L’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, avvenuta a Garlasco nel 2007, prosegue con nuove rilevazioni scientifiche e sopralluoghi. La procura di Pavia si concentra su elementi di prova emersi da una ricostruzione tridimensionale e da analisi del DNA che potrebbero indicare una reazione da parte della vittima contro il suo aggressore. Le attività investigative cercano di fare luce su aspetti ancora controversi dell’omicidio.
Ricostruzione della scena del delitto e nuove misurazioni
Le autorità stanno utilizzando strumenti avanzati per effettuare una ricostruzione tridimensionale della scena dove è stata trovata Chiara Poggi, nel tentativo di rilevare i dettagli delle tracce di sangue e delle impronte digitali lasciate sul posto. L’obiettivo principale consiste nel verificare se la ragazza si sia difesa durante l’aggressione, ipotesi che prenderebbe corpo nei risultati dei rilievi condotti sui segni lasciati sulla scena.
Le misurazioni spaziali tra le tracce sono fondamentali per comprendere come si sono mossi i soggetti coinvolti. L’analisi del punto esatto in cui la vittima è stata colpita, trascinata e infine trovata lungo le scale del piano seminterrato offre elementi concreti per ricostruire la dinamica dei fatti nella villetta in via Pascoli. Questi studi puntano a integrare il quadro investigativo con dati precisi, superando le versioni emerse nei primi processi.
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Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, risulta oggi sospettato dalle nuove indagini in corso a Pavia. Un’analisi genetica ha attribuito a lui il DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima, elemento che apre scenari diversi rispetto all’ipotesi processuale che ha condannato Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara.
Gli inquirenti stanno cercando di chiarire l’attendibilità dell’alibi fornito da Sempio, considerato poco solido. Al momento, la posizione dell’indagato resta cruciale per la prosecuzione delle indagini, in particolare in vista della revisione del processo di condanna di Stasi. Se le nuove prove dovessero confermare la sua non responsabilità, la strada legale prevederebbe una richiesta formale per riaprire il caso.
Appuntamento con l’incidente probatorio e raccolta del materiale processuale
Il 17 giugno è previsto l’incidente probatorio, momento chiave in cui i periti incaricati dalle varie parti – accusa, difesa e parte civile – inizieranno l’esame dei materiali collegati all’omicidio. Le consulenti Denise Albani, genetista dell’Università Tor Vergata, e Domenico Marchigiani, esperto dattiloscopico, hanno il compito di analizzare impronte, tamponi, e altri oggetti sequestrati alla villetta di Garlasco.
Il materiale comprende 35 fascette paradesive con 58 impronte e campioni recuperati sul luogo del delitto, oltre a elementi come il lembo del tappetino del bagno e confezioni alimentari sequestrate 18 anni fa. Questi oggetti consentiranno approfondimenti scientifici per isolare ulteriori tracce biologiche e confermare le risultanze precedenti. L’incidente probatorio si svolge in caserma e all’istituto di medicina legale di Pavia.
Le implicazioni delle nuove scoperte tra ipotesi e speculazioni mediatiche
Il nuovo materiale scientifico potrebbe chiarire definitivamente le modalità dell’omicidio, in particolare se confermerà che Chiara si è difesa. Nel frattempo, il caso continua a essere accompagnato da ricostruzioni alternate anche a teorie non confermate, come presunti riti o episodi di abuso associati al santuario della Bozzola o a eventi di suicidio collegati a testimoni.
Uno degli episodi più recenti riguarda la figura di Michele Bertani, amico di Sempio, la cui morte ha alimentato speculazioni e interpretazioni sui social media. In aggiunta, si parla di una prossima richiesta di riesumazione della salma di Chiara, cosa che ha profondamente colpito la famiglia. Questi sviluppi riflettono una situazione giudiziaria che continua a far discutere ed è pronta a evolvere con i prossimi accertamenti.