Israel avrebbe un piano per annettere parti della striscia di gaza con il sostegno usa, l’ue propone stop parziale ai programmi di ricerca

Israel avrebbe un piano per annettere parti della striscia di gaza con il sostegno usa, l’ue propone stop parziale ai programmi di ricerca

Netanyahu valuta l’annessione di parti della striscia di Gaza per consolidare il governo, mentre la Commissione Europea propone una sospensione parziale di Israele da Horizon Europe e l’Autorità Palestinese chiede il rilascio degli ostaggi.
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Netanyahu valuta l’annessione di parti della Striscia di Gaza per consolidare il governo, mentre l’UE propone una sospensione parziale di Israele da programmi di ricerca. L’Autorità Palestinese chiede il rilascio degli ostaggi e la fine del controllo di Hamas su Gaza. - Gaeta.it

Netanyahu starebbe valutando un piano per annettere segmenti della striscia di Gaza, una mossa pensata per consolidare il proprio governo mantenendo l’appoggio del ministro delle finanze Bezalel Smotrich. La notizia, trapelata dal quotidiano israeliano Haaretz, descrive un possibile scenario in cui il governo israeliano offrirebbe un breve ultimatum a Hamas per accettare un cessate il fuoco, minacciando l’annessione graduale di territori in caso di rifiuto. Nel frattempo, la Commissione Europea ha annunciato la proposta di una sospensione parziale di Israele da alcuni programmi di ricerca, facendo emergere nuove tensioni diplomatiche. Nel quadro si inserisce anche la posizione dell’Autorità Palestinese che chiede il rilascio degli ostaggi e la fine del controllo di Hamas su Gaza.

Piano di annessione di netanyahu in cambio di sostegno politico interno

Secondo la fonte israeliana, Netanyahu sta studiando un provvedimento da presentare al gabinetto nei prossimi giorni, mirato ad annettere aree specifiche della striscia di Gaza. L’obiettivo apparente è assicurarsi la permanenza nel governo di Bezalel Smotrich, il ministro delle finanze noto per il suo orientamento di estrema destra e il sostegno inflessibile alla linea militare. Il piano include una proposta in cui Hamas riceverebbe pochi giorni per approvare un cessate il fuoco, altrimenti Israele inizierebbe a reclamare formalmente territori a cominciare dalla cosiddetta “zona cuscinetto”.

Dettagli della successione di annessioni

Il progetto delineato prevede una successione di annessioni: prima alcune zone limitrofe alla città israeliana di Sderot, poi parti della striscia settentrionale, infine la progressiva copertura dell’intero territorio. Netanyahu avrebbe discusso questa strategia con i suoi ministri, riferendo che Ron Dermer, ministro per gli affari strategici, ha già condiviso il piano con il segretario di stato Usa Marco Rubio. La fonte indica che, dietro le quinte, ci sarebbe il sostegno della Casa Bianca, anche se il presidente Donald Trump non era presente durante l’incontro, essendo in Scozia.

Il tentativo appare dettato da necessità politiche interne: con l’uscita dei partiti ultraortodossi, Netanyahu cerca di mantenere saldo un esecutivo fragile. Smotrich, dal canto suo, sarebbe restio a lasciare il governo, a condizione che questa iniziativa venga messa in atto, ma senza manifestare ancora un’adesione piena pubblicamente. Aggiunge che il partito Sionismo Religioso non ha sostenuto l’aumento degli aiuti umanitari alla popolazione gazawi, ma la decisione governativa è passata comunque. Smotrich ha espresso in privato che la strategia è in corso di definizione e che in conflitto il giudizio finale si basa sull’esito militare, ovvero la sconfitta di Hamas.

La risposta dell’unione europea: sospensione mirata di israele dal programma horizonte europe

La questione israelo-palestinese ha trovato un’eco anche nella scena europea, dove la Commissione Europea ha sollevato una proposta per sospendere in modo parziale la partecipazione di enti israeliani al programma Horizon Europe. In particolare la sospensione riguarda società con sede in Israele che operano nel contesto dell’acceleratore del Consiglio europeo per l’innovazione , una componente cruciale che supporta le imprese tecnologiche con sovvenzioni e finanziamenti.

Questo provvedimento è collegato a una revisione dell’articolo 2 dell’accordo di associazione tra Ue e Israele, incentrato sul rispetto degli obblighi reciproci. Per la Commissione, questa sospensione è un’azione calibrata, che mira ad applicare pressione senza interrompere completamente la collaborazione scientifica e tecnologica. Le università e i ricercatori israeliani restano quindi coinvolti nei progetti di cooperazione all’interno di Horizon Europe.

Voto all’interno del consiglio dell’unione europea

Per entrare in vigore questa misura necessita il via libera a maggioranza qualificata all’interno del Consiglio dell’Unione Europea. Il voto in aula si preannuncia teso, con l’Italia che potrebbe pesare da deciderne l’esito. Alcuni paesi già contrari come Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Germania potrebbero trattare la posizione dichiarando un sostegno a Israele. Se l’Italia dovesse allinearsi a questi stati la proposta resterebbe bocciata, mentre senza il suo appoggio l’iniziativa troverebbe la maggioranza.

La posizione dell’autorità palestinese sul controllo di gaza e rilascio degli ostaggi

L’Autorità Palestinese ha preso posizione in un recente discorso alla conferenza delle Nazioni Unite, incentrata su una soluzione a due stati. Muhammad Mustafa, primo ministro dell’Autorità, ha chiesto il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas e il trasferimento delle armi di questo movimento all’Autorità Palestinese. Ha inoltre chiesto che Hamas cessi il suo controllo diretto sulla striscia di Gaza.

Mustafa ha espresso la disponibilità dell’Autorità a coordinare una forza internazionale araba incaricata di stabilizzare la regione dopo il conflitto. Israele avrebbe mostrato apertura all’aiuto di paesi esterni, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, ma a condizione che l’Autorità Palestinese venga coinvolta, una richiesta a lungo respinta da Israele che equiparava l’Ap a Hamas.

Appello dell’Autorità palestinese per unità e pace

Le dichiarazioni di Mustafa hanno incluso un appello all’unità tra Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est, sottolineando la necessità di porre fine all’occupazione, all’assedio e agli insediamenti israeliani. Ha ribadito l’impegno per la creazione di due stati indipendenti, capaci di convivere con pace e sicurezza. Questo approccio segna una posizione politica volta a mantenere vivo il dibattito internazionale sulla natura e direzione del conflitto in corso.

La situazione resta complessa, e le mosse di Israele e della comunità internazionale continuano a influenzare il fragile equilibrio politico e umanitario nell’area. Si attendono sviluppi non solo sul terreno, ma anche nella sfera diplomatica e scientifica internazionale.

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