Justin Timberlake è tornato a esibirsi in Italia dopo 18 anni, con un concerto che ha raccolto 30mila persone all’ippodromo Snai San Siro di Milano. L’artista americano, conosciuto come il “ragazzo d’oro” del pop, ha presentato l’unica tappa italiana del suo tour europeo davanti a un pubblico trasversale, fatto di fan di diverse età, accomunati dall’entusiasmo per un artista che ha segnato un’epoca musicale. Lo show ha offerto un mix calibrato di grandi successi, ballate e brani recenti, confermando la capacità di Timberlake di intrattenere con voce, danza e presenza scenica.
Un ritorno atteso e un clima di festa a milano
Il concerto di Justin Timberlake a Milano, il 2025, è stato un evento molto atteso. Il 44enne originario del Tennessee mancava dallo scenario live italiano dal 2007, quando suonò nello stesso capoluogo lombardo al Forum. A distanza di quasi due decenni, il suo ritorno ha acceso l’entusiasmo di chi lo segue dagli esordi. L’ippodromo Snai San Siro si è trasformato in una platea di 30mila spettatori che hanno accolto l’artista con calore. Il pubblico era composto da ventenni e trentenni, attratti da un viaggio musicale nella nostalgia, ma anche da fan che lo ricordano come l’idolo degli ’N Sync o dai primi album solisti.
Sul palco, Justin Timberlake è apparso con sicurezza e una naturale attitudine da intrattenitore completo. Accompagnato da 17 ballerini e musicisti, ha aperto lo spettacolo con la performance di “Mirrors”, brano emotivo che ha richiamato subito l’attenzione sulla sua capacità di passare dal pop dance alle ballate. Il cantante ha ringraziato gli spettatori, dichiarando il suo affetto per l’Italia e definendola “il suo Paese preferito al mondo”. La sensazione è stata quella di una festa condivisa, con Timberlake che ha voluto subito mettere in risalto il legame stretto con i fan italiani.
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Una scaletta tra passato e presente
La scaletta si è snodata come un viaggio tra il passato e il presente di Justin Timberlake. Dopo “Mirrors” sono arrivati classici come “Cry Me a River” e “LoveStoned”, pezzi che rappresentano la sua stagione d’oro a metà anni Duemila. Questi brani sono stati eseguiti fedelmente ma con l’energia data dalla band dal vivo e dai ballerini sul palco. Durante “Like I Love You”, Timberlake ha suonato la chitarra e ha inserito un’interazione con l’intermezzo dei N.E.R.D., un dettaglio che ha sottolineato la cura nella resa dello spettacolo.
Dal punto di vista vocale Timberlake ha mostrato buone capacità, mantenendo limpidezza nella voce e raggiungendo senza difficoltà note alte e falsetti. La sua presenza scenica è stata vigorosa. Ha condiviso momenti di interazione col pubblico, come quando ha fatto intonare gli auguri di compleanno a Serena, una fan sotto il palco. Tra i brani più recenti sono stati inclusi “No Angels”, “Play” e “Selfish”, estratti dall’ultimo album “Everything I Thought It Was”. Questi pezzi, anche se meno conosciuti rispetto ai successi di una volta, hanno mostrato la continuità del suo stile musicale in un set perlopiù ancorato al passato.
Momenti emblematici e omaggi alle collaborazioni più famose
Il finale dello show ha raccolto alcune delle hit più conosciute di Justin Timberlake. La sequenza ha proposto “Rock Your Body”, “Can’t Stop The Feeling” e una versione acustica di “What Goes Around… Comes Around”. Il pubblico ha accolto con entusiasmo soprattutto il trittico che ha chiuso la serata, formato da “Let the Groove Get In”, “SexyBack” e “Until the End of Time”. Questi pezzi, accompagnati da coreografie e giochi di luci, hanno creato un’atmosfera da grande spettacolo pop.
Tra le sorprese della serata è spuntata una mini-suite dedicata ai brani realizzati in collaborazione con altri artisti. “Ayo Technology”, “Chop Me Up”, “Give It to Me” e “4 Minutes” hanno riportato in scena il periodo di Timberlake come protagonista del pop mondiale al fianco di Timbaland e altri produttori di rilievo. Le versioni live erano essenziali e dirette, con arrangiamenti più asciutti rispetto agli originali, ma efficaci. Questi omaggi hanno aggiunto profondità alla performance, mostrando un pezzo importante del percorso musicale di Justin e la sua influenza internazionale.
Timberlake a milano: tra nostalgia e solidità artistica
Justin Timberlake, che ha iniziato la carriera da bambino e si è imposto come solista dal 2002, ha dimostrato a Milano di saper dominare il palco con mestiere e concretezza. Ha puntato quasi esclusivamente sui successi che hanno segnato la sua carriera, generando un forte senso di nostalgia nel pubblico. La scelta di sfoderare un set ben conosciuto ha messo in luce la qualità di un artista capace di offrire uno spettacolo elegante e coinvolgente.
Il concerto dello Snai San Siro è stato più di un semplice ritorno live. È stato il racconto di una carriera che ancora riscuote attenzione e produce emozioni. Timberlake ha confermato il suo ruolo di protagonista nel pop mondiale, grazie a una performance curata nei dettagli e sostenuta da una presenza scenica completa. A 44 anni appare saldo, esperto e pronto a mantenere il suo posto anche negli anni a venire.