Intervento complesso al gaslini per separare due gemelle siamesi arrivate dal burkina faso

Intervento complesso al gaslini per separare due gemelle siamesi arrivate dal burkina faso

L’istituto Giannina Gaslini di Genova ha eseguito con successo un intervento complesso di separazione di gemelle siamesi provenienti dal Burkina Faso, grazie a una rete internazionale e al supporto di associazioni e istituzioni.
Intervento Complesso Al Gaslin Intervento Complesso Al Gaslin
L'istituto Giannina Gaslini di Genova ha eseguito con successo l'operazione di separazione di due gemelle siamesi del Burkina Faso, unite a torace e addome e con organi vitali condivisi, grazie a un team multidisciplinare e a una rete internazionale di supporto. - Gaeta.it

L’istituto Giannina Gaslini di Genova ha ospitato un’operazione delicata e lunga per dividere due gemelle siamesi nate in Burkina Faso a dicembre 2024. Le bambine erano congiunte tra torace e addome e condividevano organi vitali come il fegato e parte del pericardio. Grazie a una rete di collaborazione internazionale e al supporto di associazioni umanitarie e istituzioni locali, le due piccole sono arrivate in Italia e hanno potuto accedere a cure altamente specializzate, culminate in un intervento di oltre 12 ore eseguito da un team formato da più di cinquanta professionisti. Questo episodio evidenzia come si svolgano operazioni complesse di alta specializzazione in strutture italiane, coinvolgendo molte competenze cliniche e logistiche.

Il trasporto e l’accoglienza delle gemelle al gaslini

Le due bambine sono giunte in Italia il 20 maggio, accolte dall’associazione Una Voce per Padre Pio che collabora con l’ospedale Gaslini nell’ambito di un programma umanitario per pazienti dall’estero. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Malpensa, le piccole sono state trasferite al Gaslini di Genova, dove hanno iniziato un percorso di assistenza dedicata. Si tratta di un caso particolarmente complesso perchè le gemelle erano unite in due aree strategiche: la regione toracica e quella addominale, condividendo organi come il fegato e il pericardio, un unicum che richiede grande esperienza e organizzazione. In più, la gestione della loro accoglienza ha previsto il coordinamento tra più soggetti, compresi enti regionali, per permettere un’assistenza sanitaria a elevata complessità, secondo le norme italiane dedicate a persone straniere in situazioni di fragilità.

Preparazione e pianificazione chirurgica per un intervento di lunga durata

L’ospedale ha messo in campo un percorso multidisciplinare dedicato alla separazione delle gemelle. Una struttura così, come il Gaslini, a cui è affidato spesso il trattamento di casi pediatrici rari e complessi, si è prima dedicata a studi approfonditi e simulazioni cliniche. Il team comprendeva medici specialisti, infermieri, tecnici e operatori sociosanitari. A questi si sono aggiunti esperti esterni chiamati per professionalità specifiche nel campo della chirurgia epatica e della chirurgia plastica ricostruttiva, essenziali vista la condivisione degli organi e la necessità di ricostruire strutture anatomiche dopo la separazione. Il direttore sanitario dell’ospedale, Raffaele Spiazzi, ha sottolineato come l’obiettivo sia mettere a disposizione la migliore esperienza possibile in un ambiente pensato proprio per i bambini, anche quando le operazioni sono estremamente complesse.

L’intervento chirurgico e il coinvolgimento di più di 50 professionisti

Il 6 giugno si è svolto l’intervento che ha richiesto più di 12 ore di sala. Hanno partecipato oltre cinquanta persone tra medici, infermieri, tecnici e operatori sociosanitari. L’operazione ha comportato l’utilizzo di competenze delicate e una stretta collaborazione tra vari reparti, con un’apertura chirurgica che ha riguardato torace e addome, per scindere gli organi condivisi. La separazione di strutture vitali come il fegato e la ricostruzione del pericardio sono state particolarmente rischiose. Ogni fase prevedeva procedure pensate ad hoc per garantire stabilità alle bambine. L’abilità richiesta è stata tanta, ma l’esperienza consolidata del Gaslini ha permesso di operare seguendo protocolli rigorosi di sicurezza, anche grazie al coinvolgimento di specialisti esterni con prestigio nel panorama internazionale.

Finanziamenti e supporto istituzionale per casi sanitari internazionali

L’intervento è stato possibile anche grazie a un cofinanziamento importante, arrivato dall’associazione Patrons of the World’s Children Hospitals e dalla Regione Liguria. Questa collaborazione ha tradotto una normativa nazionale, che garantisce assistenza sanitaria ad alta specializzazione a pazienti stranieri in condizioni di vulnerabilità. Il modello adottato da Gaslini crea così un punto di riferimento per il trattamento di situazioni complesse, con fondi che sostengono il trasferimento, le cure e il percorso di riabilitazione. Senza un simile sostegno non sarebbe stato possibile coprire tutte le fasi dal trasporto, agli esami diagnostici, fino all’intervento e al monitoraggio successivo. Il caso dimostra come l’accoglienza sanitaria italiana possa estendersi oltre i confini nazionali per casi pediatrici di rilievo.

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