L’indagine sul caso Stasi ha visto negli anni diversi momenti di tensione e svolte inattese. Un aspetto chiave riguarda le intercettazioni recuperate dopo una testimonianza decisiva, nelle quali emerge il dialogo tra il testimone Muschitta e suo padre. Quei messaggi vocali, però, non sarebbero stati considerati rilevanti dagli investigatori, malgrado il loro potenziale valore nell’orientare le fasi successive della ricerca della verità.
Il peso delle registrazioni con Muschitta e suo padre
Le registrazioni ambientali risalgono al periodo immediatamente successivo alla deposizione di Muschitta, che aveva raccontato particolari importanti sulle dinamiche del giorno del fatto. Nel dialogo incrociato con il padre, emergono parole che rivelano una forte pressione sull’identità della versione fornita dal testimone.
Il genitore rassicura il figlio dicendo: “Per proteggerti, loro ti hanno fatto fare quella roba lì. Per me hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Non ti devi pentire. Tu hai detto quello che sapevi…Ma tu hai detto la verità?” A cui Muschitta risponde con fermezza: “Certo, io ho detto quello che ho visto”. Questo scambio racconta sia un conflitto interiore sia una consapevolezza del peso di quella testimonianza.
Leggi anche:
Questi audio sono stati raccolti proprio in un momento in cui l’inchiesta sul caso Stasi si trovava in una fase delicata, a pochi giorni dal fermo di Alberto Stasi. Tuttavia, gli inquirenti avrebbero giudicato quelle intercettazioni non determinanti per lo sviluppo delle prove, lasciando che l’iter se ne andasse avanti senza tener conto di quelle parole comunque piene di significati.
La decisione di non considerarli determinate ha sollevato qualche domanda sulla strategia e sulle motivazioni dietro le scelte investigative. Proprio in contesti così complessi, ogni elemento può avere un peso diverso, eppure quelle dichiarazioni non hanno avuto seguito nel procedimento.
La posizione di sportiello nel 2022 sul racconto di Muschitta
Nel 2022, a distanza di anni dai fatti, l’operaio Sportiello ha ribadito con convinzione la fondatezza della prima versione di Muschitta. In un episodio riportato in una registrazione audio, emersa durante l’indagine, Sportiello si mostra certo riguardo alla sincerità del collega.
Quando un interlocutore, Marchetto, prova a far emergere dubbi sull’attendibilità della testimonianza di Muschitta, lo stesso Sportiello risponde in modo chiaro: “E lui no ma va, quello che ha visto ha visto eh…lui quella mattina lì alle 9-9.30 ha visto…lui non se l’è inventata, ma figurati”. Frasi che confermano che Sportiello credeva davvero a ciò che l’altro aveva raccontato.
Questo punto è importante perché evidenzia un netto contrasto con alcune piste investigative che si sono mosse invece verso l’ipotesi di una ritrattazione o di una testimonianza poco affidabile. Sportiello, quindi, difende l’integrità del racconto originale, sottolineando che Muschitta aveva descritto esattamente quello che aveva osservato.
L’operatore aggiunge anche un dettaglio preciso: “Ha visto questa ragazza in giro con la bicicletta da donna, l’ha vista, lui non se l’è inventata eh. Come l’ha raccontata a me, io davanti alla direttrice gliel’ho raccontata a lei, la stessa identica cosa”. Con questa dichiarazione si conferma che il racconto è rimasto stabile nel tempo, e che anche di fronte ad altre persone la descrizione non è cambiata.
I nodi ancora aperti nell’indagine sul caso Stasi
Il caso Stasi ha sempre avuto una forte componente basata sulla testimonianza diretta di persone presenti quel giorno. I dialoghi intercettati tra Muschitta e suo padre, insieme alle conferme di Sportiello, mostrano una rete di testimonianze complesse che, da una parte, potevano avvalorare certi elementi, dall’altra hanno subito scelte diverse da parte degli investigatori.
La disparità fra la percezione di chi ha riportato i fatti e le decisioni degli inquirenti fa emergere i dubbi ancora aperti attorno alla ricostruzione dei fatti. Questi elementi contribuiscono a tenere viva la discussione su fatti avvenuti ormai anni fa, ma con ripercussioni ancora oggi.
Il giudizio sull’affidabilità delle testimonianze ha influenzato lo sviluppo delle indagini, portando a scelte che in alcuni casi hanno escluso certe prove dalle valutazioni ufficiali. Non è raro, in inchieste articolate come questa, che particolari come audio e dichiarazioni vengano rivalutati in futuro, o diventino oggetto di nuove indagini.
Nell’attesa, il confronto tra le varie versioni resta un crocevia fondamentale per capire cosa sia davvero accaduto quel giorno, e come si è evoluta la ricerca della verità dentro e fuori le aule di giustizia.