Intossicazione a Pozzuoli: nove in ospedale dopo pranzo a base di frutti di mare

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Intossicazione da frutti di mare a Pozzuoli, soccorsi in azione. - Gaeta.it

Armando Proietti

15 Settembre 2025

A Pozzuoli, un pranzo domenicale si è trasformato in un incubo per nove persone, tra cui due minorenni, finite in ospedale per intossicazione alimentare. Il caso riporta sotto i riflettori la sicurezza dei frutti di mare e la tracciabilità di questi prodotti.

Sintomi gravi dopo il pasto al ristorante di Via Trepiccioni

I fatti sono avvenuti ieri al ristorante “Da Emilio”, in via Trepiccioni. Poche ore dopo aver mangiato, un gruppo di clienti ha iniziato ad accusare vomito, diarrea forte, fitte addominali e sudorazione intensa. Uno degli uomini ha avuto anche un episodio di confusione mentale, che ha subito allarmato i soccorritori. Sul posto sono intervenute tre ambulanze del 118 per mettere in sicurezza i pazienti. Quattro persone sono state portate al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, mentre gli altri cinque, inclusi due ragazzi di 14 e 16 anni, sono stati curati sul posto ma hanno rifiutato il ricovero a Giugliano. Nonostante i sintomi seri, al momento nessuno risulta in pericolo di vita.

Carabinieri e Nas indagano, locale sequestrato

I Carabinieri della Radiomobile di Pozzuoli, insieme ai NAS, hanno subito avviato le indagini per capire cosa abbia provocato l’intossicazione. L’ipotesi principale punta sui molluschi crudi o poco cotti – cozze, ostriche – ordinati durante il pranzo. Le autorità sanitarie hanno sequestrato la cucina e la sala del ristorante, che è stato chiuso temporaneamente. I controlli seguono le regole del cosiddetto “pacchetto igiene”, che stabilisce standard rigidi per la sicurezza alimentare. Il locale resta sotto osservazione mentre si lavora per ricostruire la filiera dei frutti di mare serviti, un passaggio chiave per capire dove sia avvenuta la contaminazione.

Frutti Di Mare e sicurezza: perché la tracciabilità è fondamentale

I molluschi filtratori come cozze e ostriche possono essere pericolosi se non controllati con attenzione. Questi animali accumulano batteri, virus o tossine provenienti dalle alghe nelle acque dove vengono allevati. Per questo esistono norme precise che permettono di tracciare origine, lotto, data di raccolta e trasferimento. Le zone di allevamento vengono classificate e monitorate, e i prodotti devono avere un’etichetta che certifichi la salubrità. Senza questa documentazione, diventa molto difficile bloccare in tempo alimenti contaminati. Nel caso del “Da Emilio”, gli inquirenti stanno verificando proprio la presenza di questi documenti.

Doppia inchiesta: tra cucina e filiera del pesce

Le indagini procedono su due fronti. Da un lato si controlla lo stato igienico del ristorante: pulizia, conservazione e preparazione del cibo, rispetto delle norme sanitarie. Dall’altro si segue la filiera dei frutti di mare, dal piatto servito fino ai luoghi di raccolta in mare. L’obiettivo è capire dove si è interrotta la sicurezza, per evitare che altri consumatori corrano rischi simili. Il sequestro della cucina e della sala conferma la volontà delle autorità di fermare qualsiasi possibile esposizione a prodotti contaminati, almeno fino a quando gli accertamenti non saranno conclusi. Solo un’analisi dettagliata potrà chiarire responsabilità e cause di questa intossicazione collettiva.