Italiani orientati a ridurre lo spreco alimentare ma restano scettici sulla spesa sostenibile

Italiani orientati a ridurre lo spreco alimentare ma restano scettici sulla spesa sostenibile

La ricerca di EngageMinds Hub dell’Università Cattolica di Cremona evidenzia l’interesse degli italiani per la sostenibilità alimentare, con attenzione a riduzione sprechi e prodotti stagionali, ma limiti economici e abitudini consolidate influenzano le scelte d’acquisto.
Italiani Orientati A Ridurre L Italiani Orientati A Ridurre L
L'indagine di EngageMinds Hub dell’Università Cattolica di Cremona rileva che gli italiani mostrano interesse verso la sostenibilità alimentare, con attenzione a ridurre lo spreco e scegliere prodotti stagionali, ma restano riluttanti a pagare di più e a subire indicazioni rigide su cosa mangiare. La grande distribuzione è il canale principale per l’acquisto di frutta e verdura, mentre mercati locali e Km-zero coinvol - Gaeta.it

La nuova rilevazione di EngageMinds Hub dell’Università Cattolica di Cremona fotografa i comportamenti degli italiani riguardo al cibo, la sostenibilità e le abitudini di acquisto di frutta e verdura. La maggioranza mostra un interesse reale verso la riduzione dello spreco e la scelta di prodotti stagionali, resta però una diffusa riluttanza a pagare di più per un’alimentazione considerata sostenibile. Al tempo stesso, la ricerca evidenzia la resistenza degli italiani a ricevere indicazioni rigide su cosa mangiare.

Un impegno diffuso contro lo spreco alimentare

Secondo i dati raccolti, un ampio 76% degli italiani dichiara di voler ridurre lo spreco di cibo nella propria vita quotidiana. Questo orientamento indica una maggiore consapevolezza del valore del cibo e delle ripercussioni ambientali e sociali degli sprechi. La stessa ricerca segnala che circa il 70% dei consumatori sceglie i prodotti in base alla loro stagionalità, elemento che riflette un certo attaccamento alla qualità e freschezza degli alimenti, ma anche una sensibilità verso la sostenibilità ambientale. I prodotti stagionali infatti sono spesso più sostenibili perché richiedono meno trasporti e minor uso di risorse.

Limiti economici nella spesa sostenibile

Tuttavia, la spinta verso la sostenibilità incontra un limite molto netto quando si parla di costi. Solo il 30% degli intervistati sarebbe disposto a spendere di più pur di ottenere alimenti sostenibili. Questo dato suggerisce che, pur esprimendo interesse verso scelte responsabili, il vincolo economico resta un freno importante. Altre resistenze emergono sulla questione delle abitudini alimentari imposte: il 46% degli italiani rifiuta di sentirsi dire cosa mangiare, mostrando una forte volontà di autonomia nelle proprie preferenze e stili di vita alimentari.

Modalità di acquisto di frutta e verdura: la grande distribuzione al primo posto

Lo studio ha indagato anche i canali di approvvigionamento più usati per frutta e verdura, evidenziando come la sostenibilità venga spesso associata a scelte stagionali e derivanti da modalità di acquisto consolidate. La grande maggioranza degli italiani, quasi 80%, acquista frutta e verdura nei supermercati almeno una volta alla settimana. Di questi, circa il 30% si reca in negozio per comprare prodotti freschi almeno 3-4 volte a settimana, segnalando una frequenza elevata d’acquisto in questo canale.

Le ragioni di questa scelta sembrano legate soprattutto alla comodità data dall’ampia disponibilità di prodotti in un unico luogo e ad orari di apertura flessibili. Questo tipo di distribuzione si conferma privilegiata rispetto ad altre forme di acquisto, offrendo tempi e modi più adattabili agli stili di vita moderni.

Alternative sostenibili: mercati locali, fruttivendoli e km-zero

Alternative alla grande distribuzione rimangono però presenti, seppur con una platea più limitata. Circa il 30% degli intervistati dichiara di comprare frutta e verdura almeno una volta alla settimana ai mercati locali, mentre poco meno del 30% sceglie il fruttivendolo di fiducia con frequenza settimanale. Questi canali godono di una certa attenzione da parte di chi cerca una relazione più diretta con il prodotto, magari cercando freschezza o qualità percepita.

Il consumo a Km-zero coinvolge quasi il 20% degli italiani, una quota minore, ma che testimonia un interesse puntuale verso produzioni molto locali. L’acquisto online, invece, resta una nicchia emergente, scelta da circa il 10% dei consumatori nel rapporto settimanale, probabilmente per motivi legati all’innovazione e praticità, ma ancora lontana dalla diffusione alla grande massa.

L’analisi di EngageMinds Hub mostra come l’interesse verso il rapporto tra cibo e sostenibilità si traduca in pratiche ancora legate fortemente a comodità e abitudini consolidate, mentre si mantengono evidenti limiti legati ai costi e alle pressioni percepite sull’alimentazione. Questi dati del 2025 aiutano a capire come si muove il consumatore italiano tra bisogni, scelte consapevoli e realismo delle proprie risorse.

Change privacy settings
×