Un intervento complesso del soccorso alpino si è concluso all’alba del 2025 dopo un incidente sul corno piccolo, nel massiccio del gran sasso. Due alpinisti sono rimasti coinvolti in una caduta mentre affrontavano la via spigolo delle guide. Le condizioni meteo avverse e la conformazione della parete hanno reso difficile il recupero. Il ferito principale è stato trasportato all’ospedale dopo un lungo e articolato lavoro dei tecnici e dei soccorritori.
L’incidente sulla via spigolo delle guide e le condizioni dei due alpinisti
Un alpinista di 34 anni, originario della provincia di roma, ha subito una caduta durante la scalata della via spigolo delle guide. L’errore d’itinerario del primo di cordata ha provocato la perdita d’appiglio con una discesa improvvisa e pericolosa. Durante la caduta, l’uomo ha trascinato con sé alcune protezioni, riportando traumi significativi a gambe e braccia. Accanto a lui, il secondo di cordata ha cercato disperatamente di fermare la caduta trattenendo la corda, ma ha riportato ustioni alle mani.
Nonostante la gravità dell’incidente e i danni fisici, entrambi hanno mantenuto lucidità sufficiente per realizzare una sosta di emergenza e trovare un punto di appoggio su una cengia della parete. Da lì hanno lanciato l’allarme. La tempestività dell’avviso ha dato il via alle operazioni di soccorso, seppur rese complesse dalle condizioni. L’area del corno piccolo si conferma un ambiente ostico per il recupero con tempi stretti.
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Difficoltà e sfide nel soccorso alpino
L’elicottero del 118 ha raggiunto la zona aerea di partenza, portando tecnici e personale sanitario fino a un punto vicino alla parete. Tuttavia, le raffiche di vento intenso e condizioni meteorologiche sfavorevoli hanno impedito il recupero dall’alto. Questo ha costretto i soccorritori ad affrontare la salita e l’arrampicata lungo l’itinerario, superando tratti di roccia complessi e esposti.
I tecnici del soccorso alpino hanno raggiunto gli alpinisti e, con attrezzature specifiche, hanno stabilizzato il ferito sul posto. L’imbarellamento e la gestione del paziente sono stati effettuati direttamente sulla parete. Il trasporto a piedi lungo la discesa verso il sentiero ventricini si è rivelato l’unica soluzione praticabile fino a quando non sono potute riprendere le operazioni aeree con il miglioramento del meteo. Ogni passaggio ha richiesto precisione e resistenza fisica data la difficoltà del terreno.
Il recupero con elicottero e il trasporto verso le cure mediche
La notte ha visto un secondo tentativo di recupero con l’elicottero dell’aeronautica militare decollato da pratica di mare. Il nuovo tentativo non è andato a buon fine a causa delle condizioni meteorologiche ancora avverse che rendevano insicuro il volo e il recupero in parete. A quel punto i soccorritori hanno continuato il trasporto a spalla del ferito lungo il sentiero ventricini, fino alla zona della madonnina.
A circa le 3:30 del mattino, grazie a un miglioramento delle condizioni atmosferiche, è andato a buon fine il secondo recupero con l’elicottero. Salvati e personale medico sono stati imbarcati e trasferiti all’ospedale per le cure. Le ultime fasi dell’operazione si sono svolte con la discesa dei soccorritori fino a prati di tivo. Qui, intorno alle 6:00, si è conclusa un’operazione di soccorso durata quasi tutta la notte, che ha mostrato la difficoltà di intervenire in ambienti montani tanto impervi e a rischio.
Importanza del soccorso alpino in ambienti impervi
Il ruolo del soccorso alpino rimane fondamentale in queste situazioni, soprattutto quando le condizioni meteo impediscono un intervento diretto dall’alto, dimostrando la necessità di capacità tecniche e di resistenza nel recuperare feriti in ambienti naturali impervi come il gran sasso.