda tutta l’Europa. Per questo, avverte, bisogna agire in fretta. La minaccia è concreta e può tradursi in azioni in qualsiasi momento. I servizi segreti tedeschi segnalano che a Mosca si discutono piani per testare la reazione della Nato, con potenziali ricadute sulla sicurezza europea.
Un muro anti-droni e difese più solide: le proposte di Kubilius
Kubilius spinge per un rafforzamento serio del confine orientale, su due fronti. Da un lato, misure tradizionali per contenere le mosse militari russe. Dall’altro, un sistema strutturato di difesa contro i droni. L’idea è creare un “muro anti-droni” fatto di reti di sensori, anche acustici, capaci di individuare subito qualsiasi intrusione. Questi sistemi dovranno poter neutralizzare i droni, ispirandosi a quello che l’Ucraina ha messo in piedi, intercettando tra l’80 e il 90% degli attacchi teleguidati.
Il progetto è ambizioso: un sistema di difesa europeo, condiviso e integrato, che superi le divisioni tra Paesi. Non solo una barriera fisica, ma anche investimenti coordinati per sviluppare nuove tecnologie e migliorare la capacità di reazione. I confini a est devono diventare sempre più inespugnabili, con l’Ucraina che funge da scudo per il resto del continente.
Investimenti e coordinamento per una difesa europea più forte
Per mettere in piedi questa strategia, Bruxelles ha approvato un fondo da 150 miliardi di euro per investimenti nel settore militare. Kubilius invita gli Stati membri a incrementare la spesa militare, ma con un approccio coordinato, puntando a costruire capacità autonome europee. L’obiettivo è superare la frammentazione industriale attuale e integrare le filiere tecnologiche, con particolare attenzione all’ecosistema dei droni.
Le forniture all’Ucraina restano al centro della politica di difesa europea. Negli ultimi tre anni l’Ue ha stanziato circa 60 miliardi di euro in aiuti diretti a Kiev. Kubilius sottolinea che proteggere l’Ucraina significa proteggere l’Europa, soprattutto in un momento in cui le provocazioni russe coinvolgono anche territori come quello polacco. Tra le risposte militari previste ci sono investimenti nella produzione di droni ucraini, fondamentali per mantenere alta la capacità di reazione e impedire che Putin possa trarre vantaggio dalla guerra.
Il commissario lituano insiste sul fatto che la preparazione difensiva dovrà essere rapida e concreta entro il 2030. L’Europa deve arrivare a quel traguardo con strumenti efficaci e deterrenti solidi, per non farsi trovare impreparata. L’attenzione resta altissima: i prossimi anni saranno decisivi per la sicurezza del continente.