Italiano fermato in burkina faso accusato di legami paramilitari liberato e riportato in Italia dall’aise

Italiano Fermato In Burkina Fa

Italiano accusato di legami paramilitari liberato in Burkina Faso e rientrato in Italia - Gaeta.it

Sara Gatti

4 Settembre 2025

Luca Scarpato, giovane italiano di 23 anni nato a Milano, è stato arrestato l’11 giugno 2025 a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, con l’accusa di appartenere a un gruppo paramilitare. Dopo giorni di trattative riservate tra agenzie di intelligence italiane e burkinabé, è stato rilasciato e riportato in Italia tramite il servizio di sicurezza Aise. Questo caso si inserisce in un contesto regionale segnato da tensioni e interventi continui contro formazioni armate nella regione dell’Africa occidentale.

Il fermo di Luca scarpato a ouagadougou tra sospetti paramilitari

Luca Scarpato è stato fermato nella capitale del Burkina Faso lo scorso 11 giugno 2025. Le autorità locali lo hanno incriminato per presunti legami con un gruppo paramilitare attivo sul territorio. La misura restrittiva non è stata resa pubblica in un primo momento, secondo un accordo con la famiglia mirato a favorire un rapido intervento diplomatico e risolvere il caso senza clamore. Scarpato, originario di Milano, era presente nel paese africano dove, secondo fonti di intelligence, lavorava in ambito di sicurezza privata legata alle attività minerarie, attività che però è stata oggetto di verifiche. Il suo arresto si è inserito nel più ampio sforzo delle forze di sicurezza burkinabé per controllare la presenza di milizie e gruppi armati in un territorio instabile.

Il contesto di sicurezza nel burkina faso e le tensioni regionali

Il Burkina Faso vive da anni una situazione di crescenti difficoltà legate alla presenza di gruppi paramilitari e militanti jihadisti. La capitale Ouagadougou è stata teatro di diversi interventi contro cellule sospette. Nel 2025 le autorità locali continuano a effettuare controlli approfonditi per contenere queste minacce. L’arresto di un cittadino straniero come Scarpato si inserisce in questa cornice di massima allerta e di rigido monitoraggio di movimenti sospetti. La presenza di operatori stranieri negli impianti minerari o in altri settori strategici è seguita con attenzione da parte delle agenzie di sicurezza, soprattutto nei territori più vulnerabili dal punto di vista della sicurezza interna.

Il ruolo delle agenzie di intelligence e la mediazione diplomatica

Il rilascio di Luca Scarpato è stato il frutto di intense trattative sul canale dell’intelligence tra l’Aise, l’agenzia di sicurezza italiana, e i corrispettivi organi burkinabé. Dopo aver approfondito il suo profilo e la natura del suo impiego, si è chiarito che non esistevano prove sufficienti per mantenerlo sotto custodia. L’intervento riservato ha sottolineato la cooperazione tra Italia e Burkina Faso sul fronte della sicurezza e del contrasto ai gruppi armati. L’Italia, attraverso l’Aise, ha agito con tempestività per evitare ripercussioni diplomatiche e garantire la tutela del cittadino italiano. L’aereo con cui è stato rimpatriato è atterrato recentemente all’aeroporto di Ciampino, segnalando la conclusione positiva di una vicenda delicata.

Implicazioni per la sicurezza e le relazioni bilaterali italo-burkinabé

Il caso Scarpato rappresenta un esempio concreto delle difficoltà di operare in regioni dove la minaccia paramilitare è alta e dove le autorità locali agiscono con cautela nei confronti di presenze straniere sospette. L’intervento coordinato tra le agenzie di intelligence italiane e burkinabé ha permesso di evitare un possibile incidente diplomatico. Le relazioni tra i due paesi rimangono strette e improntate alla collaborazione, in particolare sulle tematiche di sicurezza e scambio di informazioni. La vicenda mette in evidenza quanto sia delicato il lavoro degli operatori italiani all’estero in scenari critici e conferma l’attenzione continua verso la protezione dei cittadini italiani in contesti instabili come quello del Burkina Faso.