La mattina del 25 aprile 2025, a Fregene, una donna di 30 anni è stata fermata in relazione alla morte della suocera, Stefania Camboni, trovata senza vita nella sua abitazione. Gli inquirenti hanno sequestrato il cellulare dell’indagata che conteneva ricerche sul web legate a modi per rimuovere macchie di sangue da un materasso e ad avvelenamenti. La scena del crimine ha rivelato evidenti tracce di sangue occultate con un copriletto nel letto della vittima.
Le ricerche sul cellulare e le indagini dei carabinieri
I carabinieri di Civitavecchia, guidati dalla Procura, hanno esaminato attentamente il cellulare della donna. Sul dispositivo sono state trovate ricerche che indicano una preparazione o un tentativo di coprire una traccia importante. Due frasi in particolare hanno attirato l’attenzione degli investigatori: “come togliere il sangue dal materasso” e “come avvelenare una persona”. Questi dati sono stati il punto di partenza per stabilire un possibile coinvolgimento nell’omicidio.
Le analisi tecniche sul cellulare proseguono per risalire a eventuali contatti, conversazioni o messaggi che possano fornire ulteriori dettagli su dinamiche e movente. L’apparecchio è stato sottoposto a sequestro per evitare la perdita o la manipolazione delle prove digitali. Le autorità lavorano per ricostruire le ore precedenti al delitto e verificare movimenti e dichiarazioni.
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Il ritrovamento della vittima nella villetta a fregene
Stefania Camboni è stata trovata morta nella sua villetta a Fregene, frazione del comune di Fiumicino. Sul letto in cui giaceva la donna è stata rilevata una macchia di sangue di notevoli dimensioni. I carabinieri hanno constatato che la traccia era stata parzialmente nascosta da un copriletto, probabilmente nel tentativo di occultare le prove. Il sangue è posto al centro delle indagini per determinare la causa esatta del decesso e il tipo di lesioni subite.
La scena del crimine è stata isolata e il personale specializzato ha eseguito rilievi fotografici e raccolta di campioni per accertamenti. Non sono ancora state rese note le modalità dell’omicidio, anche se l’ipotesi dell’atto violento appare confermata dal contesto. Sono in corso interrogatori per chiarire intrecci familiari e possibili motivazioni.
Il profilo dell’indagata e le dinamiche familiari
L’indagata ha 30 anni e, secondo quanto ricostruito, è la nuora della vittima. Le indagini si focalizzano sui rapporti tra le due donne, in particolare su litigi o tensioni pregresse. In ambienti stretti, problematiche quotidiane possono assumere risvolti drammatici, specie quando convivono più generazioni nello stesso nucleo.
Il quadro familiare è al vaglio degli investigatori per capire se ci siano stati segnali di allarme prima del delitto. Somministrazioni di sostanze o tentativi di inquinare prove, come si ipotizza dall’esame delle ricerche web sul cellulare, possono rappresentare elementi decisivi. Ogni passaggio è sotto osservazione per definire il ruolo esatto della 30enne e attribuire responsabilità.
Le attività in corso e i prossimi sviluppi delle indagini
Il lavoro dei carabinieri procede con accertamenti tecnici sia sul luogo del delitto sia sugli strumenti sequestrati. L’esame del materasso, delle tracce ematiche e delle eventuali sostanze rinvenute sarà cruciale per ricostruire la dinamica degli eventi. Ulteriori perizie potrebbero confermare o smentire l’ipotesi di avvelenamento evidenziata dalle ricerche digitali.
Il magistrato incaricato coordina le fasi successive, predisponendo eventuali nuove acquisizioni e interrogatori. La posizione della donna resta sotto la lente, con la possibilità di ulteriori misure cautelari. Non è escluso che nelle prossime ore vengano adottati provvedimenti in base ai risultati degli approfondimenti. Il caso mantiene alta l’attenzione sul territorio di Fregene e solleva interrogativi sulle condizioni di sicurezza all’interno delle famiglie.