Inchiesta unabomber, altri 60 giorni per la perizia decisiva: prescrizione vicina per quasi tutti gli attentati

Inchiesta unabomber, altri 60 giorni per la perizia decisiva: prescrizione vicina per quasi tutti gli attentati

L’inchiesta unabomber a Trieste prosegue con la proroga per l’analisi del dna affidata a Giampietro Lago ed Elena Pilli; quasi tutti gli attentati sono prescritti tranne quello di Caorle del 1996.
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L'inchiesta sul caso Unabomber a Trieste prosegue con una proroga per i test del DNA, ma la prescrizione rischia di far cadere quasi tutte le accuse, tranne quella relativa all'attentato di Caorle del 1996 ancora sotto indagine. - Gaeta.it

La nuova fase dell’inchiesta sulla vicenda unabomber si concentra sulla verifica del dna estratto dai reperti raccolti nelle indagini. Il tribunale di Trieste ha concesso due mesi in più ai periti per completare i test, ritardando la chiusura di un capitolo cruciale del procedimento. Nel frattempo, quasi tutte le accuse rischiano di cadere a causa della prescrizione, eccezion fatta per un solo episodio avvenuto nel Veneto, a Caorle, nel maggio 1996, ancora sotto indagine attiva. Di seguito i dettagli del caso e il percorso giudiziario in corso.

Proroga per il deposito della perizia dna in tribunale a Trieste

Il giudice per le indagini preliminari di Trieste, Flavia Mangiante, ha autorizzato la richiesta di proroga avanzata dai due esperti incaricati di analizzare il materiale genetico raccolto. Giampietro Lago, già comandante del Ris di Parma, e l’antropologa molecolare forense Elena Pilli, stanno ancora lavorando per stabilire se il dna prelevato da vari oggetti e tessuti identificati sulla scena degli attentati appartenga a una delle undici persone coinvolte nella riapertura del fascicolo.

La scadenza originale per la consegna del referto era fissata per il 24 maggio 2025, ma gli esperti hanno motivato la necessità di più tempo con la complessità e la delicatezza delle analisi. L’incarico era stato affidato loro a marzo dello scorso anno e questo prolungamento testimonia l’attenzione che si sta ponendo per accertamenti precisi che possano consolidare o escludere ipotesi nell’ambito del procedimento penale.

Prescrizione vicina per quasi tutti gli attentati, tranne quello di Caorle

La nuova proroga impatta anche sui tempi giudiziari legati alla prescrizione degli episodi sotto esame. Il periodo aggiuntivo conseguito dalla richiesta dei periti fa scattare i termini di decadimento per quasi tutti gli attentati attribuiti all’unabomber, riducendo drasticamente la possibilità di procedere oltre nel giudizio.

L’eccezione in questo scenario riguarda il fatto più grave e ultimo registrato nelle cronache: il primo maggio 1996 a Porto Santa Margherita, alle porte di Caorle. In quell’occasione esplose un ordigno nascosto dentro una bottiglia chiusa da un tappo, contenente anche un messaggio minaccioso. Dall’esplosione rimase ferito un infermiere di Mestre, all’epoca ventiseienne. Questo attentato mantiene quindi la sua validità processuale ed è ancora oggetto di indagine attiva da parte degli inquirenti della procura triestina.

Il contesto giudiziario e l’impatto sull’inchiesta

La procura di Trieste guida l’istruttoria tesa a far luce su questa lunga serie di attentati che per anni hanno seminato paura e incertezza in varie zone d’Italia, soprattutto nel Nord-Est. L’inchiesta ripresa ha puntato sulle nuove possibilità offerte dalle tecnologie forensi, con particolare attenzione all’esame del dna, sperando che questo possa identificare finalmente chi si cela dietro il soprannome di unabomber.

La complessità delle operazioni investigative ha evidenziato quanto sia difficile risalire a elementi certi a distanza di decenni dai singoli fatti, quando le tracce si deteriorano e i sospetti si diradano. La richiesta di ulteriori due mesi testimonia la cautela con cui la giustizia sta procedendo, per non trarre conclusioni affrettate che potrebbero compromettere l’intero esito del procedimento.

Tempi giudiziari e impatto della prescrizione

Nel frattempo, la pressione dei tempi rischia di interrompere molti filoni di indagine a causa della prescrizione. I fatti giudiziari riferiti all’episodio del 6 maggio a Caorle rappresentano l’unico episodio rimasto al centro di un potenziale processo, poiché non ha ancora beneficiato della cancellazione legale. Così, mentre altri casi vengono archiviati, quella vicenda terrà aperto il dibattito giudiziario ancora per qualche tempo.

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