Incontro all’aquila per valorizzare il patrimonio culturale e promuovere lo sviluppo dei territori abruzzesi

Incontro all’aquila per valorizzare il patrimonio culturale e promuovere lo sviluppo dei territori abruzzesi

L’università degli studi dell’aquila riunisce istituzioni e realtà locali per valorizzare il patrimonio culturale come leva di sviluppo sociale ed economico nelle aree interne dell’abruzzo, contrastando lo spopolamento.
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All’Università dell’Aquila si è svolto un incontro dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale come leva per lo sviluppo sociale ed economico dell’Abruzzo, con particolare attenzione alle aree interne e allo spopolamento. - Gaeta.it

Un recente appuntamento all’Università degli Studi dell’Aquila ha visto riunirsi istituzioni, enti locali e realtà culturali attorno al tema della valorizzazione del patrimonio culturale come elemento trainante per lo sviluppo sociale ed economico dei territori abruzzesi. L’incontro di fine maggio ha posto l’accento sul ruolo strategico della cultura nel rilancio delle comunità, specie nelle aree interne soggette a spopolamento.

L’evento all’università dell’aquila: partecipazione e obiettivi

Venerdì 30 maggio, presso la sede di Economia dell’università dell’aquila, si è svolta una giornata dedicata a una tematica cruciale per l’Abruzzo: il patrimonio culturale come leva di crescita. L’evento faceva parte del master in Diritto e gestione delle amministrazioni locali, promosso con il patrocinio di ANCI e UPI Abruzzo. Hanno aperto i lavori saluti istituzionali firmati dal rettore Edoardo Alesse, dal direttore del dipartimento di Ingegneria industriale e dell’Informazione e di Economia Vincenzo Stornelli, e dal direttore del master Walter Giulietti.

Interventi e relatori

È intervenuto anche il presidente di UPI Abruzzo, Angelo Caruso, mentre il professor Federico Caporale ha introdotto i temi e presentato i relatori. Tra quelli presenti c’erano il prefetto dell’aquila, Giancarlo Di Vincenzo, che ha fatto da moderatore, l’assessore regionale per beni culturali e spettacolo Roberto Santangelo, la direttrice del Museo nazionale d’Abruzzo Federica Zalabra e il presidente del consorzio HPC4DR Lelio Iapadre.

Il confronto si è sviluppato attorno alla cultura intesa non solo come memoria, ma come fattore per costruire un tessuto sociale e concreto sviluppo economico, in grado di contrastare problematiche attuali come lo spopolamento e il rallentamento delle attività locali.

La cultura come elemento chiave per sostenere i territori in difficoltà

Il messaggio condiviso dai presenti ha sottolineato una linea chiara: “investire nella cultura significa non solo conservare monumenti o opere d’arte ma sostenere la crescita delle comunità che abitano quei territori.” L’Abruzzo, come altre aree interne, affronta sfide complesse. La crisi demografica, infatti, mette a rischio la sopravvivenza stessa di molti centri minori.

In questo contesto il patrimonio culturale diventa uno strumento per attirare nuove occasioni di lavoro, turismo e comunità più coese. È emersa l’urgenza di creare modelli che uniscano interventi tradizionali con approcci innovativi, capaci di generare effetti duraturi. Per farlo serve una collaborazione intensa tra enti pubblici, realtà universitarie, associazioni locali e operatori culturali.

Rete e gestione partecipativa

Si è puntato sul concetto di rete tra i vari attori per gestire in modo efficace le risorse, costruendo progetti in cui alla cultura si lega la rigenerazione urbana e sociale. Le sfide riguardano anche la necessità di aggiornare le forme di gestione del patrimonio, per renderle inclusive e partecipative.

Esempi concreti e interventi dei protagonisti locali

Tra i relatori spiccava il sindaco di Fontecchio, Sabrina Ciancone, che ha ricordato l’adesione già nel 2013 della sua comunità ai principi della Convenzione di Faro, documento europeo che sottolinea il valore sociale del patrimonio culturale. Fontecchio, paese di circa 300 abitanti colpito dal sisma, ha messo in campo iniziative per mantenere vivi i luoghi storici e il patrimonio immateriale, rafforzando il legame degli abitanti con l’identità locale.

Anche l’ingegnere Raffaello Fico, responsabile dell’Ufficio speciale per la ricostruzione nei comuni del cratere, ha evidenziato come la cultura debba integrarsi con la rigenerazione urbana e sociale. Oltre alla ricostruzione degli edifici si lavora per sostenere identità e tessuti sociali, intervenendo con progetti come I Cammini degli Altipiani, l’Ascolto partecipato nella zona della Baronia e l’Ecomuseo esteso su tutto il cratere.

Questi progetti valorizzano aree spesso rimaste marginalizzate, puntando a un recupero che guarda sia al patrimonio materiale che immateriale. Le iniziative coordinano interventi di miglioramento di spazi pubblici e servizi, fondamentali per incentivare la permanenza e l’insediamento di nuove comunità.

Collaborazione tra università, istituzioni e territori per un futuro condiviso

L’incontro ha segnato una tappa importante per consolidare un dialogo stabile tra amministratori locali, mondo accademico, studenti e operatori culturali. Le idee emerse puntano a costruire un percorso condiviso per l’Abruzzo interno, con una forte attenzione alle risorse culturali, ma anche all’aspetto sociale ed economico.

La presenza di istituzioni diverse e di una comunità universitaria attiva permette di immaginare interventi integrati, capaci di generare sviluppo senza perdere di vista l’identità locale. In questa fase delicata la cultura diventa una chiave per riaccendere processi di coesione e rilanciare aree segnate dalla crisi demografica.

Di fatto, il patrimonio culturale non resta un tema di nicchia ma si conferma un ambito centrale per promuovere opportunità e studio per queste zone, sempre più richieste di proposte concrete e strutturate. L’evento all’aquila ha ricordato a tutti che il futuro delle aree interne passa da una valorizzazione capillare e compartecipata delle proprie radici.

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