L’Italia ha conquistato il titolo mondiale femminile di pallavolo il 7 settembre 2025 in Thailandia. Il capitano azzurro Anna Danesi ha condiviso con l’Adnkronos le sensazioni prima della partenza, raccontando l’atmosfera nel gruppo guidato da Julio Velasco e il percorso che ha portato la squadra a questo grande risultato.
Le sensazioni di Anna Danesi prima del mondiale: aspettative e carica del capitano
Anna Danesi, 29 anni e capitano della Nazionale italiana di pallavolo, ha espresso un mix di fiducia e determinazione alla vigilia dei Mondiali in Thailandia. Dopo aver vinto l’oro alle Olimpiadi e le ultime due edizioni della Nations League, il gruppo guidato da Velasco si è presentato come favorito, ma con la consapevolezza che ogni torneo rappresenta una nuova sfida. Danesi ha sottolineato che “non si tratta di dare per scontato il successo, ma di affrontare ogni partita con la massima concentrazione, pronti a lottare punto dopo punto.” Il riferimento all’oro di Parigi è presente nel suo profilo Instagram, ma il capitano ha spiegato di “non fissarsi troppo sul passato,” anche grazie alla guida del ct che invita a concentrarsi sul presente senza farsi distrarre dalle aspettative.
Il clima nello spogliatoio è un misto di carica e controllo, dove il gruppo è cosciente di dover partire forte fin dai primi turni, anche contro avversarie considerate inferiori. Per Danesi l’importante è “non lasciare nulla per strada e mantenere l’attenzione sul singolo punto, evitando cali di ritmo che potrebbero compromettere l’intera competizione.”
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Il ruolo da capitano: responsabilità e approccio al comando secondo danesi
Anna Danesi ha parlato del suo ruolo di capitano come una responsabilità non da poco, soprattutto in un torneo così importante. Il compito principale per lei è stato quello di motivare le compagne a non sottovalutare nessun match e a imporre il proprio gioco fin dalla fase iniziale. Danesi ha anche raccontato il momento in cui Velasco le ha affidato la fascia, confessando di aver pensato inizialmente che il mister fosse “pazzo,” ma si è poi dimostrata soddisfatta della scelta. La sua caratteristica principale resta la calma in campo, una qualità che, unita all’esperienza, le permette di guidare il gruppo con equilibrio anche nei momenti di tensione.
Il rapporto con il ct ha influenzato molto il modo di lavorare della squadra. Velasco ha tolto alcune pressioni, spingendo le giocatrici a ignorare i problemi esterni e a pensare solo alla partita da affrontare al momento. Danesi ha raccontato come il mister sappia trasmettere tranquillità e semplicità, portando il gruppo a concentrarsi su un pallone alla volta senza lasciarsi sopraffare dagli errori.
Velasco e l’impatto sulla squadra: disciplina e serenità nei momenti difficili
Sotto la guida di Julio Velasco la Nazionale è cambiata profondamente. Danesi ha spiegato che l’allenatore ha saputo dare una direzione chiara, allontanando inutili complicazioni e invitando il gruppo a focalizzarsi sul gioco. L’approccio del ct si basa su concetti semplici, ma difficili da applicare, come pensare solo alla partita attuale e non a pressioni esterne o passate sconfitte. Questo metodo ha rinsaldato il gruppo e offerto maggiore fiducia.
Un episodio emblematico emerso durante un allenamento vede Velasco richiamare le giocatrici a non soffermarsi sugli errori, perché ogni punto offre la possibilità di riscattarsi. Danesi ha raccontato di aver condiviso un sorriso con la compagna Myriam Silla dopo una giocata sbagliata, resilienza nata proprio dall’insegnamento del tecnico. Questo clima di serenità ha rafforzato la capacità della squadra di affrontare le avversità con meno tensione, elemento cruciale in competizioni così intense.
Gli studi di Anna Danesi: come conciliare carriera sportiva e formazione universitaria
Anna Danesi non è solo una talentuosa atleta, ma anche una studentessa impegnata. Oltre alle due lauree in Scienze motorie e Scienze dell’alimentazione, ha conseguito da poco una terza in Psicologia. La sua determinazione nel portare avanti gli studi ha radici familiari: i genitori attribuiscono importanza al percorso extrasportivo, e Danesi ha voluto accogliere questo valore, riempiendo il tempo libero con l’attività accademica.
Ha ammesso che questa ultima esperienza è stata più impegnativa rispetto alle precedenti e, in alcuni momenti, avrebbe voluto arrendersi. Gli studi le hanno però permesso di distogliere la mente dalla pallavolo e mantenere equilibrio psicofisico. Al momento non ha progetti per ulteriori lauree, ma prevede di completare alcuni corsi per acquisire crediti utili all’insegnamento dell’educazione fisica nelle scuole, guardando con interesse a un possibile futuro fuori dal campo.
I momenti da ricordare: i muri di danesi e la finale di Parigi come icona
Tra le doti più apprezzate di Anna Danesi spiccano i muri, che spesso hanno cambiato le sorti delle partite. Ricorda con particolare affetto un muro realizzato durante la finale olimpica di Parigi, che continua a rivedere, anche tramite i social network. Il video di quella giocata è diventato virale e rappresenta per lei un ricordo indelebile di quell’avventura.
Nel contesto del Mondiale in Thailandia, Danesi spera di poter aggiungere nuovi momenti da salvare e rivedere in futuro. La vittoria ottenuta qualche giorno fa rappresenta una conferma del valore di questa generazione azzurra e il muro rimane una delle sue armi più utilizzate per sostenere la squadra nelle sfide più difficili.